tag:blogger.com,1999:blog-874964121059319872024-03-14T12:05:50.510+01:00PsicheSportpsicologia sportiva e psicologia dello sportPsichesporthttp://www.blogger.com/profile/04235596315375013767noreply@blogger.comBlogger344125tag:blogger.com,1999:blog-87496412105931987.post-12900991150698567242020-11-11T22:16:00.002+01:002020-11-12T22:12:38.137+01:00Giù le mani da Nibali!<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNVFpe1-mdI2U-KXI58bd2UuRpV4W6mVklPqnIlj2qmR4N3MIvVJYnxgouNSIzyqm79H57nsrnhaAtQHNmBCT0PvjPtUjv_-Rupa9E-mab_oLxkjvX-5YUCNSpbAGQMYcGFeJScR7PqPc/s2048/TDF_2015_Rennes_-_Vincenzo_Nibali.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2048" data-original-width="1245" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNVFpe1-mdI2U-KXI58bd2UuRpV4W6mVklPqnIlj2qmR4N3MIvVJYnxgouNSIzyqm79H57nsrnhaAtQHNmBCT0PvjPtUjv_-Rupa9E-mab_oLxkjvX-5YUCNSpbAGQMYcGFeJScR7PqPc/s320/TDF_2015_Rennes_-_Vincenzo_Nibali.jpg" /></a></div>Dopo l'ultimo Giro d'Italia non si sono più contati ormai gli attacchi a Vincenzo Nibali da parte di pseudo tifosi, che di
ciclismo sanno probabilmente poco, oppure, se proprio conoscitori del mondo dei
pedali, hanno metri di giudizio tutti particolari. In un mondo dove ognuno può dire
la propria, c’è anche questo.<p></p><p align="left" class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span lang="IT" style="line-height: 107%;">
Nell’ultimo Giro d’Italia Nibali non è andato come ci si poteva forse
aspettare, e come si aspettava lui stesso. Quello che spesso i criticoni non
capiscono è che il primo deluso per prestazioni non positive è l’atleta stesso.
Le prime buone tappe con arrivi in salita avevano forse illuso. Il 7° posto
finale si tratta della sua peggiore prestazione in un grande giro, tra quelli
in cui ha puntato dichiaratamente alla classifica generale e non alle sole
tappe. Ma è stato davvero un tale disastro l’anno di Nibali? È davvero così clamorosamente
in fase calante? In un anno così particolare e con le gare ciclistiche
racchiuse in pochi mesi, ha comunque raccolto un 6° posto al Giro di Lombardia,
una buona prestazione al Mondiale di Imola (prima con la fuga insieme a Van
Aert, poi rimanendo fuori dal gruppo che si è giocato il podio per aver ceduto
a poche centinaia di metri dallo scollinamento, pochi secondi che avrebbero
potuto farlo rimanere nel gruppo dei migliori e far decisamente cambiare il destino
della gara e il giudizio sulla sua prova), e infine un Giro d’Italia corso
generosamente, cercando di resistere il più possibile agli alti ritmi che i
giovani rampanti tenevano davanti.<br />
Ma da quando sarebbe così in calo il buon Vincenzo? Nel 2019, solo lo scorso
anno quindi, è arrivato al 2° posto nel Giro vinto dall’ecuadoregno Richard
Carapaz, dimostrando quest’anno, tra il Tour e soprattutto la Vuelta chiusa
al 2° posto per una manciata di secondi, di non essere una
meteora, e davanti allo sloveno Primoz Roglic, ovvero quello che al momento è il più forte
corridore da corse a tappe, che dalla vittoria dello scorso anno alla Vuelta ha
raccolto una sfilza impressionante di successi (tra la doppietta in Spagna, oltre alla Liegi-Bastogne-Liegi e un mondiale concluso al 6° posto giocandosi il podio nella volata finale),
con la sola “macchia” del Tour perso alla penultima tappa. Al Tour dello scorso
anno Nibali, pur andato forzato dal suo team, ha tentato più volte la fuga per
una vittoria di tappa, successo raggiunto nella penultima frazione, cortissima
a seguito di una modifica del percorso a causa di una frana, e proprio per
questo corsa a ritmi altissimi e coi migliori a dare tutto fino all’ultima
goccia di energia.<br />
Il problema è che Nibali ha abituato tutti troppo bene nei precedenti anni,
facendo credere di essere un fenomeno assoluto. E fenomeno lo è, senz’altro, ma
la sua grandezza è stata quella di aver raccolto il massimo dalle sue
possibilità, spesso inventando (come alla Sanremo del 2018), vincendo senza
alcuna discussione (i 2 Lombardia), provandoci anche quando la giornata non era
la migliore (come in tante altre occasioni, tra Sanremo, Lombardia e Mondiali,
o alla sua unica apparizione al Fiandre sempre di due anni fa), puntando alle
tappe quando la forma non permetteva di lottare per la classifica generale,
facendo quasi mai apparizioni anonime. Senza contare anche della sfortuna che
lo ha tolto dai giochi sul più bello alle Olimpiadi di Rio del 2016, o la
caduta al Tour del 2018 quando sull’Alpe d’Huez sembrava in grado di poter fare
la differenza, e il cui infortunio ha poi condizionato il resto della stagione
e il Mondiale di fine anno a Innsbruck, probabilmente il più adatto a lui. E
senza contare le sconfitte “controverse”, come la Liegi persa all’ultimo
chilometro da Iglinskij, unica vittoria di prestigio del corridore kazako poi
entrato al centro di problemi di doping e per questo ritiratosi molto presto, o
la Vuelta del 2013 persa nei confronti dell’americano Horner, 41enne ai tempi,
diventato quasi improvvisamente un fenomeno a quell’età. O il mondiale di
Firenze sempre di quell’anno, vinto dal portoghese Rui Costa e dove Nibali,
stretto nella morsa dei due spagnoli, non riuscì per poco a concretizzare la
sua superiorità in salita.<br />
Ma la sfortuna lo ha colpito persino nella vittoria, come nel Tour dominato del 2014, una vittoria a volte considerata di mezzo valore a causa del ritiro
dei due principali antagonisti, Chris Froome e Alberto Contador, anche se sono
in molti - compreso me - a credere che quello fu il miglior Nibali di sempre e che avrebbe potuto ugualmente vincere.
Proprio in quegli anni, tra 2012 e 2014, fu probabilmente il suo periodo
migliore. Ma non che dopo abbia fatto schifo! L’incredibile recupero del Giro
del 2016 nelle ultime 2 tappe fu qualcosa di clamoroso, senza contare gli altri
podi nelle corse a tappe (il 3° posto del Giro a 40” da Dumoulin e il 2° della
Vuelta, entrambi nel 2017).<br />
Un corridore così, capace di vincere i 3 Grandi Giri e 2 Classiche Monumento, con una
sfilza incredibile di podi e di top ten sempre in queste corse, è una rarità assoluta nella storia del ciclismo e che bisogna
tenersi stretta, evitando di criticarla per risultati minori rispetto alle attese.</span></p><p align="left" class="MsoNormal" style="text-align: left;">Il problema è la
solita ricerca, spesso tutta italiana, di fare paragoni col passato (e il passato, nel ciclismo, ora si chiama Marco Pantani), pensando
che un atleta sia degno di essere chiamato campione tale solo dominando per
anni senza sconfitte, o che un ciclista debba diventare leggenda solo con fughe epiche, senza accettare il cambiamento dei tempi e magari un ciclismo più
pulito di anni decenni fa. A proposito, anche il fatto di essere stato sempre
lontano da chiacchiere e dubbi sul suo conto non è cosa irrilevante per
mostrare la grandezza di un ciclista che non si è mai risparmiato e che mancherà molto, quando smetterà.<br /><br />(Articolo a cura di Stefano Ruzza, ultratrailrunner, trail coach e amante dello sport)</p>Stefano Ruzzahttp://www.blogger.com/profile/01567629345267977078noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-87496412105931987.post-84046337995729254282020-10-29T20:34:00.004+01:002020-11-12T22:13:05.833+01:00Chi è il più grande di tutti i tempi? Ha davvero senso chiederselo?<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDylPXDrLDjdq9ofdCCJ5PzxyI6oCI1Oh48XgMWCu_0b_3BsWF3I-HhIaJ4tk9qU2MJPLRRPdJP_9U_gpwhOUymVmilLzN7eoFxDwoHLb5z3oN7pCQowHISWyrH0kGgzLAfB4vw4PSNBs/s768/Muhammad-Ali-Wilt-Chamberlain-fight-GettyImages-515345904-768x576.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="576" data-original-width="768" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhDylPXDrLDjdq9ofdCCJ5PzxyI6oCI1Oh48XgMWCu_0b_3BsWF3I-HhIaJ4tk9qU2MJPLRRPdJP_9U_gpwhOUymVmilLzN7eoFxDwoHLb5z3oN7pCQowHISWyrH0kGgzLAfB4vw4PSNBs/s320/Muhammad-Ali-Wilt-Chamberlain-fight-GettyImages-515345904-768x576.jpg" width="320" /></a></div>Domenica 25
ottobre il britannico Lewis Hamilton ha vinto il Gran Premio del Portogallo,
suo 92° successo in Formula 1, superando così Michael Schumacher e
avvicinandosi anche al 7° titolo mondiale, che gli permetterebbe di raggiungere
anche in questo caso l’ex pilota Ferrari. Tra addetti ai lavori e tifosi sono
partiti i classici confronti tra i 2 piloti, o meglio, sono ritornati, visto
che basta un nuovo record (e Hamilton ne sta infrangendo sempre di più) per
riaccendere la discussione.<br />Lo stesso è accaduto 2 settimane prima dopo la vittoria in NBA dei Los Angeles
Lakers, che ha visto LeBron James vittorioso per la quarta volta di un titolo e
sempre per la quarta volta con il premio di MVP della serie finale: chi è il
più grande, Michael Jordan o LeBron James?<br />Stesso discorso dopo la vittoria di Rafael Nadal all’Open francese: meglio lui
o Roger Federer? E così via. Si potrebbe anche parlare dei confronti eterni tra Maradona e Pelé,
che in questi giorni stanno per compiere o hanno compiuto 60 e 80 anni, oppure
dell’altro confronto tra i contemporanei Cristiano Ronaldo e Messi.<br />Ovviamente per ognuno di questi confronti ci sono tifoserie o preferenze, e
spesso entrano nel gioco altri grandi campioni con cui fare i confronti, ma a
certi livelli è quasi impossibile dire chi sia o sia stato migliore di un
altro. Eh, ma Hamilton è favorito dall’auto migliore. Eh, ma Schumacher anche.
Eh, ma nessuno guidava come Senna. Eh, ma anche lui ha commesso molti errori
superflui e ha vinto meno di quanto poteva. E allora Prost che gli teneva testa
e spesso lo batteva? E allora il coraggio di Gilles Villeneuve? E la bravura di
Niki Lauda? E il coraggio dei pionieri dei primi mondiali, tipo Fangio o
Ascari?<br /><span lang="IT" style="line-height: 107%;">E i discorsi
sono simili nell’NBA, non conto più le volte che ho sentito o letto cose
simili. Michael Jordan ha vinto perché aveva Pippen. LeBron James ha vinto cambiando
squadra quando gli faceva comodo. Ma Michael Jordan era più vincente. Ma Lebron
James sa passare meglio la palla. Eh allora Magic Johnson che sapeva fare tutti
i ruoli ed era il più completo</span><span lang="IT" style="line-height: 107%;">?</span><span lang="IT" style="line-height: 107%;"> E allora Wilt Chamberlain che
segnava punti come nessuno e dominava fisicamente? Sì, ma era scarso
tecnicamente e non sapeva tirare i liberi. E allora Bill Russell che è stato il
più vincente? E la mentalità di Kobe Bryant? Sì ma senza Shaq non avrebbe
vinto. E così via.<br /></span>Nel tennis?
