venerdì 28 aprile 2017

L'elenco aggiornato delle interviste di psicologia sportiva

Senza dubbio la rubrica che caratterizza maggiormente www.psichesport.com e che lo distingue da i numerosi siti sportivi sono le interviste con i protagonisti di ciclismo, podismo, pallavolo, Trail e di svariate altre discipline.
In questo articolo vi presentiamo l'elenco aggiornato delle interviste consultabili, per conoscere il lato umano di molti campioni e per addentrarvi nei segreti della loro preparazione mentale:

giovedì 27 aprile 2017

Musica in Movimento: Genesis - The Lamb Lies Down On Broadway

La musica progressive non è mai stata considerata per tutti, e potrebbe non sembrare tale nemmeno per essere ascoltata durante un’attività sportiva. Eppure, nell’ecclettismo, nelle dinamiche, nelle strutture e nelle melodie di questa genere musicale in piena evoluzione nei primi anni ’70, si possono nascondere non pochi utili preziosi aiuti per accompagnare lo sport, oltreché, naturalmente, allargare i propri orizzonti musicali e ammirare le perfette esecuzioni strumentali. I Genesis sono da considerarsi trai i gruppi più importanti di quel periodo musicale, e il leader del loro primo periodo, Peter Gabriel, tra i migliori esponenti della musica pop-rock a livello assoluto. Tanti sono stati gli album degni di nota, direi tutti i loro primi 6 album, escluso il primo, ma il più importante e forse utile per il nostro obiettivo è proprio l’ultimo di questi, “The Lamb Lies Down On Broadway”, del 1974, che rappresenta anche l’ultimo lavoro di Gabriel con il gruppo. Ed è proprio Peter Gabriel ad essere l’assoluto protagonista dell’album doppio (della durata di oltre un’ora e mezza), inventore del soggetto del concept e autore di quasi tutti i testi.

martedì 25 aprile 2017

Ciao Michele...

Ciao Michele...

Il sorriso, gli occhi sinceri e la voglia di vivere. Questo era Michele Scarponi. Non era solo uno sportivo, non era solo un ciclista. Era un uomo. Era un ragazzo. Era semplicemente speciale.

Per questo motivo la sua morte ha sconvolto così tanto l’opinione pubblica, perché il suo sorriso, negli anni, ha lasciato il segno, scavando un solco nei cuori di chi lo vedeva correre. Michele non era un cannibale della bicicletta, non era il vincitore assoluto, era normale. Voleva vincere, ma sapeva perdere e, soprattutto, era capace di riconoscere i propri limiti, usandoli come un trampolino per superarsi.

lunedì 24 aprile 2017

Dialogo col campione: Massimiliano "Massi" Milani

Massimiliano "Massi" Milani è padre, manager e forte runner.

Negli ultimi anni ha ottenuto una crescita costante, che gli ha permesso di inserirsi tra i più forti podisti italiani over 40.

Conosciuti e apprezzati sono gli articoli di approfondimento sportivo, da lui, curati per therunningpitt.com









Ciao Massi, so che sei stato prima un runner “tapascione” e ora sei a tutti gli effetti un “agonista”. In passato c'era già una parte di te agonista? C'è ancora, in te, una parte tapasciona?

Sai Cesare, la risposta è abbastanza semplice. Ho iniziato un'esperienza professionale fuori dall'Italia che mi ha portato molto spesso, se non quasi sempre, a mangiare al ristorante. Nei primi due anni sono ingrassato in maniera importante. L'essere in sovrappeso è stato l'evento scatenante per iniziare a correre.
Quasi da subito mi sono reso conto di avere la possibilità di migliorare molto rapidamente. Poi, leggendo il famoso libro del professore sudafricano Noakes “The Lore of Running”, ho compreso come il principale fattore limitante per un Runner fosse la velocità. Io, nonostante il sovrappeso, correvo già abbastanza forte. Per darti un'idea, dopo poche settimane, anche se solo per un minuto, correvo a 3'40 al km. Partendo da questo presupposto, il mio percorso è stato pianificato, non tanto per aumentare la velocità, ma la resistenza alla velocità. Nel corso di 7 anni sono riuscito ad aumentare il numero di km da correre a un dato ritmo e in parte anche a correre più rapidamente.
Quindi, per rispondere alla tua domanda, da una parte non credo di essere mai stato un tapascione. Mi sono sempre dato degli obiettivi di miglioramento, seppure connessi alle mie di prestazioni e meno al confronto con gli altri. Non mi è mai interessato vincere o arrivare sul podio in una competizione. Il mio desiderio è sentirmi bene dal punto di vista mentale e raggiungere determinati obiettivi cronometrici.
Dall'altra parte, in me c'è sempre una parte tapasciona. Il mio approccio agli allenamenti è Slow. Cerco costantemente di allenarmi lentamente. Con i viaggi, gli spostamenti, lo stress derivante dal mio essere manager, non posso spingere al massimo. Solo 1 o 2 giorni a settimana posso correre forte. Il resto dei giorni io sono un tapascione. Sono un tapascione per l'80% del tempo.

