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venerdì 16 dicembre 2016

Allucinazioni in gare di ultra distanza e ultra trail

Il post di oggi prende spunto da una domanda che ci è stata posta da un lettore del sito, Matteo Zardini. La domanda verte sul tema delle allucinazioni visive e sonore in gare di ultra distanza e ultra trail. Eccola riportata di seguito.

"Avete mai affrontato il tema delle allucinazioni e dei deja vu in gare di endurance? Può essere considerata una cosa per certi versi "normale" oppure c'è da stare particolarmente attenti? Non se ne parla molto fra i corridori di Ultra Trail e trovo che ci sia un pò di confusione e timore ad affrontare l'argomento"

lunedì 10 ottobre 2016

Dialogo col campione: Giulio Ornati

Foto di Andrea Callera
Giulio Ornati è un trailer italiano, che corre nel Team Salomon Isostad.

Vincitore di numerose competizioni, ha riportato l'Italia nella top ten dell'Ultra Trail du Mont Blanc dopo quasi 10 anni. L'ultimo a riuscire nell'impresa è stato infatti Tagliaferri nel 2008.












Quest'anno all'UMTB hai portato a termine una gara super, caratterizzata da un'ottima tenuta fisica e mentale. Prima dell'UTMB hai però sempre dato il meglio di te su distanze più corte. Cosa è cambiato? Hai svolto una preparazione anche mentale o unicamente fisica?

La modifica più grande è stata iniziare a farmi seguire da Fulvio Massa. Prima ero una sorta di autodidatta, ora Fulvio, che è diventato il mio allenatore, mi segue sotto tutti gli aspetti. Questo è stato un grande cambiamento.
Un aspetto ulteriore è che ho impostato tutta la stagione sull'obiettivo UTMB. Tutte le gare erano in funzione del bianco e anche gli allenamenti, seppure fossero finalizzati alla gara più vicina, avevano sempre un occhio per l'UTMB.
Inoltre, dal punto di vista mentale, ho iniziato a fare Yoga. Ho notato che oltre a rilassarmi nell'ora/due ore di pratica, forse mi ha permesso di prendere maggiore consapevolezza del mio corpo, della mia mente e a tenerli insieme. Credo anche questo mi abbia aiutato.

lunedì 26 settembre 2016

Dialogo col campione - Marco Zanchi

Marco Zanchi è un runner specializzato nei Trail e nelle ultradistanze.

Marco Zanchi sta vivendo una stagione agonistica eccezionale, coronata dalle prestazioni alla Lavaredo Ultra Trail e all'Ultra Trail du Mont Blanc.

Attualmente Marco Zanchi è in sesta posizione nell'Ultra Trail World Tour Rankings, oltre ad essere primo italiano in classifica






Dal punto di vista mentale credi ci siano delle caratteristiche che differenziano l'ultratrailer elite dal normale amatore? Se si quali?

Secondo me, no. Gli aspetti mentali, la capacità di resistere alla fatica e la motivazione credo siano indipendenti dalla velocità con cui un atleta conclude una gara. Questi elementi ognuno va a cercali dentro di sé. Non importa che tu sia un top runner, un elite o un tapascione.
A livello mentale credo che l'impegno richiesto da una gara sia sempre il medesimo e così vale anche per la capacità di reagire in situazioni delicate. Anzi, secondo me è più frequente che molli di testa un atleta d'elite quando percepisce di non essere in grado di competere con i propri rivali. Queste condizioni rendono più fragile l'atleta elite. Un amatore ha come unico scopo terminare la gara e il suo rivale è il traguardo e questo, forse, lo rende più forte.

lunedì 23 maggio 2016

Dialogo col campione - Marco Olmo

Marco Olmo è un atleta italiano, specializzato negli Ultratrail.

Vincitore di alcune delle più importanti competizioni internazionali, alla soglia dei 60 anni vince l'Ultra Trail du Mont Blanc, il più importante ultratrail mondiale. 

Questa e altre imprese in diverse parti del mondo, contribuiscono a formare una sorta di leggenda sportiva.