Federer è esteticamente il migliore di sempre, il più completo. Ma Nadal lo ha
spesso battuto ed è più forte fisicamente e mentalmente. E Djokovic che quando
è in forma sembra l’incrocio degli altri due? Eh ma è antipatico. E allora il
genio di McEnroe? Sì ma ha vinto meno di altri, Bjorn Borg era più completo. E
Pete Sampras che è stato quasi il prototipo del giocatore moderno? Ma era
freddo, meglio Agassi. E si potrebbe andare avanti all’infinito in ogni sport.<br />Poi pensiamo a quello
che viene molto spesso considerato come il GOAT (Greatest Of All Time, il più
grande di tutti i tempi) tra tutti gli sportivi, Muhammad Ali. Eppure dagli
esperti ed appassionati di boxe non è nemmeno considerato il più grande del
ring, di certo tra i più grandi, ma almeno 2 o 3 altri pugili lo precedono
spesso nelle preferenze in questa particolare classifica. La sua grandezza semplicemente
travalicava lo sport.<p></p><p align="left" class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span lang="IT" style="line-height: 107%;">
Quindi chi è davvero il più grande? Ma alla fine, cosa farsene di questi
confronti? Hanno davvero senso? Forse cercare chi sia il migliore nel confronto
impossibile tra epoche diverse è qualcosa di ancestrale nell’uomo, la ricerca
di un riferimento da mettere in cima e con cui confrontarsi (oppure da buttare
giù quando non fa più comodo). La mia personalissima opinione è che questi
confronti hanno il senso di una chiacchierata tra amici, qualcosa di stimolante
per la fantasia, tentando di immaginare cosa farebbero i campioni di oggi con i
mezzi di un tempo e viceversa. Il mio pensiero è che i sondaggi lanciati ogni
volta che salta fuori il discorso debbano venir presi per quello che sono, una
sorta di gioco curioso, magari per capire chi è il “prototipo” perfetto per
quello sport, ma evitando che vengano preso troppo sul serio, astenendosi da discussioni
che spesso invece sfociano in insulti e tifoserie sfrenate a senso unico senza
il minimo riconoscimento per l’atleta che non piace.</span></p><p align="left" class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span lang="IT" style="line-height: 107%;">
Alla fine queste “discussioni” su chi sia più forte, su chi sia il più grande,
sono utili forse semplicemente per una cosa: godersi lo spettacolo del momento
o le immagini del passato, cercare cos’abbiano di tanto speciale ognuno di
questi incredibili atleti, e magari trarne utili spunti anche per le nostre
personali imprese quotidiane.<span style="font-size: 16pt;"><o:p></o:p></span></span></p><p align="left" class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span lang="IT" style="line-height: 107%;"><br /></span></p><p align="left" class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span lang="IT" style="line-height: 107%;">(Articolo a cura di Stefano Ruzza, ultratrailrunner, </span>trail coach e amante dello sport)</p>Stefano Ruzzahttp://www.blogger.com/profile/01567629345267977078noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-87496412105931987.post-42616002012593467642020-10-22T20:45:00.004+02:002020-10-22T20:56:43.618+02:00L'importanza delle parole<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRELb1-FbcXCzwUgs3TIk6wWXAMg6a8dLz4T1asQBJ1vzPs3aLnBTzyioQSgVhjSw_3rORVetY4mBSJjDHhyMZmRaRQcFqVaKkP9NH04BOeQj9cC1_-vy_wkiI870ExUgxKuhLMFzquYA/s1300/rassegna-stampa-usarequesto.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="701" data-original-width="1300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRELb1-FbcXCzwUgs3TIk6wWXAMg6a8dLz4T1asQBJ1vzPs3aLnBTzyioQSgVhjSw_3rORVetY4mBSJjDHhyMZmRaRQcFqVaKkP9NH04BOeQj9cC1_-vy_wkiI870ExUgxKuhLMFzquYA/s320/rassegna-stampa-usarequesto.jpg" width="320" /></a></div>Le parole sono importanti, soprattutto quelle scritte, quelle che rimangono. Io delle volte mi perdo letteralmente alla ricerca delle parole migliori per raccontare o spiegare qualcosa. Tutti gli articoli che scrivo o che ho scritto sono o sono stati un parto. Per non parlare degli altri progetti che ho da anni e che non mi decido mai a completare nell’incertezza di non averli scritti abbastanza bene o di aver dimenticato qualcosa. Scrivo, modifico, cancello, riscrivo, taglio, sposto, rimodifico, aggiungo, taglio ancora, riscrivo, fino a che ad un certo punto non mi decido a pubblicare quello che è rimasto, anche se non mi convince, anche se puntualmente, rileggendo il tutto una volta pubblicato, trovo dentro errori, omissioni, frasi uscite male, concetti non chiari, con un senso di “incompleto” che mi perseguita da sempre.<p></p><p>Eppure non sono giornalista. Sono un atleta, allenatore e… bo, blogger si può dire? Scrittore sarebbe troppo, potrei definirmi più un aspirante scrittore, uno dei tanti, perché non basta scrivere per definirsi tale, così come non basta avere un mantello per essere un supereroe. Creatore di contenuti? Forse, qualunque cosa voglia dire. Poi questi contenuti possono anche essere di pessima qualità, non sta a me giudicarli, ma cerco di proporre qualcosa. Ma sto divagando, queste ultime frasi erano una sorta di premessa, torniamo all’importanza delle parole. Ecco, un giornalista dovrebbe porre un’enorme attenzione alle parole. Dovrebbe raccontare i fatti, e poi eventualmente anche esporre opinioni, certo, se ben argomentate e supportate, ma sappiamo bene che spesso si va ben oltre. Da sempre si sa come non tutta la categoria sia della stessa fattura. Ma va bene, è così per ogni lavoro. Negli ultimi tempi, poi, stiamo assistendo purtroppo a una totale deriva, con articoli di bassissimo livello, spesso anche presso quotidiani più letti e venduti che parlano di premi Nobel o ricercatrici con titoli ridicoli e ridicolizzanti. Ed è (anche) un certo modo di scrivere e di far giornalismo che fa allontanare molte persone dalle notizie vere e la avvicina alle fake news o a siti totalmente inattendibili o alle teorie più strampalate. Sta accadendo di nuovo anche con gli ultimi eventi. Non parlo comunque di tutti i giornalisti, sia chiaro, non è un attacco a tutta la categoria, è obbligo precisarlo.</p><p>Ma dove voglio arrivare? Voglio arrivare ai titoli del giornalismo sportivo. Anche in questo caso non si tratta di tutto il giornalismo sportivo, solo alcuni titoli. Ne trarrebbero beneficio pesino giornali (o siti) e giornalisti stessi se certi titoli fossero più semplice. Gli atleti e i loro sforzi ne guadagnerebbero in riconoscenza. Titoli come “Delusione”, “Tizio solo terzo”, “Inizio della fine per Caio?”, “Esonero in arrivo?” distorcono la realtà ed estrapolano sentenze da un semplice risultato, frutto di infiniti fattori concomitanti. Spesso son proprio questi titoli a dare il peggio di sé, mentre gli articoli a volte sono un po’ più specifici e meno superficiali (non sempre), ma basta leggere quotidiani o siti di sport per trovare queste espressioni molto spesso, troppo spesso. Di certo c’è chi cerca il titolo ad effetto più di altri, c’è chi vuole innescare appositamente polemiche e ci sguazza dentro, ma in molto lo fanno credo senza nemmeno rendersene conto. E non è un bene. Sin dal “solo 2° posto per Sara Simeoni” in un’edizione olimpica, passando per qualsiasi articolo negativo riguardante un campione dello sport, questi titoli hanno proseguito ad apparire imperterriti, sempre di più, senza sconti per nessuno.</p><p>L’ultima vittima è stata Eliud Kipchoge, che nella Maratona di Londra dello scorso 4 ottobre (un evento per pochi atleti élite, senza pubblico, su un anello da ripetere più volte) ha avuto dei problemi fisici terminando così al 8° posto. Dopo aver vinto 11 delle 12 maratone disputate (prima di Londra), con tanto di titolo olimpico, record del mondo ufficiale e primo uomo sotto le 2h in maratona (non ufficiale), è bastata una gara non uscita bene, in un anno come questo, con condizioni gara non proprio ideali (pioveva anche e c’era molto freddo umido, non il massimo per la prestazione), per far combaciare il tutto con l’inizio della sua decadenza, secondo alcuni. Questo era solo l’ultimo caso abbastanza clamoroso di uno sport che seguo, ma ce ne saranno stati certamente altri anche in discipline che conosco meno in articoli che mi sono sicuramente sfuggiti.</p><p>Ecco, in un momento storico in cui chiunque si sente libero di poter scrivere qualsiasi commento sui social (o appunto nella sezione commenti dei siti d’informazione), sarebbe molto utile se si facesse un po’ più attenzione nel dare giudizi negativi a sportivi per una prestazione minore rispetto al solito. Le parole sono importanti, dovrebbe ricordarselo chi con le parole ci lavora ogni giorno e con esse può influenzare i pensieri delle persone comuni.</p><div><span style="font-size: small;"><br /></span></div><div><span style="font-size: small;">(Articolo a cura di Stefano Ruzza, trail coach e ultratrailrunner)</span></div>Stefano Ruzzahttp://www.blogger.com/profile/01567629345267977078noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-87496412105931987.post-78009748109230347222020-10-16T17:28:00.004+02:002020-10-22T20:57:00.444+02:00Il calo di spettatori e i confronti col passato<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPPKzAhX9VvEVS0Vv96CUf7O3RP5TcALafMZNMB8_QeqCEBU_zgcsbeEYUBdnSggkto03riQuICzuJ12kIdcy7DkVCoi9ndLER3wkKoMEdjy4J_vrisEivtvv72Hv_aSKzZyFLmU5PnME/s2048/20200730_184215.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPPKzAhX9VvEVS0Vv96CUf7O3RP5TcALafMZNMB8_QeqCEBU_zgcsbeEYUBdnSggkto03riQuICzuJ12kIdcy7DkVCoi9ndLER3wkKoMEdjy4J_vrisEivtvv72Hv_aSKzZyFLmU5PnME/s320/20200730_184215.jpg" width="320" /></a></div><span style="font-family: inherit; white-space: pre-wrap;">Domenica 11 ottobre si è conclusa l’NBA con la vittoria dei Los Angeles Lakers contro la squadra sorpresa dei playoff, i Miami Heat. Oltre il lato sportivo (e sicuramente anche psicologico, visto che è stata completata la stagione rimanendo per 3 mesi nella cosiddetta “bolla” di Orlando negli spazi messi a disposizione da Disney World), c’è un altro argomento che ha destato curiosità e teorie varie, ovvero la diminuzione degli spettatori televisivi negli Stati Uniti.</span><p></p><span id="docs-internal-guid-7f526995-7fff-97f1-e9a3-1da59988a98d"><span style="font-family: inherit; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Se le diverse teorie hanno ognuna una certa logica e possono spiegare in buona parte il calo di spettatori, alla fine ce n’è un’altra forse più semplice. Probabilmente ci saranno anche analisi statistiche che contraddicono o confermano queste ipotesi, queste sono solo considerazioni lette qua e là ampliate da altre mie personali.