venerdì 14 aprile 2017

Preparatore: si o no?

Una domanda che molti amatori o atleti eliti si pongono è se sia utile o meno lavorare con un preparatore sportivo. Credo non esista una risposta univoca, ma dipenda strettamente dall'atleta che se la pone e da alcune variabili che lo contraddistinguono. In questo articolo cerco di individuarne alcune e di spiegare come esse entrino in gioco:
  • Definizione obiettivi: una prima domanda che potete porvi è quanto siete abituati a definire degli obiettivi chiari, appetibili e raggiungibili? Un preparatore vi può supportare nel caso troviate delle difficoltà in questa importante attività;
  • Livello obiettivi: per raggiungere obiettivi con un livello di difficoltà basso o medio, l'importanza di un preparatore è, secondo me, limitata. Se invece tendete a spostare l'asticella sempre al un livello di difficoltà alto, un preparatore potrà aiutarvi a massimizzare le vostre performance; 

mercoledì 12 aprile 2017

Musica in Movimento: Eminem - Curtain Call (the hits)

Tutti conoscono Michael Phelps, “lo squalo di Baltimora”, nuotatore tra i più grandi sportivi di tutti i tempi, vincitore del maggior numero di medaglie d’oro nella storia delle Olimpiadi, che proprio grazie al nuoto, alle grandi doti fisiche, e in misura ancora maggiore, ad una smisurata ambizione agonistica, è uscito da enormi difficoltà famigliari, sociali e umane. Qualcuno ricorderà di averlo vista prima di una delle sue gare di nuoto intento a concentrarsi con le cuffie sulle orecchie. E che musica ascoltava? Semplice, ascoltava un altro grande personaggio uscito da mille difficoltà (anche se talvolta ricadutoci in malo modo) grazie ad una passione, stavolta la musica: stiamo parlando di Eminem, rapper di Detroit che a inizio 2000 conquistò le vette delle classifiche di tutto il mondo, rivoluzionando completamente la musica rap e l’hip-hop grazie ad una fantasia sfrenata, a una penna mirabolante (in suo favore si sono scomodati anche premi Nobel e il più grande songwriter di sempre, Bob Dylan) e un gusto per la provocazione a volte esagerata, nonché dalla particolarità di essersi impossessato, da bianco, di una musica tipicamente caratterizzante i neri d’America.
È certo però che questa provocazione, questo suo ribellarsi ai benpensanti americani, allo show business (di cui però faceva parte con enorme furbizia e bravura), e alla società americana, con i suoi testi colmi di rabbia e perfida ironia, può essere ben adatta per caricarsi in vista di svariate attività sportive, non solo finali olimpiche in piscina.

Nel consigliare un album, rimane però difficile trovare solo uno. Sono pregevoli tutti i suoi primi lavori (escludendo l’esordiente “Infinite”, quindi si parla di “The Slim Shady LP”, “The Marshall Mathers LP”, “Eminem Show“, “Encore”), quindi forse la cosa migliore è considerare “Curtain Call”, vero Greatest Hits dei suoi primi lavori, il migliore a riguardo, specialmente per chi ha difficoltà ad assorbire la canzoni rap più ricercate.

martedì 11 aprile 2017

Federer e Nadal, imperatori a Roma

Sarebbe bello se la gente e i media capissero che la nostra rivalità è positiva, senza tensione o cattiveria, ma con soprattutto tanto rispetto. Io, per esempio, quando ho visto vincere Roger a gennaio gli Australian Open mi sono emozionato e ho pianto con lui davanti alla televisione - Rafael Nadal

37 volte l’uno contro l’altro, di cui 23 in finale. 2 nomi incisi a fuoco nella storia del tennis, terra rossa contro erba, Svizzera contro Spagna, freddezza contro animo latino, potenza e tecnica contro…potenza e tecnica. Federer contro Nadal, la storia moderna del tennis in una rivalità esaltante, tra due stili agli antipodi.