Su Marco Olmo sono stati scritti alcuni libri, girati film e composte canzoni.







Stai avendo una vita sportiva molto longeva. Credi che per mantenere una longevità fisico/atletica sia necessaria anche una longevità dal punto di vista mentale?

Indubbiamente per avere una longevità sportiva ci vuole forza di carattere, perché il declino non è piacevole e oltre la parte mentale ci vuole anche l'aiuto del fisico.

venerdì 6 maggio 2016

Dialogo col campione - Katia Fori

Katia Fori è un'atleta e runner italiana, del team Kinomana Tecnica, specializzata nell'ultratrail,.


Vincitrice in numerose competizioni italiane è una delle pedine della nazionale.

Katia Fori inizia la sua avventura da runner nel 2007 e da subito iniziano ad arrivare i primi risultati, fino a diventare una delle atlete di maggiore spicco nel panorama nazionale.










Ciao Katia, quando ci siamo incontrati mi hai trasmesso una sensazione di “delicatezza”. Quando gareggi credi emergano delle parti di te che rimangono sullo sfondo nella vita quotidiana o credi invece ci sia una sorta di continuità?

Delicatezza…. veramente me lo hai fatto notare tu, comunque anche io penso di trasmettere delicatezza. Il mio approccio alla corsa, prima, durante e dopo la gara, non è un approccio aggressivo. Credo questo accada, perchè io mi sento un amatore della corsa e non una professionista.
Detto questo sono una persona determinata che ama fare bene ciò che fa, in ogni ambito della sua vita, sia che si parli di lavoro, sport o negli hobby. Non ho molte mezze misure, quando intraprendo un'attività mi piace farla al 100%.

venerdì 8 aprile 2016

La gestione della crisi in corsa: parola agli atleti


Il week-end del 2 e 3 aprile ha visto il team di PsicheSport impegnato al MareMontana Trail a Loano.

Stefano Ruzza ha ottenuto una prestigiosa quarta posizione sul percorso di 60 km e 3481 metri di dislivello, mentre Cesare Picco ha avuto l'occasione di moderare uno spazio di riflessione sul tema della "crisi e della gestione della crisi in corsa", accompagnato da un pubblico interessato e da alcuni atleti "elite".

Gli atleti che hanno preso parte a questo momento sono stati: Stefano Ruzza e Marco Zanchi del team Vibram, Katia Fori del team Kinomana -Tecnica e Ivan Zufferli del team X-Bionic.

giovedì 24 dicembre 2015

Libreria dello sport: Kilian Jornet - Correre o morire


Chi è l'autore? Kilian Jornet è pluricampione del mondo di scialpinismo e skyrunning, vincitore di tutti i più famosi ultratrail, autore di record di salita/discesa di alcune tra le più importanti vette del mondo.


Di cosa parla: la vita di Kilian Jornet, dai monti pirenaici dove è nato e cresciuto, alle prime gare giovanili, l'infortunio, le prima gare con il gota dello skyrunning, la sua crisi durante la Western States del 2010, l'incredibile forza mentale che lo ha spinto nelle fasi finali della sua traversata dei Pirenei. Scritto bene, seppur con qualche passaggio retorico, Kilian cerca di mostrare anche il suo sconfinato amore per la montagna.

A chi può interessare: a chi vuole conoscere qualcosa di più di questo incredibile atleta.

giovedì 26 novembre 2015

La libreria dello sport: Dean Karnazes - Ultramarathon man

Chi è l'autore? Dean_Karnazes è uno dei più famosi e influenti ultramaratoneti mondiali.

Di cosa parla? Autobiografia di un ultramaratoneta che scappa da una vita fatta di lavoro, feste e cocktails, cercando se stesso in situazioni davvero estreme, dal soffocante caldo desertico al terribile gelo artico.
In questo libro piacevole e leggero, nonostante alcune esagerazioni tipicamente americane, Dean Karnazes presenta la sfida intrapresa con se stesso e contro la voglia di arrendersi, che lo porta infine a scoprirsi come persona.