</span></span><div><span style="font-family: inherit;"><span face="Calibri, sans-serif" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">Eccone quindi elencate alcune.</span><span face="Calibri, sans-serif" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span><span face="Calibri, sans-serif" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">- L’assenza di pubblico dal vivo. Può sembrare un controsenso, visto che senza la possibilità per gli spettatori di assistere dal vivo alle partite (proprio a causa della bolla creata per salvaguardare giocatori e staff) si potrebbe pensare che più persone avrebbero potuto godere della visione in tv. In realtà poche migliaia di persone in meno sugli spalti non avrebbero cambiato di molto il pubblico davanti agli schermi, mentre invece potrebbe aver influito sul creare meno quel senso di spettacolo che agli americani piace tanto. Persino lo stesso fatto di non poter assistere a partite dal vivo per tanti mesi può aver tolto interesse: se si guarda una partita NBA dal vivo, anche senza essere tifosi, è più probabile che poi la curiosità rimanga per il resto della stagione seguendo altre partite, in particolare le Finals.</span><span face="Calibri, sans-serif" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span><span face="Calibri, sans-serif" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">- La concomitanza con altri campionati professionistici americani. Negli Stati Uniti in genere i principali campionati degli sport di squadra sono distribuiti durante l’anno in modo da non farsi troppa concorrenza. Ad esempio nel periodo di tra fine estate e inizio autunno si svolgono i playoff di baseball (la MLB). A causa dei mesi di lockdown e del ritardo nel completare il campionato di basket, i playoff dei due sport sono finiti per combaciare togliendosi qualche spettatore a vicenda. Anche l’inizio della stagione NFL, il campionato di football, può aver spostato qualche numero. Quando normalmente l’NBA si trova a giocare playoff e finals tra fine aprile e giugno l’NFL è in pausa.</span><span face="Calibri, sans-serif" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span><span face="Calibri, sans-serif" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">- Le prese di posizioni sociali e politiche di giocatori, allenatori e proprietari. Al netto delle polemiche e delle accuse sulle proteste (ma tutto è politica, e così come ognuno può sentirsi libero di scrivere la propria idea su internet e sui social media, così possono farlo i giocatori, che attraverso il proprio megafono possono raggiungere porzioni di popolazione solitamente lontane da certe questioni), ciò può aver influito, ma forse meno di quanto si possa pensare. Il basket, e l’NBA in particolare, non è uno sport che attrae particolarmente repubblicani conservatori. Se qualche spettatore è stato perso, di certo non è stato il motivo principale.</span><span face="Calibri, sans-serif" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span><span face="Calibri, sans-serif" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">- Il diverso periodo e gli orari degli incontri. Partite che finiscono quasi a mezzanotte sono sicuramente più semplici da guardare a giugno, con scuole chiuse e notti più “vive” che ad ottobre.</span><span face="Calibri, sans-serif" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span><span face="Calibri, sans-serif" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">- L’incredibile vastità delle proposte in tv o su internet. Se qualche decina di anni fa i canali erano relativamente pochi e le proposte decisamente minori, ora c’è una babilonia di proposte diverse. Inoltre sempre più giovani seguono più altri canali, come ad esempio video su YouTube, anziché rimanere davanti alla tv.</span><span face="Calibri, sans-serif" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span><span face="Calibri, sans-serif" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">- Un normale e fisiologico calo di interesse dovuto proprio dalla particolarità della stagione. Non poche persone hanno visto come “falsato” il campionato, per il semplice fatto di non aver completato tutte le partite della regular season e di aver giocato in “campo neutro” e senza pubblico.</span><span face="Calibri, sans-serif" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span><span face="Calibri, sans-serif" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span><span face="Calibri, sans-serif" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">L’ultima ipotesi, del tutto personale, è che semplicemente i tempi cambiano e questa morbosa e allo stesso tempo normale abitudine dell’essere umano di fare confronti tra epoche diverse lascia sempre il tempo che trova. È stato così per il cinema, che ovviamente ha patito l’arrivo prima della tv, poi dei videoregistratori, infine di internet, per cui è impossibile paragonare gli spettatori di oggi in sala (almeno fino a prima della pandemia) con quelli di quasi un secolo fa. Ma può essere lo stesso per gli spettatori nel calcio, o per la vendita di album musicali (cd o vinili che siano), o il fascino che possono aver gli sport motoristici. Ogni attività ha avuto il proprio periodo d’oro, un tempo in cui per diverse concause l’interesse è stato maggiore, a cui segue un periodo di fisiologico calo a causa dei motivi più diversi. Ciò non significa che prima erano tutti bravi in quell’attività e poi sono tutti peggiorati, fa solo parte dei continui cambiamenti della società, che mai come in questo periodo sta cambiando tanto repentinamente.</span><span face="Calibri, sans-serif" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span><span face="Calibri, sans-serif" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;">
L’NBA ha fatto qualcosa di incredibile riuscendo a portare a termine la stagione mantenendo in sicurezza giocatori e staff, i quali hanno offerto un grande spettacolo agonistico nonostante le enormi difficoltà. Ridurre il giudizio del successo solo in base al numero degli spettatori in tv è davvero fuorviante, riduttivo, e non dà il giusto merito a questo splendido campionato.</span></span></div><div><span style="font-family: inherit;"><span face="Calibri, sans-serif" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></span></div><div><span style="font-family: inherit;"><span face="Calibri, sans-serif" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><br /></span></span></div><div><span style="font-family: inherit;"><span face="Calibri, sans-serif" style="font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; vertical-align: baseline; white-space: pre-wrap;"><span style="font-size: small; white-space: normal;">(Articolo a cura di Stefano Ruzza, trail coach e ultratrailrunner)</span></span></span></div>Stefano Ruzzahttp://www.blogger.com/profile/01567629345267977078noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-87496412105931987.post-5080185927490888362020-10-13T21:58:00.002+02:002020-10-13T21:58:50.435+02:00La difficile arte di sbagliare e ammettere l'errore<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNDhdCFq54ODpy2uww5zqyPoP6JVMKdg6E0yvUhD78R2Lrwzvc9aAiLsjLgoO1hTr6fGmCrh5NJAVyAWyQq66olZUMVKugdRqVYFsSMzR9epn9qSG_0udFnlcAd5eocn8-uQd-sbbdaFk/s1050/jacopo-segre-1050x525.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="525" data-original-width="1050" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNDhdCFq54ODpy2uww5zqyPoP6JVMKdg6E0yvUhD78R2Lrwzvc9aAiLsjLgoO1hTr6fGmCrh5NJAVyAWyQq66olZUMVKugdRqVYFsSMzR9epn9qSG_0udFnlcAd5eocn8-uQd-sbbdaFk/s320/jacopo-segre-1050x525.jpg" width="320" /></a></div><span style="font-size: small;">Durante la
seconda giornata del campionato di Serie A di calcio ha fatto il suo esordio un
ragazzo di 23 anni, Jacopo Segre, con la maglia del Torino. Pochi giorni dopo,
Filippo Galli, ex difensore e dirigente del Milan, ha raccontato sulla propria pagina
di Facebook come, a causa anche della propria valutazione negativa, dopo 10
anni nelle giovanili rossonere il giovane Segre non fosse stato confermato,
finendo così nelle giovanili granata. Quante volte si è vista una tale
ammissione di un errore da parte di un dirigente sportivo? Anzi, un ammissione
di errore proprio in generale. Di solito la colpa è sempre di qualcun altro,
oppure se l’errore non è così clamoroso si fa finta di niente e si lascia
perdere. Filippo Galli avrebbe potuto non dire niente, visto che non molti
avrebbero notato il particolare, invece no, ha ammesso di aver sbagliato la sua
osservazione ai tempi, aggiungendo anche i complimenti a Segre per il traguardo
raggiunto e per la perseveranza con la quale ha continuato a impegnarsi per meritarsi
un posto in Serie A.</span><p></p><p><span style="font-size: small;">Non solo si può sbagliare, ma soprattutto
si può sbagliare quando non si può prevedere il futuro. Pensando allo sport,
quante volte si critica qualcuno per un risultato non raggiunto, dicendo “eh,
ma non doveva fare quella gara”, “doveva allenarsi in modo diverso”, “doveva
fare questo e quello”. Funziona così, se si raggiunge il risultato si viene esaltati,
se non lo si raggiunge parte la facile critica su cosa si sarebbe dovuto fare.
Tutti prendiamo decisioni, ogni giorno quasi in ogni momento. Molte di esse non
sono nulla di importante: anche quando andare a fare la spesa, dove e cosa
comprare sono decisioni da prendere. Poi ci sono decisioni più difficili e complicate
di altre. Più gli effetti della decisione sono importanti e più è probabile
ricevere critiche, anche quando le cose vanno bene. Quest’anno lo abbiamo ben
visto. Parlare di errore di valutazione quando gli effetti di una scelta si
vedono molto tempo dopo non è così difficile. Molto più difficile è ammetterlo,
l’errore.</span></p><p><span style="font-size: x-small;">(Articolo a cura di Stefano Ruzza, trail coach e ultratrailrunner)</span></p>Stefano Ruzzahttp://www.blogger.com/profile/01567629345267977078noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-87496412105931987.post-74675292795173734762020-10-12T22:11:00.001+02:002020-10-21T21:44:27.909+02:00"Non perdi mai. Vinci o impari"<p></p><div class="separator" style="clear: both; font-size: small; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6jFLnDoQcZTW6jzEegXUxQUGOKGNdVOa1FtEfSgeUjayc1dveIv24GLXJL57PMsWiv1f46dzMj22VaAuRHnMnJUPGzQ9AnHCv-k39Q9My0T4OrUbWBoXkDozIgXvrIlG9Auy67JmbEPQ/s2048/AP-1VSV9HKND2111_news.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1365" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6jFLnDoQcZTW6jzEegXUxQUGOKGNdVOa1FtEfSgeUjayc1dveIv24GLXJL57PMsWiv1f46dzMj22VaAuRHnMnJUPGzQ9AnHCv-k39Q9My0T4OrUbWBoXkDozIgXvrIlG9Auy67JmbEPQ/s320/AP-1VSV9HKND2111_news.jpg" width="320" /></a></div>1° ottobre 2020,
prova di Coppa del Mondo di Mountain Bike, specialità Cross Country (quella
olimpica, per intenderci). A causa dello stravolgimento dei calendari e della
cancellazione di quasi tutti gli eventi della competizione, le prove si sono svolte
tutte nella settimana a cavallo tra fine settembre e inizio ottobre a Nove
Mesto (Repubblica Ceca), con 4 gare in tutto, 2 di short track (20' circa di
durata) e 2 di distanza classica (pressappoco 1h30'). La primissima gara del
circuito è stata una short track, che avrebbe poi delineato anche il
posizionamento in partenza per la gara classica (nella mountain bike è
importante partire davanti a causa dei percorsi stretti e tecnici, a differenza
del ciclismo su strada).<p></p>
<p align="left" class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span lang="IT" style="line-height: 107%;">In questo
esordio non poche sono state le sorprese, sicuramente dovute anche all'anno
particolare e all’esplosione di giovani promettenti. Nino Schurter, vincitore
di 7 delle ultime 10 coppe del mondo (e 3 volte 2°), oltre al titolo olimpico e
a ben 8 mondiali, non è mai stato uno specialista dello short track, adatto più
ad altri bikers più esplosivi, ma si è comunque spesso difeso egregiamente.
Però stavolta ha avuto qualche problema arrivando 29°. Il giorno dopo, quindi,
1° ottobre, sarebbe partito un po' indietro. Niente di troppo compromettente,
il tempo per recuperare ci sarebbe stato, ma comunque meglio non perdere troppo
tempo nelle retrovie imbottigliato nel gruppo. Dopo la partenza, infatti, in
poche curve Schurter si è trovato nelle primissime posizioni. Già alla fine del
primo giro (dei 7 previsti) però il campione del mondo di nuovo aveva perso
diverse posizioni. Più passava il tempo e più il suo distacco dalla testa della
corsa aumentava. Schurter era ben oltre la 20° posizione e il volto era
affaticato e sofferente. Già sarebbero potute partire le ipotesi, o meglio, le
prime speculazioni: l’età che avanza, giovani sempre più forti, scarsa forma, e
tutto il resto. Io stesso ammetto di aver fatto pensieri simili mentre guardavo
la corsa. Verso metà gara però Nino (come viene confidenzialmente chiamato da
tutti gli appassionati di mountain bike) inizia a recuperare posizioni e appare
sempre più brillante. La sua rimonta diventa sempre più entusiasmante e arriva
a concludere la corsa al 4° posto battendo di pochi centimetri Avancini, rivale
col quale non c'è particolare simpatia e di solito più veloce nello sprint.<o:p></o:p></span></p>
<p align="left" class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span lang="IT" style="line-height: 107%;">Nel dopo gara
sui propri canali social Schurter ha scritto una cosa verissima e sicuramente
molto motivante. “Non perdi mai. Vinci o impari”. Aggiungendo poi la ormai
classica e inflazionata “mai mollare", che è sì sempre più frase fatta, ma
anche dannatamente reale. Nel resto della sua analisi della propria gara ha poi