Non ci sarà mai una rivalità come la nostra. Neanche quella tra Borg e McEnroe è a quel livello, anche se entrambi avevano grande personalità e uno era destro e l'altro mancino. Murray e Djokovic sono molto simili. Io e Rafa siamo opposti in tutto e questo ha spinto molto i tifosi a schierarsi per uno di noi due. - Roger Federer 
Nei 2 anni precedenti, i due tennisti si erano già affrontati e sfidati e lo spagnolo aveva stupito il mondo sconfiggendo, nel 2004, il neo numero 1 in classifica. Era appena un diciassettenne trentunesimo nelle liste ATP. Il dado era tratto, la rivalità in rampa di lancio. È il 2006, siamo a Roma, sulla terra rossa, mentre i primi caldi attanagliavano la capitale, stringendo i due atleti come in una morsa. Le due teste di serie a confronto per quella che si rivelerà la finale più lunga tra i due. 5 ore e 5 minuti. 5 set. 57 punti. Un ultimo capitolo al cardiopalma, fino all’ultimo secondo.

venerdì 7 aprile 2017

Lavorare sugli obiettivi sportivi: un esempio

foto di Sergio Pitzalis
Nelle ultime settimane abbiamo avuto la possibilità di affrontare il tema della definizione degli obiettivi sportivi. In particolare abbiamo approfondito 2 argomenti:
In questo articolo presenterò un esempio personale. Il team di Psichesport, come alcuni sapranno, nello scorso week end è stato ospite del Vibram Maremontana Trail. Nella giornata di Sabato 1 Aprile Cesare Picco si è confrontato sul tema dello "stress e performance atletica" con Stefano Ruzza, anch'esso autore di Psichesport, e Lara Crivelli. Grazie al contributo dei due forti atleti del team Vibram si è creato un momento ricco e arricchente, con una buona partecipazione da parte del pubblico.

mercoledì 5 aprile 2017

Musica in Movimento: Massive Attack - Mezzanine

Questa settimana proponiamo una musica utile specialmente in attività indoor. Ricordo quando anni fa avevo frequentato dei corsi di pilates e in sottofondo veniva quasi sempre messa questo tipo di musica: sto parlando del trip-hop, i cui veri e propri inventori sono stati gli inglesi Massive Attack. Ma chi sono i Massive Attack? Sulla carta sono solo due “non-musicisti”, Robert ‘3D’ Del Naja e Grant ‘Daddy G’ Marshall, affiancati negli anni da un grande elenco di personaggi legati a questo genere musicale, ma in particolare Tricky e, soprattutto nell’album che andiamo a proporre, Elizabeth Fraser.

Nel 1998 uscì “Mezzanine”, terzo album dei Massive Attack, che dopo gli inizi dove venivano convogliati hip-hop, soul, dance, new wave, raggae, dub in un’unica soluzione, spinsero le loro sonorità in ambienti più dark e psichedelici, a stretto contatto con il rock. Il senso di fluidità della loro musica può accompagnare attività dove anche la fluidità dei movimenti, eseguiti lentamente ma in maniera efficace, è essenziale e principale obiettivo.

martedì 4 aprile 2017

The Undertaker will rest in peace

6 Aprile 2014. Mercedes Benz Arena di New Orleans. Wrestlemania. Brock Lesnar esulta, indiavolato, sembra quasi incredulo. A terra, alle sue spalle, The Phenom, The Undertaker, la storia del wrestling moderno e passato. Da Hulk Hogan a John Cena, passando per The Rock, li ha affrontati tutti. Dal 1991, Wrestlemania VII, al 2013, Wrestlemania XXIX, non aveva mai perso nello showcase degli immortali, l’evento principale dell’anno. Mai, fino al 2014.

Il wrestling è uno sport-entertainment, basato su keyfabe e trame in cui heel (cattivi) e face (buoni) si sfidano tra le urla del pubblico. La finzione supera la realtà, la vita è scandita da un copione ben scritto (nella maggior parte dei casi). I tifosi lo sanno, una volta superati i 14 anni, ma lo amano ugualmente. Si ama Uomini e Donne, si può amare il wrestling. Risultati decisi e dolore reale, sempre rischiando tutto.