A chi può interessare? A tutte le persone che pensano di non avere mai tempo da dedicare alla corsa, e a chi vuole conoscere le possibilità della forza di volontà.




lunedì 5 ottobre 2015

Dialogo col campione: Lisa Borzani



Lisa Borzani è una ultratrailer che corre per l’Atletica Amatori Chirignago.
Bronzo a squadre ai mondiali ultratrail di Annecy 2015, come anche in Galles nel 2013.
Lisa Borsani si è inoltre aggiudicata numerose importanti competizioni a livello nazionale e internazionale.


Ciao Lisa, a volte il primo passo di una gara inizia mesi o anni prima con un'idea, un desiderio o un sogno che vogliamo realizzare. Per te in che modo i “sogni” sportivi influenzano il tuo allenamento e le tue gare? In che modo? L'influenza è solo positiva o può anche essere negativa?
Sicuramente avere un obiettivo, indipendentemente che questo sia un semplice obiettivo o un sogno è secondo me è notevolmente importante. La motivazione e l'impegno che “metti” sono due aspetti funzionali al raggiungimento di ciò che vuoi ottenere e sono connessi al porsi degli obiettivi.
Anni fa ho visto il mio compagno Paolo partecipare al Tor de Geants e, in quel momento, mi sono detta “anche io parteciperò”, ponendomelo come obiettivo. Questo mi ha trasmesso una grande motivazione per allenarmi e per arrivare pronta all'appuntamento.
Sicuramente l'avere un obiettivo o un sogno ha una valenza positiva e mi riesce difficile considerarlo negativo. Anzi! Credo che l'avere un obiettivo ti permetta di stringere i denti, facendoti uscire per l'allenamento anche quando non ne avresti voglia. Senza una meta da raggiungere ci sono cose che non faresti mai.

lunedì 27 luglio 2015

Dialogo col campione: Stefano Ruzza

Stefano Ruzza è un ultratrailer italiano, che corre per il team Vibram e per l'Atletica San Marco.

Vincitore di diverse gare di livello nazionale e spesso competitivo coi migliori atleti in gare World Tour.

Nel suo palmares spiccano due vittorie ai campionati nazionali (2012 e 2013), un 7° posto all'europeo del 2013 e un 7° posto (2014) alla diagonale des Fous, prestigiosa competizione che si svolge sull'isola de La Reunion, nell'oceano indiano.





Ciao Stefano, ti sei avvicinato alla corsa in età matura. Sotto alcuni aspetti questo potrebbe averti limitato, come ad esempio non aver sfruttato pienamente gli adattamenti fisici della pubertà. Esistono però dei vantaggi di natura mentale, in questo avvio dopo i vent'anni? 

E’ vero che l’aver iniziato non in età giovanile mi abbia avvantaggiato dal punto di vista mentale. Da ragazzino avrei voluto provare col ciclismo, ma ripensandoci, non ne avrei avuto la testa. Da quando ho iniziato a correre ho sempre avuto degli obiettivi che mi hanno aiutato a spostare più in là i miei limiti, ma con coscienza e lucidità, mentre da ragazzino queste cose sicuramente non la avevo.

Sentire che non "avresti avuto la testa" ad alcuni potrebbe sembrare strano. Puoi spiegarci quali qualità mentali ti mancavano nel ciclismo che pensi di avere nell'ultra?

In questo momento qualità mentali forse non mi mancano, mi mancherebbero qualità fisiche, e pur piacendomi andare in bicicletta, preferisco correre. Ma da ragazzino, l’allenarmi tante ore, con il freddo o con la pioggia, il non uscire il sabato sera per andare a fare la gara, erano cose che probabilmente avrei retto solo poco tempo. Ho preso altre strade, che sicuramente non mi hanno fatto bene, ma mi hanno fatto capire col tempo che la strada dello sport e dell’impegno era quella giusta. Qualche piccolo rimpianto a volte affiora, ma la strada che mi ha portato fin qua era questa, e sono ugualmente contento.