ammesso di aver spinto troppo all'inizio per recuperare subito posizioni,
affaticandosi quindi più del dovuto e soffrendo nei successivi giri, i primi
della competizione.</span></p><p align="left" class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span lang="IT" style="line-height: 107%;">
Anche “non perdi mai: vinci o impari” può sembrare una frase fatta o retorica,
ma in fondo è davvero così che funziona. Non vincere (o non raggiungere un
traguardo sperato e possibile) è in realtà un modo molto utile per imparare,
forse il migliore. E visto quanto ha vinto Nino Schurter nella sua carriera,
deve aver imparato moltissimo dalle poche sconfitte. Ha imparato anche dal 9° posto del campionato mondiale svoltosi il 10 ottobre su un percorso anomalo e che ha visto vincitore un po' a sorpresa il francese Jordan Sarrou, che finora come miglior risultato aveva giusto un 3° posto in una prova di Coppa del Mondo. La settimana successiva Nino Schurter ha mostrato il meglio di sè vincendo il Campionato Europeo. L'anno prossimo, il primo in cui Nino non indosserà la maglia iridata dopo 5 anni consecutivi, ma quella con bande azzurre del titolo europeo, c'è da scommettere che non si presenterà impreparato all'appuntamento olimpico.<br /></span></p><p align="left" class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span lang="IT" style="line-height: 107%;"><br /></span></p><p align="left" class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="font-size: x-small;">(Articolo scritto da Stefano Ruzza, trail coach e ultratrailrunner)</span></p>Stefano Ruzzahttp://www.blogger.com/profile/01567629345267977078noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-87496412105931987.post-9297168695868911922020-10-08T21:49:00.002+02:002020-10-08T21:51:57.062+02:00Lo sport dove in troppi si credono vincitori<p></p><p align="left" class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="font-size: medium;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-size: medium;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd6M3SXKBONTLNeDwswH-EN8m-kINfTn8ROK-ObaFNsRM6Z0QKbE0_ohoHMY0PSCl_YNskJWVeFLM5-OeMULCzu_2LvhYEMa3Anebzad-rqIQzN31RRNzL8x6woFDS-WzcGHjag0okLn0/s1200/2881074-59329488-2560-1440.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="675" data-original-width="1200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjd6M3SXKBONTLNeDwswH-EN8m-kINfTn8ROK-ObaFNsRM6Z0QKbE0_ohoHMY0PSCl_YNskJWVeFLM5-OeMULCzu_2LvhYEMa3Anebzad-rqIQzN31RRNzL8x6woFDS-WzcGHjag0okLn0/s320/2881074-59329488-2560-1440.jpg" width="320" /></a></span></div><div style="text-align: left;"><span><span lang="IT" style="line-height: 107%;">All’ultimo Tour
de France si è purtroppo ritirato dopo poche tappe Fabio Aru. I motivi non li
sappiamo, nonostante le ovvie speculazioni: problemi fisici generici,
condizione che non gli permetteva di reggere le ruote del gruppo nemmeno in
pianura (questo nella tappa del ritiro, perché nelle precedenti aveva fatto una
corsa quantomeno da corridore “normale”), oppure problemi psicologici. Sui
social o sui siti sono partite le accuse: non si impegna, guadagna troppo, non
ha la testa, sopravvalutato, bollito, eccetera. Ormai il mondo è così, il
commento non è più “al bar”, o tra amici, o a casa, ma si dice tutto sui social
o sulla sezione commenti dei siti d’informazione. Solo che le voci in questo
modo girano più velocemente, gli insulti arrivano più facilmente anche agli
stessi protagonisti, in questo caso uno sportivo, ma potrebbe essere un
qualsiasi personaggio pubblico.</span></span></div><div style="text-align: left;"><span><br /></span></div><div style="text-align: left;"><span>Il limite non esiste più, ormai l’insulto è gratuito. Un giorno ho avuto uno
scambio di commenti sui social con una signora (che non so se avesse un passato
sportivo, dalla sua pagina non si capiva, ma diciamo che non sembrava) che ha
dato dell’arrogante a Elia Viviani, così, da non si sa quale pulpito e senza
alcun motivo di partenza. Lui le aveva fatto qualcosa? No, semplicemente lui ha
vinto un’Olimpiade (cioè, ripeto, un’Olimpiade), ha avuto altri successi abbastanza
importanti negli anni successivi, quest’anno (chiaramente un anno tutto strano,
con piani saltati e situazioni completamente nuove) ha fatto meno risultati per
motivi che nessuno può sapere (una forma peggiore?, qualche malanno che ha
rallentato la preparazione o ha ridotto le prestazioni?, gli altri che sono
diventati più forti contemporaneamente alla sua età che avanza?), ed ecco che
automaticamente il corridore che non fa più risultati è montato, o
sopravvalutato, o non si impegna abbastanza (che poi, se l’obiettivo principale
erano di nuovo le Olimpiadi e queste sono state rimandate all’anno prossimo,
potrebbe anche essere normale trovarsi un poco al di sotto del proprio standard
in attesa del prossimo anno). Oppure potrebbe allenarsi male o peggio di prima,
è possibile, ma questo non lo si può sapere e di certo a stabilirlo non credo
sia una tizia (o un tizio) qualunque che commenta da casa.</span></div><div style="text-align: left;"><span><br /></span><span>Di casi simili ce ne
sono in quantità enormi: Vincenzo Nibali al Giro di Lombardia sofferente di
crampi nel finale di corsa e poi gente da casa a suggerirgli sui social che
avrebbe dovuto bere di più o alimentarsi meglio. Capito? Gente da casa che dice
come bere e alimentarsi in gara a Nibali, il più vincente ciclista degli ultimi
10 anni e che corre in bicicletta ai massimi livelli da quando era bambino. Per
non parlare delle critiche allucinanti che ho letto nei suoi confronti dopo il
Mondiale di Imola che lo ha visto comunque tra i protagonisti. E si può già
immaginare che se dovesse fare un ottimo Giro d’Italia alcuni suoi critici
saliranno sul carro, oppure si lamenteranno del fatto che la concorrenza fosse
scarsa, come hanno d’altronde spesso fatto i suoi detrattori, vai a capire
perché poi.<br /></span><span><br /></span></div><div style="text-align: left;"><span>In questi ultimi mesi ricordo anche critiche a Yeman Crippa (parliamo di
atletica leggera) alla sua prima apparizione post lockdown in una gara sui 1500
metri, “colpevole” di aver corso troppi secondi oltre il record italiano e che
col suo stipendio da poliziotto dovrebbe far di meglio, perché pagato dagli
italiani. Anche qua, poco impegno, sopravvalutato, allenato male, pagato
troppo, eccetera, le solite cose. Peccato che successivamente abbia fatto due
record italiani (3000 e 5000 metri) e sfiorato proprio quello dei 1500. Eppure
non è bastato, anche qua critiche, perché il record del mondo è lontano, gli
altri paesi fanno meglio, il record era vecchio, era ora, può far meglio, così
non si vincono le medaglie, eccetera eccetera (non considero nemmeno i commenti
a sfondo raziale, non meritano citazione). Cosa simile anche per Filippo Tortu,
ad esempio. Già dallo scorso anno sono iniziati i soliti commenti/insulti di
rito, reo di non essere più migliorato dopo il sub 10” nel 100 metri del 2018:
sopravvalutato, gonfiato, appagato, eccetera, oltre ovviamente ad accuse
sull’avere come allenatore il padre (che quando funziona è geniale, come ad
esempio per i fratelli Ingebrigsten, altrimenti è una cosa che non si fa, ma lo
si dice quando va male, non quando va bene, cioè fino al 9”99 del 2018).
Eppure, una finale mondiale lo scorso anno con tanto di 7° posto a Doha l’ha
portata a casa. Ma non basta, gli altri vanno più veloce, così non si vincono
le medaglie, e il solito bla bla bla.<br /></span><span><br /></span></div><div style="text-align: left;"><span>L’elenco potrebbe andare avanti ancora a lungo prendendo da qualsiasi sport.
Credo che non esista sportivo al mondo che non abbia detrattori, compresi
quelli considerati i più grandi di sempre, quindi figuriamoci atleti comunque
pazzeschi ma che hanno “l’onta” di non essere dei supercampioni da libri di
storia.</span></div><div style="text-align: left;"><span><br /></span><span>Preferenze o simpatie fanno parte della vita, non esiste persona al
mondo in grado di mettere tutti d’accordo, su qualsiasi tema, figuriamoci nello
sport, ma il problema è quando si va oltre la simpatia o l’antipatia e persino
oltre il tifo. L’insulto gratuito, il giudizio senza sapere nulla di quello che
avviene ad un atleta, senza sapere cosa provi, quanto impegno abbia messo,
persino quali siano i valori reali in un determinato sport (consideriamo ad
esempio il doping, cosa a cui non voglio mai pensare ma che purtroppo esiste),
spesso senza sapere le dinamiche stesse di una disciplina (un classico rimane il
ciclismo, con le accuse di non attaccare in salita o cose simile, commenti
fatti evidentemente da gente che non sa cosa voglia dire fare certe ascese a
certi ritmi).</span></div><div style="text-align: left;"><span><br /></span><span lang="IT" style="line-height: 107%;">L’atleta è visto come un gladiatore. Il pubblico vuole lo spettacolo, il
sangue, pretende la perfezione, vorrebbe gladiatori indistruttibili e
probabilmente anche senza emozioni. Troppe persone che si definiscono tifosi
non riescono a capire, anzi, non si sforzano nemmeno di pensare che un atleta è
anche una persona che può avere alti e bassi, sia fisici che psicologici, e che
l’insulto e il facile giudizio non è più tollerabile. Fa una certa impressione
vedere come molti criticoni dei ciclisti di oggi rimpiangano Marco Pantani. È proprio
l’eccessiva pressione che può rompere certe fragilità, com’è successo al
campione romagnolo. Nessuno è indistruttibile, nemmeno gli sportivi
professionisti, nemmeno i più forti al mondo. Ma troppi spettatori non se ne
rendono conto e continuano imperterriti nel loro sport dell’insulto e della
critica, lo sport più semplice e dove tanti possono essere campioni, dove troppi si credono vincitori e dove si perde solo una cosa</span><span style="line-height: 107%;">: l’umanità.</span></div><div style="text-align: left;"><span style="line-height: 107%;"><br /></span><span style="font-size: small;">(Articolo a cura di Stefano Ruzza, trail coach e ultratrailrunner)</span></div><p style="text-align: left;"></p><p></p>Stefano Ruzzahttp://www.blogger.com/profile/01567629345267977078noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-87496412105931987.post-23634286537244180072018-03-02T08:15:00.003+01:002018-03-02T08:15:23.486+01:00L'OROSCOPO DELLO SPORTIVO: MARZO<i><b>Amiche ed Amici ben ritrovati con quella che spero
sia divenuta una piacevole abitudine... A voi l'Oroscopo di Marzo!</b></i><br>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; margin-right: -0.02cm;">
<br></div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; margin-right: -0.02cm;">
<br></div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; margin-right: -0.02cm;">
<span style="font-size: small;"><i><b>ARIETE</b></i></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; margin-bottom: 0cm; margin-right: -0.02cm;">
<br></div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; margin-right: -0.02cm;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEgLQUNcyMC31vtMQeMyDq3uCEJllWgS_-WWHnCvsVqeb9Q9ryWUdkleiQ9fd8aiAnp_39wEU-r1LPu69qPh5szXUH1BeTHt2u_FtcKfccJw5PXAWMmQc27B8stjGmvJ-yHU78DS49SnZGy1UR6g3uuNJXcfJdpr=" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.astrology-zodiac-signs.com/images/aries.jpg" data-original-height="324" data-original-width="324" height="320" style="cursor: move;" width="320"></a><span style="font-size: small;"><a href="http://www.astrology-zodiac-signs.com/images/aries.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><span style="font-family: inherit;"></span></a>Buon marzo amiche ed amici dell'Ariete. Presa finalmente
una decisione in ambito sentimentale, vi sentite più leggeri e
carichi di energia. Marzo sarà un mese importante. I sacrifici di
questa dura preparazione saranno ben assorbiti e già nella parte
centrale del mese sarete pronti. Cercate in seguito di preservare la
condizione fisica con allenamenti finalizzati al mantenimento della
stessa. Il tanto atteso appuntamento di Aprile è alle porte.
Riuscirete ad essere protagonisti. Vivrete delle tensioni familiari
nella seconda metà di questo marzo. Cercare di non deludere le
aspettative altrui non è sempre la cosa giusta da fare. Chi vi vuole
bene dovrà accettare che le passioni non si possono imporre. E che
le sue, possono non essere le vostre... Non continuate ad illudere,
siate chiari e decisi. La verità è la miglior alleata. Saper fare
un pò di tutto nella vita coincide spesso con il non saper far nulla
nel migliore dei modi... Non permette di eccellere. E quindi, di
essere vincenti.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; font-style: normal; margin-bottom: 0cm; margin-right: -0.02cm;">
<span style="font-size: small;"><b>La vostra carta dei Tarocchi di Marzo è le Stelle:</b></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; margin-right: -0.02cm;">
<span style="font-size: small;">La carta numero 17 degli Arcani maggiori dei Tarocchi,
le Stelle, faciliterà l'apertura nei confronti degli altri
favorendone dialoghi sinceri. Le nuove prospettive renderanno i
rapporti più veri. Nel gergo tarologo le Stelle rappresentano
l'apertura di nuovi cicli...</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; font-style: normal; margin-bottom: 0cm; margin-right: -0.02cm;">
<span style="font-size: small;"><b>Carlton Myers 30 marzo 1971 </b><span style="font-weight: normal;">è
un ex cestista italiano. Considerato uno dei giocatori più
rappresentativi della pallacanestro italiana, è stato il
portabandiera per l'Italia ai Giochi della XXVII Olimpiade. Il papà
sassofonista cerca di avviare il figlio alla carriera musicale,
imponendogli sin dalla tenera età gli studi del flauto traverso.
Dopo aver provato a non deludere il padre, Carlton sceglie di
prediligere una strada fatta di sport. Trova nella pallacanestro la
sua dimensione dove sino all'età di quarant'anni esprime il suo
talento. In carriera vanta un Campionato Europeo con la Nazionale
Italiana nel 1999, dopo un Argento nel 1997. Uno Scudetto, una Coppa
Italia ed una Supercoppa Italiana con la Fortitudo Bologna durante il
suo periodo di militanza dal 1995 al 2001.</span></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="background: transparent; font-style: normal; font-weight: normal; margin-bottom: 0cm; margin-right: -0.02cm;">
<br>
</div><a href="https://psichesport.blogspot.com/2018/03/loroscopo-dello-sportivo-marzo.html#more">Continua a leggere...»</a>Psichesporthttp://www.blogger.com/profile/04235596315375013767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-87496412105931987.post-3077020891402404472018-02-19T10:26:00.002+01:002018-02-19T10:29:39.736+01:00La psicologia del maratoneta: seconda parte<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://www.tcsnycmarathon.org/sites/default/files/styles/image-705x400/public/Tune%20In%20and%20Watch_EliteMenStart-NYCM15_R3.jpg?itok=NG5uwEkB" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="705" height="226" src="https://www.tcsnycmarathon.org/sites/default/files/styles/image-705x400/public/Tune%20In%20and%20Watch_EliteMenStart-NYCM15_R3.jpg?itok=NG5uwEkB" width="400"></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Eccoci arrivati alla seconda puntata dei nostri articoli di approfondimento su psicologia e maratona (<a href="http://www.psichesport.com/2018/02/stress-e-maratona-il-muro-del.html">Link per accedere al primo articolo</a>)</div>
<div style="text-align: justify;">
<br></div>
<div style="text-align: justify;">
La quasi totalità della letteratura scientifica è concorde nell'affermare che la caratteristica maggiormente in grado di discriminare tra discrete, buone e ottime performance negli sport di resistenza coinvolga la capacità di percepire con minor intensità lo sforzo sostenuto. Se percepirò lo sforzo con un'intensità minore avrò la possibilità di optare per un passo più sostenuto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br></div>
<div style="text-align: justify;">
Secondo il modello Socio-Cognitivo, la percezione dello sforzo è influenzata dai seguenti fattori:</div>
<a href="https://psichesport.blogspot.com/2018/02/la-psicologia-del-maratoneta-seconda.html#more">Continua a leggere...»</a>Psichesporthttp://www.blogger.com/profile/04235596315375013767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-87496412105931987.post-59826498847231997452018-02-13T11:33:00.006+01:002020-08-22T09:19:42.626+02:00Stress e maratona: il muro del trentesimo chilometro<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNMI_z_0QDpPM8UwnGDt8Bs4Z3ahSLK79oQ5eHwuYdPCQG172o65I6ATA0aNG_zYtTBcjRp5F2YQwmipJUX3-o4z650C1GTd7RuNoyGBC9Az6OQTT37mh142USPleWIKGqo6gNDABFzqk/s1600/wall1.png" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="273" data-original-width="185" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiNMI_z_0QDpPM8UwnGDt8Bs4Z3ahSLK79oQ5eHwuYdPCQG172o65I6ATA0aNG_zYtTBcjRp5F2YQwmipJUX3-o4z650C1GTd7RuNoyGBC9Az6OQTT37mh142USPleWIKGqo6gNDABFzqk/s1600/wall1.png" width="270"></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Se analizziamo la disciplina della maratona da una prospettiva psicologica, converremo nell'affermare che uno dei maggiori fattori di stress è senza dubbio il muro del trentesimo chilometro. Le aspettative di molti maratoneti si sono infatti "scontrate" con questo ostacolo, normalmente posizionato tra il 29esimo e il 34esimo chilometro.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br></div>
<div style="text-align: justify;">
Tradizionalmente si è soliti connettere le difficoltà incontrate in questa fase di gara con l'esaurimento delle scorte di carboidrati. Se osservato da vicino ci accorgeremo che il muro della maratona è un fenomeno complesso che va oltre alla normale stanchezza, coinvolgendo più dimensioni::</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul><div style="text-align: justify;">
</div>
<li><div style="text-align: justify;">
<b><i>Dimensione fisica</i></b>: generale senso di stanchezza; gambe pesanti; affatticamento cardio-respiratorio;</div>
</li>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<li><div style="text-align: justify;">
<b><i>Dimensione comportamentale</i></b>: difficoltà a correre e riduzione del passo;</div>
</li>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<li><div style="text-align: justify;">
<b><i>Dimensione affettiva</i></b>: senso di frustrazione e forte scoraggiamento;</div>
</li>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<li><div style="text-align: justify;">
<b><i>Dimensione cognitiva</i></b>: difficoltà nel rimanere concentrati e innalzamento dei livelli di ansia;</div>
</li>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<li><div style="text-align: justify;">
<b><i>Dimensione motivazionale</i></b>: crollo motivazionale nel procedere e desiderio di camminare o interrompere la gara.</div>
</li></ul><a href="https://psichesport.blogspot.com/2018/02/stress-e-maratona-il-muro-del.html#more">Continua a leggere...»</a>Psichesporthttp://www.blogger.com/profile/04235596315375013767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-87496412105931987.post-43724728740581006262018-02-02T10:39:00.002+01:002018-02-07T12:02:43.818+01:00LIBRI DI PSICOLOGIA SPORTIVA e PSICOLOGIA DELLO SPORT<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://www.edujaipur.in/wp-content/uploads/2017/09/mnit-1-1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="534" data-original-width="800" height="213" src="https://www.edujaipur.in/wp-content/uploads/2017/09/mnit-1-1.jpg" width="320"></a></div>
Seppure la psicologia dello sport in Italia sia agli albori, questo settore è in forte espansione. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br></div>
<div style="text-align: justify;">
Chi volesse approfondire questi argomenti può scegliere tra una ricca letteratura. Di seguito desidero fornirò un elenco esaustivo dei libri esistenti in questa settore.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br></div>
<div style="text-align: justify;">
Per i libri sarà possibile accedere: 1) al link Amazon ove sarà possibile leggere un breve riassunto dei contenuti; 2) Se presente un link ad una recensione del libro svolta da parti terze; 3) Una recensione scritta da me.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br>
L'elenco andrà ad ampliarsi settimana dopo settimana, una volta recensiti i nuovi libri:<br>
</div><a href="https://psichesport.blogspot.com/2018/02/libri-di-psicologia-sportiva-e.html#more">Continua a leggere...»</a>Psichesporthttp://www.blogger.com/profile/04235596315375013767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-87496412105931987.post-58428565661476013732018-02-02T10:22:00.002+01:002018-02-02T12:08:54.084+01:00PNL per lo sport. Recensione<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://cs.ilgiardinodeilibri.it/cop/p/w500/pnl-per-lo-sport-libro.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://cs.ilgiardinodeilibri.it/cop/p/w500/pnl-per-lo-sport-libro.jpg" data-original-height="500" data-original-width="321" height="320" width="205"></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Sarò onesto, non amo la PNL e la guardo da sempre con grande diffidenza. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br></div>
<div style="text-align: justify;">
Ho da sempre la sensazione che proponga operazioni che lavorano in superficie senza una modifica concreta della struttura (come la costruzione di un nuovo piano di una casa, senza prima aver rafforzato le fondamenta per sopportare il peso accresciuto). L'effetto che provo riflettendo sulle tecniche proposte dalla PNL e incontrando persone con alle spalle un percorso in PNL è quella che provo quando osservo un'attrice rifatta in Tv: è bella, ma finta. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br></div>
<div style="text-align: justify;">
Sono consapevole che un professionista formato in PNL non condividerà quasi nulla di quanto io ho espresso in precedenza, ma so che ci possono essere pareri differenti. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br></div>
<div style="text-align: justify;">
Detto ciò credo la PNL abbia sviluppato un corpus di conoscenze di estrema potenza e con il merito di aver massimizzato l'approccio pragmatico americano. Nel contesto non molto ricco della psicologia sportiva va inoltre detto che questo libro emerge per utilità e fruibilità. A titolo personale credo non dovrebbe mai mancare nella biblioteca di un atleta attento alle tematiche di psicologia sportiva e ad un professionista che vuole lavorare su questi aspetti, soprattutto se il professionista ha anche alle spalle una formazione psicodinamica.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<a href="https://psichesport.blogspot.com/2018/02/pnl-per-lo-sport-recensione.html#more">Continua a leggere...»</a>Psichesporthttp://www.blogger.com/profile/04235596315375013767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-87496412105931987.post-32180915701305383122018-02-01T09:24:00.000+01:002018-02-01T09:24:07.874+01:00L'OROSCOPO DELLO SPORTIVO: FEBBRAIO 2018<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; margin-bottom: 0cm; margin-right: 2cm;">
<i><b>Bentornati a tutti voi amici ed amiche!!! Eccoci giunti
all’oroscopo di Febbraio con quello che è il nostro appuntamento
mensile spero gradito…</b></i></div>
</div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<br>
<br></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.astrology-zodiac-signs.com/images/aries.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" src="http://www.astrology-zodiac-signs.com/images/aries.jpg" data-original-height="324" data-original-width="324" height="320" width="320"></span></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="text-align: justify;"><i><b>ARIETE</b></i></span><br>
<span style="text-align: justify;">Bentrovati amici ed amiche dell’Ariete. Dopo tanto sudare
finalmente ci siamo. La condizione fisica è notevolmente migliorata
ed il grasso in eccesso sta per essere completamente smaltito. La
prima parte di Febbraio sarà ancora contraddistinta da sforzi
significativi. Tenete duro, esauriti i carichi pesanti nel vostro
programma di preparazione potrete dedicarvi, fieri della grinta
mostrata, al lavoro da “finisseur”. Questa fase di scarico o
definizione, da calendario prevista nella seconda metà del mese,
subirà un lieve ritardo. Una fastidiosa influenza ne sarà la causa.
Rimanete sereni, il piccolo periodo di inattività non comprometterà
nulla. Arriverete pronti ad appuntamenti importanti di primavera,
decisi a ritagliarvi lo spazio che meritate. Capitolo vita
sentimentale: è l’ora di scegliere. Non potete ancora
temporeggiare. Il rischio che andando avanti non avrete più nulla da
scegliere è davvero concreto.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; margin-bottom: 0cm;">
<b>La vostra carta dei Tarocchi di Febbraio è gli Amanti:</b></div>
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; margin-bottom: 0cm;">
La numero 6 degli Arcani maggiori dei Tarocchi è fra le più
complesse per significato e collocazione interpretativa. Presa
singolarmente, quando si mostra dritta, concentra nella Scelta il suo
monito maggiore. Ne diviene messaggio, avviso, consiglio,
raccomandazione. Scegli…</div>
<span style="font-family: inherit;">
</span><br>
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; margin-bottom: 0cm;">
<b>Ayrton Senna 21 marzo 1960 </b>è
stato un pilota automobilistico brasiliano, tre volte campione del
mondo di Formula1 nel 1988, 1990 e 1991. Considerato unanimemente il
più forte di sempre, Senna coniugava conoscenze meccaniche fuori dal
comune e destrezza unica alla guida. La facilità con la quale
compiva sorpassi impossibili e gestiva la pressione degli attacchi in
gara, rappresentava per gli avversari qualcosa di disarmante. Tutto,
se fatto da lui, appariva normale. Non sorprendeva. Ogni scelta era
azzeccata. Ogni strategia risultava vincente. Il vuoto enorme che ha
lasciato, dopo quello sfortunato 1 maggio 1994, non riguarda soltanto
il mondo della Formula 1. Ayrton Senna manca proprio a tutti.</div>
</div></div></div><a href="https://psichesport.blogspot.com/2018/02/loroscopo-dello-sportivo-febbraio-2018.html#more">Continua a leggere...»</a>Psichesporthttp://www.blogger.com/profile/04235596315375013767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-87496412105931987.post-43213527666906392842018-01-28T14:17:00.000+01:002018-01-28T14:27:03.151+01:00Parlano di noi....<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirSksqD_VIPHRTgtnzwM6l2QJlk3TTOCkMVMFi6Q0zjLqDC62hAgXUYIWRTNwF2nGZvjkqTR6dkhZaUpZeHwF7ZZ8MHwavGH5sICvcqIn8wrN5V1q6hfw77bJ_T1TyWOyHDCTusZPmDhyphenhyphen5/s1600/running-5.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirSksqD_VIPHRTgtnzwM6l2QJlk3TTOCkMVMFi6Q0zjLqDC62hAgXUYIWRTNwF2nGZvjkqTR6dkhZaUpZeHwF7ZZ8MHwavGH5sICvcqIn8wrN5V1q6hfw77bJ_T1TyWOyHDCTusZPmDhyphenhyphen5/s320/running-5.jpg" width="320"></a></div>
In questa post abbiamo scelto di raggruppare gli articoli apparsi online, su riviste e quotidiani che parlano a titolo vario di Psichesport e del team di psichesport:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br></div>
<span style="color: #3d85c6; font-style: italic; font-weight: bold;"><a href="http://running.gazzetta.it/news/29-03-2017/domenica-loano-maremontana-26131">LA GAZZETTA DELLO SPORT</a> </span>(Sito internet del quotidiano) in occiasione del Memorial Cencin De Francesco 2017 a Loano<br>
<div>
<br></div>
<b><i><span style="color: #3d85c6;"><a href="http://www.varesesport.com/2017/stress-e-performance-atletica-il-binomio-mente-corpo-nel-libro-di-cesare-picco/">RUNNER'S WORLD ITALIA</a></span></i></b><span style="color: #3d85c6; font-style: italic; font-weight: bold;"> </span>(sito intenet del mensile) recensione del libro <a href="https://www.amazon.it/Stress-performance-atletica-Cesare-Picco/dp/8899566135">Stress&Performance Atletica</a><br>
<div>
<br></div>
<a href="https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10214074977378824&set=rpd.100005063011367&type=3&theater"><b><i>LA PREALPINA DI VARESE</i></b></a> (quotidiano cartaceo) in occasione della presentazione del libro <a href="https://www.amazon.it/Stress-performance-atletica-Cesare-Picco/dp/8899566135">Stress&Performance Atletica</a><br>
<div>
<br></div>
<div>
SPIRITO TRAIL (Mensile cartaceo): approfondimento della relazione tra stress e performance e presentazione del libro <a href="https://www.amazon.it/Stress-performance-atletica-Cesare-Picco/dp/8899566135">Stress&Performance </a> </div>
<div>
<br></div>
<b><i><span style="color: #3d85c6;"><a href="http://www.varesesport.com/2017/stress-e-performance-atletica-il-binomio-mente-corpo-nel-libro-di-cesare-picco/">VARESESPORT</a> </span></i></b><span style="color: #3d85c6; font-style: italic; font-weight: bold;"> </span>(quotidinano online) in occasione della presentazione del libro <a href="https://www.amazon.it/Stress-performance-atletica-Cesare-Picco/dp/8899566135">Stress&Performance Atletica</a><br>
<div>
<br></div>
<b><i><span style="color: #3d85c6;"><a href="https://www.sempionenews.it/cultura/caffe-letterario-dedicato-allo-psicologo/">SEMPIONENEWS</a> </span></i></b>(Quotidiano online) in occasione della presentazione del libro <a href="https://www.amazon.it/Stress-performance-atletica-Cesare-Picco/dp/8899566135">Stress&Performance Atletica</a><br>
<b><i><br></i></b>
<b><i><span style="color: #3d85c6;"><a href="http://www.skialper.it/mobile/articolo.php?ida=8371">SKIALPER</a> </span></i></b><span style="color: #3d85c6; font-style: italic; font-weight: bold;"> </span>(Sito internet) intervista rilasciata da Stefano Ruzza<br>
<div>
<br>
<b><i><span style="color: #3d85c6;"><a href="http://therunningpitt.com/2017/10/stress-e-performance.html">THERUNNINGPITT</a> </span></i></b><span style="color: #3d85c6; font-style: italic; font-weight: bold;"> </span>(Sito internet) : recensione del libro <a href="https://www.amazon.it/Stress-performance-atletica-Cesare-Picco/dp/8899566135">Stress&Performance Atletica</a><br>
<br>
</div><a href="https://psichesport.blogspot.com/2018/01/parlano-di-noi.html#more">Continua a leggere...»</a>Psichesporthttp://www.blogger.com/profile/04235596315375013767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-87496412105931987.post-6129635412881814242018-01-15T13:25:00.000+01:002018-01-15T13:25:15.406+01:00SCEGLIO IL TUO OBIETTIVO SPORTIVO PER IL 2018 IN MODO S.M.A.R.T.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.rightdirectionforme.com/images/right_direction.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.rightdirectionforme.com/images/right_direction.png" data-original-height="178" data-original-width="229"></a></div>
Spesso in ambito sportivo si è soliti affermare che gli <b>obiettivi</b> debbano essere <b><span style="color: #660000;">S.M.A.R.T.</span></b> per poterli considerare ben definiti.<br>
<br>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="color: #660000;">S.M.A.R.T.</span></b> è un acronimo. Ogni lettera indica una caratteristica che contraddistingue un buon obiettivo. Andiamo a vederle insieme:</div>
<br>
<div style="text-align: justify;">
<b><span style="color: #660000; font-size: x-large;">S</span></b><b style="font-size: x-large;"> </b>sta per <b>specifico</b>: un obiettivo per essere S.M.A.R.T. ha bisogno di essere ben definito. Questo permette di convogliare tutte le energie in una direzione specifica, in un'ottica di piena effiecienza. Se corro la maratona in 3h20 non basta dire che voglio migliorare, ma è importante definire un obiettivo target da raggiungere (es: tra le 3h e le 3h10).</div>
<div style="text-align: justify;">
Se sei di Milano e desideri visitare Roma fa una grande differenza affermare che vuoi andare: 1) in Lazio; 2) a Roma; 3) in Piazza San Pietro. </div>
<div style="text-align: justify;">
Questo ultimo esempio mette in luce come sia importante che un obiettivo sia specifico, ma come possa essere rischioso eccedere con la specificità (se vado a Roma solo per vedere Piazza San Pietro mi perdo molto)</div>
<div style="text-align: justify;">
<br>
</div><a href="https://psichesport.blogspot.com/2018/01/sceglio-il-tuo-obiettivo-sportivo-per.html#more">Continua a leggere...»</a>Psichesporthttp://www.blogger.com/profile/04235596315375013767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-87496412105931987.post-46795708192351722932018-01-11T13:57:00.001+01:002018-01-11T13:57:10.044+01:00STRESS E PRESTAZIONE SPORTIVA<div style="text-align: justify;">
L'argomento psicologico più approfondito in questo sito è senza dubbio la relazione tra stress e prestazioni sportive. Alcuni degli argomenti trattati sono stati lo spunto per realizzare il libro <a href="https://www.amazon.it/Stress-performance-atletica-Cesare-Picco/dp/8899566135">"Stress&Perfomance Atletica"</a> edito da Edizioni Psiconline.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe width="320" height="266" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/9xWSMltecyM/0.jpg" src="https://www.youtube.com/embed/9xWSMltecyM?feature=player_embedded" frameborder="0" allowfullscreen></iframe></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Il libro è diverso dagli articoli di Psichesport? </b>Certo. Solo una piccola parte di contenuti presenti nel libro si ritrovano anche nel sito. Il grado di approfondimento è inoltre notevolemente differente. </div>
<div style="text-align: justify;">
L'aspetto che però più differenzia il libro dai contenuti del sito è la presenza del modello dei <a href="https://www.amazon.it/Stress-performance-atletica-Cesare-Picco/dp/8899566135">"motori mentali"</a>, che per scelta ho deciso di non toccare mai o presentare online.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Di cosa parla il modello dei motori mentali? </b>Ipotizzo l'esistenza di 5 modalità atletiche, i motori mentali, che si differenziano per il livello di stress necessario per massimizzare i risultati sportivi. Nel libro vado poi ad approfondire come ogni motore debba curare il proprio livello di stress durante le fasi di: allenamento, pregara, gara e recupero.</div>
Psichesporthttp://www.blogger.com/profile/04235596315375013767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-87496412105931987.post-52512161065687286812018-01-08T15:18:00.000+01:002018-01-10T09:35:26.653+01:00Le abilità mentali si possono allenare?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://static1.squarespace.com/static/562169c4e4b013a54e869666/t/5702e5282eeb810fd92c56b8/1459807530684/" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="500" height="320" src="https://static1.squarespace.com/static/562169c4e4b013a54e869666/t/5702e5282eeb810fd92c56b8/1459807530684/" width="320"></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Navigando nei siti di psicologia sportiva o nei gruppi facebook di psicologia sportiva la mia attenzione viene spesso colta dall'offerta dei servizi proposti. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br></div>
<div style="text-align: justify;">
La logica che sostiene nell'offerta è semplice: individua le qualità mentali più importanti nello sport che pratichi o quelle in cui sei più carente, allenale aumentandone i livelli e ottieni quindi migliori risultati sportivi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br>
A primo acchito parrebbe che basta allenarsi qualche tempo con delle tecniche mentali ed il gioco è fatto.<br>
<br></div>
<div style="text-align: justify;">
L'offerta così posta sembra attraente, ma, a mio avviso sono presenti diversi bias di pensiero e tendo quindi a diffidare o storcere il naso.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br>
Perchè? </div>
<a href="https://psichesport.blogspot.com/2018/01/le-abilita-mentali-si-possono-allenare.html#more">Continua a leggere...»</a>Psichesporthttp://www.blogger.com/profile/04235596315375013767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-87496412105931987.post-91386361377359783002018-01-07T06:27:00.000+01:002018-01-07T07:01:46.237+01:00L'OROSCOPO DELLO SPORTIVO: GENNAIO 2018<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.9cm; text-align: justify;">
<i>Bentornati a tutti voi amici ed amiche. Eccoci con il secondo
appuntamento dedicato all’oroscopo sportivo di Gennaio. Cominciamo
subito e buon anno a tutti!!!!</i></div>
<div align="LEFT" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; margin-bottom: 0cm; margin-left: 2.9cm;">
<i><br></i></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.astrology-zodiac-signs.com/images/aries.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" src="http://www.astrology-zodiac-signs.com/images/aries.jpg" data-original-height="324" data-original-width="324" height="320" width="320"></span></a></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<b style="text-align: justify;">ARIETE</b></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; margin-bottom: 0cm; margin-left: 3cm; text-align: justify;">
Complimenti a voi! Complimenti per come avete affrontato un momento
difficile. Bravi. Narcisismo e spirito competitivo hanno da poco
minato il vostro equilibrio. Avete fatto i conti con aspetti forti
della vostra natura, ma ha prevalso il buon senso. Un risultato non
all’altezza delle vostre aspettative vi ha inizialmente fatto
arrabbiare, ma le riflessioni seguenti la rabbia vi hanno aiutato ad
accettare il vostro piazzamento nel giusto modo. Ed avete pensato
davvero bene! Non potevate sentirvi in colpa…. La preparazione è
stata poca,e voi non eravate e non siete ancora al pieno della forma.
Ma la direzione è quella giusta. State via via migliorando ed anche
l’oziare delle feste è stato gestito alla grande. Il vostro
obiettivo è aprile. Ricordatelo! A partire dalla seconda metà del
mese accetterete dei consigli che vi porteranno a modificare
ulteriormente i vostri allenamenti e ne otterrete dei vantaggi.
Vantaggi che non saranno immediati, quindi, dovrete essere bravi a
credere in questo nuovo percorso, che implica maggiore sforzo e che vi
farà dubitare. Coraggio e determinazione! Consiglio per la vita
privata: un week end in programma a fine mese rischia di saltare a
causa di stupide incomprensioni. Prevenire è meglio che
curare…...Siate più chiari e non promettete di più, di quello che
avete pianificato.</div>
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; margin-bottom: 0cm; margin-left: 3cm; text-align: justify;">
<b>La vostra carta dei Tarocchi di gennaio è la Forza:</b></div>
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; margin-bottom: 0cm; margin-left: 3cm; text-align: justify;">
La carta della forza, la numero 11 dei tarocchi, vi dona nuovo smalto e
tanta energia. Energia che vi servirà soprattutto nella seconda
parte di gennaio, e che vi aiuterà a superare sforzi notevoli e
carichi pesanti di lavoro ai quali non siete abituati. I sacrifici
rendono un atleta vincente!</div>
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; margin-bottom: 0cm; margin-left: 3cm; text-align: justify;">
<b>Lea Pericoli 22 marzo 1935 </b>è
un ex tennista, scrittrice e giornalista italiana. Rivoluzionò
completamente il tennis femminile italiano, contribuendone alla sua
diffusione. Con la famiglia prigioniera nei campi di concentramento
nazisti, Lea trascorse la sua infanzia in un collegio a Nairobi, in
Kenya. Fece rientro in Italia a 17 anni. Sin dagli esordi nel
tennis, nulla sembrava piegarla e si faceva riconoscere per la sua
forza, la caparbietà e la grinta senza limiti. E’ ricordata infatti
fra le combattenti del tennis, proprio grazie a quel suo modo di
giocare che gli faceva sempre gettare il cuore oltre l’ostacolo.
Vincitrice di numerosissimi trofei è annoverata fra le più grandi
tenniste della storia nel panorama italiano.</div>
<div style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; margin-bottom: 0cm; margin-left: 3cm; text-align: justify;">
</div>
</div></div></div><a href="https://psichesport.blogspot.com/2018/01/bentornati-tutti-voi-amici-ed-amiche.html#more">Continua a leggere...»</a>Psichesporthttp://www.blogger.com/profile/04235596315375013767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-87496412105931987.post-45212480864662111252017-12-19T10:54:00.000+01:002017-12-20T08:47:31.681+01:00Mwepu e Rivelino: spazza e salva il mondo<blockquote class="tr_bq">
<i>"Morire per delle idee, l'idea è affascinante</i><i>
per poco io morivo senza averla mai avuta</i><i>
perché chi ce l'aveva, una folla di gente,</i><i>
gridando "viva la morte" proprio addosso mi è caduta.</i><i>
Mi avevano convinto e la mia musa insolente</i><i>
abiurando i suoi errori aderì alla loro fede</i><i>
dicendomi peraltro in separata sede</i><i>
moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta</i><i>
va bè, ma di morte lenta."</i>Fabrizio de Andrè, Morire per delle idee, 1974</blockquote>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi73kYO7HYQlw4ZRxfZTU0mb1I4wIDliLHKseo64aGJyvx3jE5mOGl7CuxhmECTtnj-hhu0tE01J4lPeurIanrQjxjSxLaTssZ6RZncQyCNAnyqZEehjgJMUAXBgxpcDT5jHYeW-ZaqpX0/s1600/la-figurina-di-mwepu-213x300.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi73kYO7HYQlw4ZRxfZTU0mb1I4wIDliLHKseo64aGJyvx3jE5mOGl7CuxhmECTtnj-hhu0tE01J4lPeurIanrQjxjSxLaTssZ6RZncQyCNAnyqZEehjgJMUAXBgxpcDT5jHYeW-ZaqpX0/s1600/la-figurina-di-mwepu-213x300.png"></a></div>
<br>
<div class="MsoNormal">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br></div>
<div class="MsoNormal">
Era il 1974 quando Fabrizio de Andrè pubblicò “Morire per
delle idee”, l’anno in cui, per le conseguenze dello scandalo Watergate,
Richard Nixon divenne il primo (e finora unico) presidente dimissionario nella
storia degli Stati Uniti. Un anno di rivoluzioni silenziose e meno, anche
calcistiche e sportive. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br></div>
<div class="MsoNormal">
Fino al 1974, infatti, il format del Mondiale era diverso.
La televisione richiedeva un tributo in partite decisamente maggiore e, quindi,
dopo il primo girone di qualificazione prevedeva un secondo girone. Era un
Mondiale diverso, e non solo perché la Coppa Jules Rimet fu assegnata
definitivamente al Brasile al termine della competizione del 1970, ma anche perché
i livelli di forza del calcio erano stati mutati definitivamente dall’assenza
di Pelè e il ridimensionamento del grande Brasile 70. Ai nastri di partenza, la
Germania Ovest era la grande favorita, vogliosa di far dimenticare al mondo le
atrocità dell’Olimpiade del 72. Una competizione calda fin dall’inizio, con il
primo girone di qualificazione che vedeva lo storico scontro tra Germania Est e
Ovest. La tensione alle stelle. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
<br>
</div><a href="https://psichesport.blogspot.com/2017/12/mwepu-e-rivelino-spazza-e-salva-il-mondo.html#more">Continua a leggere...»</a>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00324548724815610416noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-87496412105931987.post-31032684171968901772017-12-13T10:20:00.001+01:002018-01-29T08:54:40.590+01:00Le interviste di psicologia sportiva: elenco aggiornato 2017<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.everythingzoomer.com/wp-content/uploads/2012/11/job-interview.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.everythingzoomer.com/wp-content/uploads/2012/11/job-interview.jpg" data-original-height="340" data-original-width="605" height="223" width="400"></a></div>
Cosa differenzia Psichesport.com da un tradizionale sito di psicologia sportiva? Senza dubbio le sue interviste. Crediamo questo servizio sia unico e siamo sicuri non esista in nessun quotidiano, trasmissione televisiva o sito web. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br>
Tutte le interviste sono state realizzate da Cesare Picco, psicoterapeuta e psicologo dello sport, autore del libro <a href="https://www.amazon.it/Stress-performance-atletica-Cesare-Picco/dp/8899566135">Stress e Performance Atletica</a>. Ad oggi siamo orgogliosi di affermare che sono presenti quasi 60 interviste a sportivi di livello internazionale, capaci di conquistare medaglie olimpiche e primeggiare in competizioni mondiali.<br>
<br>
Quale canale di informazione vi permette di conoscere così da vicino i campioni dello sport senza pagare un euro? Noi. Perchè lavorare senza guadagnarci un euro? Passione e interesse. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br></div>
<div style="text-align: justify;">
Di seguito vi forniamo l'elenco aggiornato delle nostre interviste:<br>
<br>
</div><a href="https://psichesport.blogspot.com/2017/12/le-interviste-di-psicologia-sportiva.html#more">Continua a leggere...»</a>Psichesporthttp://www.blogger.com/profile/04235596315375013767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-87496412105931987.post-5705693141855183422017-12-05T09:00:00.000+01:002017-12-05T15:28:27.277+01:00Massimo Taibi: dal Manchester alla storia<div class="MsoNormal">
Novantacinquesimo minuto. L’ultima chance di pareggiare,
dopo 14 sconfitte consecutive. La palla parte, Brignoli arriva dalle retrovie.
Stacca, si avvita in aria, prende il pallone e…</div>
<div class="MsoNormal">
<br></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipRKFLPLGc0P60nFdYSExlfNg8fxJJO8ixWE5PXJqsIM5m8UYnf6WnQfUvBJTzo7U-swE6-qQIt6GhXwDFA6Aug4z1tR7jLQRb-ZT1ue_14qatPb_UZRnBdxzPQ0lm2cjXODGKuKo-uQM/s1600/brignoli.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="289" data-original-width="414" height="223" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipRKFLPLGc0P60nFdYSExlfNg8fxJJO8ixWE5PXJqsIM5m8UYnf6WnQfUvBJTzo7U-swE6-qQIt6GhXwDFA6Aug4z1tR7jLQRb-ZT1ue_14qatPb_UZRnBdxzPQ0lm2cjXODGKuKo-uQM/s320/brignoli.jpg" width="320"></a></div>
<div class="MsoNormal">
<br></div>
<div class="MsoNormal">
<br>
Ciò che ha fatto Brignoli resterà nella storia del calcio. Il portiere
giallorosso ha scritto una delle pagine più belle della storia recente della
Serie A. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal">
Una storia resa ancor più bella dalla situazione di
classifica del Benevento. La lotta eterna di una cenerentola del pallone contro
i più forti. Una versione moderna di Davide contro Golia, 2 milioni contro 250
milioni di motivi per non credere a quanto accaduto.<br>
</div><a href="https://psichesport.blogspot.com/2017/12/massimo-taibi-dal-manchester-alla-storia.html#more">Continua a leggere...»</a>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/00324548724815610416noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-87496412105931987.post-76304345179484696272017-12-04T10:10:00.000+01:002017-12-04T10:21:04.968+01:00Dialogo col campione: Silvia Valsecchi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmyoRnfOT2OiGyX8KNQp-C5JQnfe_C1SqFIK-kHytbECBn67zfIyyiYueKg3V3x9y1ES1raqu-RFgqJBjGPHHAdjjIEWAkO6-SRwxsLQZeTIiKCxM7w895aVLwhh0qyZZ_zP8eJTciqj_x/s1600/23231505_10208184604051332_5441988533411889434_n.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="720" data-original-width="720" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmyoRnfOT2OiGyX8KNQp-C5JQnfe_C1SqFIK-kHytbECBn67zfIyyiYueKg3V3x9y1ES1raqu-RFgqJBjGPHHAdjjIEWAkO6-SRwxsLQZeTIiKCxM7w895aVLwhh0qyZZ_zP8eJTciqj_x/s320/23231505_10208184604051332_5441988533411889434_n.jpg" width="320"></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Silvia Valsecchi</b> è una ciclista e pistard italiana, che corre per il Team BePink.</div>
<br>
<div style="text-align: justify;">
Nel suo palmares sono presenti numerosi successi, tra cui figurano <b>medaglie d'oro nell'inseguimento a squadre a mondiali ed europei</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br></div>
<div style="text-align: justify;">
Anche a titolo individuale figurano risultati di prestigio assoluto sia in pista, che su strada.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br></div>
<div style="text-align: justify;">
Per chi fosse interessato a conoscere il palmares di Silvia Valsecchi: <a href="http://www.federciclismo.it/it/person/silvia-valsecchi/dbd2afa9-a3aa-4c6d-b456-dd5b624a7571/">eccolo</a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br></div>
<div style="text-align: justify;">
<br></div>
<div style="text-align: justify;">
<br></div>
<div style="text-align: justify;">
<br></div>
<div style="text-align: justify;">
<br></div>
<div style="text-align: justify;">
<br></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Ciao Silvia, se dovessi descriverti come atleta con tre aggettivi quali sceglieresti?</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Credo che i tre aggettivi che mi caratterizzano maggiormente siano: precisa, seria e adattabile.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Precisa perché negli allenamenti seguo scrupolosamente il programma e se c’è qualcosa che non riesco a </span><span style="font-family: inherit;">fare (tipo ripetute o scatti) mi preoccupo di avvertire subito il mio allenatore per sistemare o variare il </span><span style="font-family: inherit;">piano di allenamento in base alle competizioni che dovrò affrontare in seguito.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Seria perché ho fatto del ciclismo il mio lavoro oltre che la mia passione quindi ho dei doveri e delle regole </span><span style="font-family: inherit;">da rispettare quando sono alle gare con la mia squadra così come quando mi alleno sulle strade di casa.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;">Adattabile perché dopo tanti anni di sport so che possono esserci degli imprevisti in gara oppure in </span><span style="font-family: inherit;">allenamento e quindi devo essere in grado di rimediare adattandomi a ogni possibile situazione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<a href="https://psichesport.blogspot.com/2017/12/dialogo-col-campione-silvia-valsecchi.html#more">Continua a leggere...»</a>Psichesporthttp://www.blogger.com/profile/04235596315375013767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-87496412105931987.post-39875511012001645422017-12-01T06:30:00.000+01:002017-12-01T07:43:31.080+01:00L'OROSCOPO DELLO SPORTIVO: MESE DI DICEMBRE<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.theartofancientwisdom.com/wp-content/uploads/2013/11/horoscope-April-24-2015.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.theartofancientwisdom.com/wp-content/uploads/2013/11/horoscope-April-24-2015.jpg" data-original-height="339" data-original-width="444" height="244" width="320"></a></div>
<span style="font-family: inherit; text-align: justify;">Benvenuti
a tutti!</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;">Alex
è il mio nome e da tempo mi occupo di oroscopi,cartomanzia ed
astrologia.</span></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;">Mi è
stato chiesto e mi è stata data la possibilità, di curare uno
spazio dedicato ad un oroscopo mensile per sportivi.</span></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;">Quindi, se
ci tenete a scoprire cosa l’unione degli astri e delle carte dei
tarocchi prevedono per voi…..Bene! Leggerete come il vostro segno,
mese per mese, si prepara ad affrontare gare, preparazioni, tenuta
fisica, psicologica e molto altro, senza farvi mancare consigli
utili.</span></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-size: small;">Ogni mese, attribuirò al vostro segno una carta degli arcani
maggiori dei tarocchi, spiegandone il significato e le influenze che
porterà con se. </span>
</span></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;">Il
tutto in linea con quello che è il mio stile, augurandomi che anche
questo possa essere apprezzato.</span></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;">Benissimo
allora! E’ già troppo.</span></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;">Ringrazio
di cuore chi mi ha concesso questa chance , tutto lo staff di “Psiche
e Sport” ed in particolare Cesare Picco , con il quale da tempo,
condivido le mie passioni sportive, per gli scacchi ed il ciclismo in
modo particolare.</span></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;">Sportivi,
cominciamo con Dicembre.</span></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: inherit; font-size: small;">Si
parte!!</span></div>
</div>
<div style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: inherit;"><br></span>
<br>
</div><a href="https://psichesport.blogspot.com/2017/12/sport-astri-tarocchi-e-dintorni-mese-di.html#more">Continua a leggere...»</a>Psichesporthttp://www.blogger.com/profile/04235596315375013767noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-87496412105931987.post-36741993237780778512017-11-29T10:10:00.001+01:002017-11-29T10:55:22.869+01:00Gli 11 punti da conoscere per correre con la mente<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTmIU55OL9-FT7R4kWCZ0SFFEBfzA7zh8YEvZ8vgofeJyYtFpSseUb70sZFMWt3Fn3EiShoz8xQpoiKcnSGHzg-niXRqsQLea4kNi5Kpovpj5l2y_3KjmegxKd56bLb_DDHSBFU4k7Bgdp/s1600/milanohalf.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="477" data-original-width="385" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTmIU55OL9-FT7R4kWCZ0SFFEBfzA7zh8YEvZ8vgofeJyYtFpSseUb70sZFMWt3Fn3EiShoz8xQpoiKcnSGHzg-niXRqsQLea4kNi5Kpovpj5l2y_3KjmegxKd56bLb_DDHSBFU4k7Bgdp/s400/milanohalf.jpg" width="322" /></a>In questo articolo vorrei proporre alcune riflessioni che permettono di evidenziare come un risultato podistico si costruisce curando più aspetti, tra cui rientrano sia la preparazione fisica, che mentale. Nello specifico desidero concentrami sul secondo elemento. </div>
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Negli ultimi due mesi e mezzo ho scelto di preparami per la Milano Half Marathon. La gara è stata caratterizzata da un forte vento contrario dal 10° al 15° km e da un passaggio di 2 km nel parco Sempione, che ha visibilmente rallentato il tempo. Chiudo in 1h23:19 e in 115° posizione su 4121 partenti.<br />
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Per alcuni questo può essere un risultato modesto, per altri ambizioso. Per me sicuramente un risultato non scontato soprattutto considerando la condizione di partenza a metà settembre.<br />
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Cosa fare quindi? Per rendere l'argomentazione più semplice ho scelto di presentarla per punti.</div>
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<i><b>1) Conoscere il proprio motore mentale.</b></i></div>
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Come illustrato nel mio libro "<a href="https://www.amazon.it/Stress-performance-atletica-Cesare-Picco/dp/8899566135">Stress e Performance Atletica</a>", ogni atleta ha uno specifico <a href="http://therunningpitt.com/2017/10/stress-e-performance.html">motore mentale</a>. Esistono motori diesel, benzina, gpl e a funzionamento misto A e B. Ciò che li differenzia è la quantità di stress necessaria per rendere al meglio.</div>
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Una preparazione per essere cucita su misura deve partire da questa domanda: qual è il mio <a href="http://therunningpitt.com/2017/10/stress-e-performance.html">motore mentale</a>? Solo se conosco il mio funzionamento potrò operare correttamente nelle fasi di preparazione, pre-gara, gara e recupero.</div>
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Questo è l'aspetto fondamentale. La qualità delle nostre performance è strettamente collegata al livello di stress. Ognuno di noi ha bisogno di una dose particolare e solo se inserisco il giusto carburante e nella giusta quantità il nostro motore può rendere al meglio.</div>
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Io gioco in casa. Ho sviluppato in prima persona il modello e sono uno psicologo. Conosco quindi adeguatamente il mio funzionamento.<br />
Io sono un Gpl e so che rendo al meglio con un livello di stress contenuto (io funziono così e tu?).</div>
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<b><i>2) Analisi della situazione di partenza</i></b></div>
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Ho giocato a calcio fino ai 19 anni, poi fino ai 29 sono stato abbastanza sedentario. Negli ultimi 6 anni ho praticato attività aerobica principalmente andando in bici e correndo nei mesi invernali. Ho preso parte a qualche gara in questi 6 anni, ma senza essermi preparato con metodo e soprattutto con pochissimi lavori di qualità, che poco amo e che quasi mai svolgo. So che da ragazzo me la sono sempre cavata nelle campestri scolastiche e nelle granfondo ciclistiche arrivo generalmente nel primo 20% della classifica. </div>
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Podisticamente ho alle spalle due mezze maratone corse nella mia città natale, Busto Arsizio. La prima fatta in relax nel 2015 e la seconda nel 2016 in 1h28:27 al meglio delle mie possibilità, dopo 2 mesi di allenamento e un mese precedente di inattività completa e qualche kg di troppo (agosto). Per completezza c'è stato anche 1h26:10 un mese fa a Gallarate nella gara di avvicinamento.</div>
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Perchè questa analisi? Seneca afferma che "non esiste vento favorevole per un marinaio senza porto". Potremmo riformularla così: non esiste vento favorevole per uno sportivo senza un obiettivo definito con cura.</div>
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Senza un'analisi delle situazione di partenza la scelta di un obiettivo rischia di essere o troppo esigente o poco motivante.</div>
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<b><i>3) Scelta di un allenatore </i></b></div>
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Collaborare con una persona più competente di me mi ha aiutato a ridurre possibili fattori di stress. Questo è accaduto perchè sapevo di potermi fidare ciecamente di <a href="https://www.facebook.com/stefano.ruzza.77?fref=ts">Stefano Ruzza</a>, per la sua notevole mole di esperienza come podista e perchè so che ha un ricco bagaglio di competenze maturate dalla lettura della bibliografia.</div>
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Sapevo inoltre che Stefano conosce il modello dei <a href="http://therunningpitt.com/2017/10/stress-e-performance.html">motori mentali</a> e sa che se vengo posto sotto eccessiva tensione tendo a saltare. Questo lo ha aiutato a delineare un piano di allenamento su misura e definire un percorso di avvicinamento alla gara obiettivo a basso tasso di stress.</div>
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Stefano inoltre ha come dote l'essere molto flessibile. Avendo io un lavoro poco prevedibile, con giorni in cui mi è quasi impossibile allenarmi, sapevo che il piano di allenamento avrebbe richiesto diverse modifiche.<br />
Inoltre Stefano è un allenatore con uno stile lasseiz faire. Mi piace interpretare quanto mi viene detto e non seguire mai alla lettera. Per queste ragioni sapevo che il mio motore mentale poteva funzionare al meglio con questo Coach.</div>
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<b><i>4) Definizione degli obiettivi</i></b></div>
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Esistono<a href="http://www.psichesport.com/2017/03/in-questo-articolo-presentero-due.html"> obiettivi di risultato e di performance</a>. Mi conosco e so che gli obiettivi di risultato generano in me forte stress, mentre quelli di risultato uno stress inferiore. Conoscendo il mio motore mentale ho quindi optato per definire un obiettivo di performance e non curarmi del risultato.</div>
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A fronte della mia storia sportiva e del mio livello di partenza, mi sono confrontato con il coach e abbiamo optato per puntare a 1h26. Nel corso della preparazione abbiamo ridefinito l'obiettivo in 2 momenti. Visti miglioramenti dei miei tempi siamo passati prima a 1h25 e poi a 1h24 che era l'obiettivo alla partenza della Milano Half Marathon. </div>
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<b><i>5) Allenamento mentale</i></b></div>
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Per ottimizzare le prestazioni è importante accedere ad uno stato di <a href="http://www.psichesport.com/2016/07/le-componenti-del-flow.html">Flow</a>, di flusso, in cui tutto riesce facile. Non tutti accediamo allo stato di <a href="http://www.psichesport.com/2016/07/le-componenti-del-flow.html">Flow</a> allo stesso modo. Alcuni di noi hanno bisogno di caricarsi, altri di rilassarsi (e torniamo all'importanza nel comprendere il proprio <a href="http://therunningpitt.com/2017/10/stress-e-performance.html">motore mentale</a>). </div>
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Io so che ho bisogno di rilassarmi ho quindi optato per utilizzare delle sessioni di Training Autogeno applicate alla corsa. Questa metodologia è simile al <a href="http://therunningpitt.com/category/recensioni/libri">Mindful Running</a>, ma con delle differenze sostanziali. Non so se esiste della biliografia specifica, perchè è una procedura "fatta in casa". </div>
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Questa abilità l'ho sviluppata nel corso degli ultimi anni. Si impara in una decina di sedute, ma la si possiede solo se allenata con costanza. Nella prima fase di allenamento non l'ho utilizzata, per non dedicare troppo tempo allo sport. Con l'avvicinarsi della gara e il montare dello stress ho iniziato a introdurla nelle sedute di corsa lenta e prima di dormire.</div>
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Sottolineo il fatto che se un atleta non è un Gpl come me tale tecnica potrebbe portare a un decremento prestativo. Conoscersi è quindi fondamentale e i più grandi atleti che ho intervistato hanno in comune questo aspetto.</div>
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<b><i>6) Allenamento</i></b><br />
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L'allenamento per me più stressante sono le sedute di qualità. Come già spiegato altrove gli infortuni accadono più frequentemente quando il livello di stress non viene monitorato. </div>
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Malanni di stagione e una piccola contrattura sono arrivati sempre dopo queste sedute. All'avvicinarsi della gara obiettivo e con l'aumentare dello stress ad essa connesso, ho cercato di seguire le sedute di qualità pianificate, ma senza ammazzarmi se mi sentivo stanco o se saltavo qualche passaggio. </div>
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Chiaro è che se una seduta è strutturata in un dato modo va fatta in un dato modo, ma io conosco il mio motore mentale e volevo evitare di andare in burnout o overtraining. Come filosofia ho quindi optato per puntare un pò più in basso, ma arrivarci piuttosto di puntare al mio massimo per poi saltare.<br />
Come sempre quanto detto è valido perchè sono un Gpl, se siete un Diesel, un Benzina o un Ibrido non vale.</div>
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<b><i>7) Organizzazione di vita</i></b><br />
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Sono un libero professionista. Alcuni giorni esco alle 6.30 di casa e torno alle 21. Alcuni giorni ho molte ore libere. Alcune settimane tengo un ritmo incessante e allenarmi e richiede doti da equilibrista, altre settimane sono molto libero.</div>
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La mia vita lavorativa è decisamente stressante. Lo sport vissuto in maniera metodica è uno stress ulteriore, per me. La domanda a cui dovevo rispondere è stata "come posso migliorare e allenarmi con una costanza e un metodo buono, senza esagerare?"<br />
Mi sono allenato una media di 5 giorni a settimana. Per non caricare eccessivamente il livello di stress quando capitava la settimana con iper lavoro optavo per 4 allenamenti senza troppi patemi d'animo.</div>
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Come sempre quanto detto è valido solo per me. Non è detto che funzioni per altri, perchè ognuno ha un <a href="http://therunningpitt.com/2017/10/stress-e-performance.html">motore mentale</a> differente.<br />
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<b><i>8) Gestione alimentare</i></b></div>
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Mangiare bene fa andare più forti e questo è ovvio. Curare l'aspetto alimentare è però una fonte di stress e io ho bisogno di rimanere il più rilassato possibile. Ho scelto quindi di continuare a mangire senza curarmi della salute e concedermi anche diversi vizi (non fraintendetemi non ho una vita dissoluta).<br />
Assurdo vero?! Lo è per molti, mentre per me è una fonte antistress necessaria. Io sono un Gpl. </div>
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<b><i>9) Settimana Pre-gara</i></b></div>
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L'avvicinarsi della gara obiettivo aumenta il livello di stress e il mio <a href="http://therunningpitt.com/2017/10/stress-e-performance.html">motore mentale</a> va in automatico in difficoltà. Questo ha significato che la settimana prima della gara ho avuto tutta la muscolatura contratta e diversi problemi intestinali. Questi sintomi sono stati particolarmente inabilitanti la notte prima della gara.</div>
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Che fare? Mi conosco e questo basta. Con una prospettiva molto Zen sapevo sarebbe accaduto. Diciamo che non sono andato in ansia perchè avevo l'ansia. Questo mi ha aiutato a non fare in modo che raggiungesse livelli eccessivi.</div>
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Ci tengo a mettere in evidenza questo aspetto per mostrare come io non sia caratterizzato da una particolare tempra mentale (ho molte doti mentali, ma non gestisco bene la tensione). L'unico motivo per cui non sono saltato in questa situazione è perchè conosco il mio <a href="http://therunningpitt.com/2017/10/stress-e-performance.html">motore mentale</a> e mi sono prefigurato le mie difficoltà.<br />
Come gestire al meglio la settimana pre-gara dal punto di vista mentale? Dipende! Da cosa? Indovinate.... Dal <a href="http://therunningpitt.com/2017/10/stress-e-performance.html">motore mentale</a> che vi contraddistingue!</div>
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<b><i>10) Pre-Gara e Gara</i></b><br />
Mi sono scaldato muscolarmente e ho fatto stretching. Camminando verso la griglia ho fatto Mindfulness e in griglia ho fatto Training Autogeno. In questi anni ho costruito delle immagini mentali che mi aiutino ad affrontare i momenti più difficili e le ho recuperate nei momenti di leggera crisi durante la corsa, attraverso tecniche di visualizzazione.<br />
Negli ultimi km ho invece utilizzato un dialogo positivo, per ottenere un effetto Boost.<br />
Voglio mostrare quanto la mente sia stata presente durante la gara, seppure non abbia quasi mai pensato concretamente. Credo l'unico pensiero sia stata una riflessione teorica inerente le modalità per facilitare lo stato di <a href="http://www.psichesport.com/2016/07/le-componenti-del-flow.html">Flow</a> in diverse situazioni di corsa, ma mi ha accompagnato per un paio di km, poi ho scelto di cacciarlo via.<br />
Svuotare la mente non è semplice. Non mi riesce quasi mai, a meno che non mi prepari specificamente a svuotarla e lavori in modo finalizzato.<br />
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<b><i>11) Conoscere se stessi</i></b><br />
Non sono molto bravo a gestire la tensione, ma ho una spiccata grinta agonistica. So che la mia grinta non si sveglia sempre. La posso utilizzare solo in determinate occasioni. Quanto ho fatto è stato ricreare le condizioni per utilizzarla a pieno.<br />
Utilizzarla nella prima meta di gara mi avrebbe portato fuori giri. Tutte le volte che bussava, l'ho fatta attendere. Gli ultimi 6 km quando ho sentito l'odore del traguardo l'ho fatta comparire sulla scena, introducendo anche il dialogo positivo.<br />
Parlavo con me ad alta voce, incitavo i podisti che superavo. So che può essere un'arma a doppio taglio, ma come credo sia ovvio conoscendo se stessi le armi diventano strumenti. Impari ad afferrare il coltello dalla parte del manico e non dalla lama.<br />
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ARTICOLO A CURA DI:<br />
Cesare Picco autore <a href="https://www.amazon.it/Stress-performance-atletica-Cesare-Picco/dp/8899566135">Stress e Performance Atletica</a><br />
Psicologo/Psicoterapeuta e psicologo dello sport</div>
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Psichesporthttp://www.blogger.com/profile/04235596315375013767noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-87496412105931987.post-78274099396609831942017-11-27T10:42:00.000+01:002017-11-27T10:42:22.583+01:00Dialogo col campione: Niccolò Bonifazio<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://pbs.twimg.com/profile_images/815481209107218432/PeuR5Ysw.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="400" height="320" src="https://pbs.twimg.com/profile_images/815481209107218432/PeuR5Ysw.jpg" width="320"></a></div>
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<strong>Niccolò Bonifazio</strong> è uno dei ciclisti più promettenti del panorama italiano.</div>
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Nel suo palmares può già vantare alcuni importanti successi: Coppa Agostoni, Gran Premio di Lugano ed una tappa al Tour de Pologne.</div>
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Nel 2015 conclude 5° alla Milano Sanremo.</div>
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<strong>Ciao Niccolò, ti dedichi ad uno sport di endurance. Quali sono le caratteristiche mentali che contraddistinguono lo sportivo di endurance?</strong></div>
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Sono caratteristiche che si costruiscono nel tempo. L'atleta di endurance è semplicemente uno sportivo che si è costruito in anni di allenamento.</div>
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Una persona normale, anche se molto dotata, non potrebbe mai competere ad alto livello in uno sport di questo tipo, perché non ha la base sia mentale e fisica costruita in anni di preparazione. La fatica tempra il corpo e la mente. </div>
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</div><a href="https://psichesport.blogspot.com/2017/11/dialogo-col-campione-niccolo-bonifazio.html#more">Continua a leggere...»</a>Psichesporthttp://www.blogger.com/profile/04235596315375013767noreply@blogger.com0