mercoledì 30 dicembre 2015

Musica in movimento: i consigli del 2015

Chi fa sport può scegliere di accompagnare la sua attività ai racconti di un buon amico, al silenzio della natura o optare per le cuffie e della buona musica. 
Nella rubrica Musica in Movimento, ogni settimana, Stefano Ruzza ci parla di un album che utilizza durante i suoi allenamenti. 
Di seguito ecco i suoi consigli musicali del 2015:


lunedì 28 dicembre 2015

Dialogo col campione - le interviste del 2015

In questo 2015 abbiamo visto nascere insieme il Blog Psiche&Sport, che ha come obiettivo principale l'approfondimento e la valorizzazione dell'aspetto mentale durante la pratica sportiva.

Consideriamo gli sportivi portatori di un sapere psicologico profondo, che può essere conosciuto attraverso un dialogo con loro. Quali sono gli aspetti caratteriali indispensabili per una data disciplina sportiva? Quali invece se allenati diventano vincenti? Come ripartire dopo un periodo di crisi? Come si costruisce una squadra orientata al successo?

Queste sono solo alcune delle domande a cui abbiamo cercato di rispondere con le interviste del 2015. Di Seguito vi proponiamo i collegamenti a tutte le interviste:

giovedì 24 dicembre 2015

Libreria dello sport: Kilian Jornet - Correre o morire


Chi è l'autore? Kilian Jornet è pluricampione del mondo di scialpinismo e skyrunning, vincitore di tutti i più famosi ultratrail, autore di record di salita/discesa di alcune tra le più importanti vette del mondo.


Di cosa parla: la vita di Kilian Jornet, dai monti pirenaici dove è nato e cresciuto, alle prime gare giovanili, l'infortunio, le prima gare con il gota dello skyrunning, la sua crisi durante la Western States del 2010, l'incredibile forza mentale che lo ha spinto nelle fasi finali della sua traversata dei Pirenei. Scritto bene, seppur con qualche passaggio retorico, Kilian cerca di mostrare anche il suo sconfinato amore per la montagna.

A chi può interessare: a chi vuole conoscere qualcosa di più di questo incredibile atleta.

mercoledì 23 dicembre 2015

Musica in movimento: Marlene Kuntz - Catartica

Lo sciatore italiano Dominik Paris, tra i migliori discesisti degli ultimi anni, ha una passione musicale. Suona la chitarra elettrica, con tendenze death metal. Che questo gusto possa aggiungere in qualche modo il coraggio e pelo sullo stomaco durante le picchiate a oltre 100 km/h sulle piste del circuito di Coppia del Mondo, credo solo si possa tranquillamente affermare.
Ora non avendo io una grande cultura di death metal (ma sulla quale rimedierò presto con qualche chicca), propongo un gruppo italiano che nell'esordio fece grande scalpore per la propria potenza ed energia, unito a un po' di gusto per la melodia. Parlo dell'album "Catartica", del 1994, opera prima dei cuneesi Marlene Kuntz. Un'ottima musica anche per accompagnare prestazioni sportive impegnative.


L'apertura è proprio dedicata alla loro canzone più metal, "M.K.", vero manifesto di presentazione. Il gusto metallaro del chitarrista Riccardo Tesio si nota in pieno. Per tutto l'album la sua chitarra si miscelerà in maniera perfetta con quella di Cristiano Godano, che è anche il leader carismatico, cantante e autore di tutti i testi. 

lunedì 21 dicembre 2015

Dialogo col Campione: Alberto Cova

Alberto Cova è uno degli atleti rimasti nella storia dei 10.000 metri ed è un simbolo dell'atletica italiana.

Alberto Cova è ricordato soprattutto per la conquista della medaglia d'oro alle olimpiadi di Los Angeles 1984. 

Oltre a questo successo nel suo Palmares figurano anche: una medaglia d'oro mondiale, un oro europeo, un oro ai giochi del Mediterraneo e un argento agli europei indoor.








Una delle fatiche richieste a sportivi di primo livello consiste nella gestione della pressione e delle aspettative di tifosi e staff tecnico-atletico. Avevi delle strategie o delle routine di vita per affrontare questi aspetti?

Considerando che stiamo parlando di circa 30/35 anni fa, il sostegno psicologico agli atleti non era una pratica consolidata e sinceramente non avevo o seguivo tecniche particolari. La capacità di gestire la pressione e le emozioni a cui andavo incontro era data dalla mia quotidianità.
Credo di aver maturato questa abilità nel percorso che mi portava ad avvicinarmi all'obiettivo e nella mia crescita durante gli allenamenti. Il condividere le pressioni e le emozioni che questo percorso produceva, sia con lo staff tecnico, che con chi faceva parte della mia vita, credo mi facesse bene e mi desse l'idea che si stava costruendo un risultato di "gruppo". Condividere con altre persone questa strada rende un atleta consapevole di ciò che sta facendo e lo agevola nell'arrivare al meglio al grande evento. Condividere le emozioni e le difficoltà con gli altri fa in modo che la consapevolezza cresca nel tempo, facendo in modo che tu possa usufruire anche delle tue doti mentali quando affronti una gara importante, che vale un titolo o una medaglia.
In una finale olimpica o mondiale, tutti gli atleti sono arrivati per vincere. Le differenze tecniche date dalla condizione fisica o da possibili infortuni, sono minime, quindi l'aspetto mentale diventa fondamentale. Quando entri nello stadio è necessaria una predisposizione mentale che ti porta a pensare che tutto quello che hai fatto porterà a dei frutti. Se entri nello stadio pieno di dubbi, dando spazio alle incertezze, secondo me hai poche possibilità di vincere.
La testa conta sia durante l'evento, che lungo il percorso che ti porta all'evento importante, perchè non sempre le cose vanno come vorresti e non sempre gli allenamenti sono i migliori della tua carriera. Devi però mettere a fuoco che quanto stai facendo porterà a dei frutti e su questo pensiero far leva per ottenere il miglior risultato. La testa ha una grossa percentuale sui risultati, perchè ti permette di sentire che la cosa che vuoi la puoi realmente realizzare. Se ti predisponi in questo modo hai già buone possibilità di ottenerlo.

venerdì 18 dicembre 2015

Vincere dipende da me e da quanto mi alleno

Nell'articolo di oggi andremo a presentare 2 possibili tipologie personologiche, che vanno a indicare

1) come gli atleti spiegano i risultati ottenuti da loro in passato; 

2) quanto gli atleti credono di poter contribuire, attraverso il loro allenamento, all'ottenimento di un risultato atteso. 





Queste 2 tipologie personologiche identificano gli atleti a Locus of Control Interno e a Locus of Control Esterno (Rotter, 1966). Di seguito andremo a vederle nel dettaglio:

giovedì 17 dicembre 2015

Libreria dello sport: Alex Zanardi, Gianluca Gasparini - Però, Zanardi da Castel Maggiore

Chi è l'autore: Alex Zanardi, ex pilota di Formula 1, ora atleta paraolimpico dopo un grave incidente in gara. Gianluca Gasparini, giornalista sportivo.

Di cosa parla: L'incredibile storia di Alex Zanardi, dai sacrifici dei genitori per farlo correre nei kart, alle sfortune della sua esperienza in Formula 1, fino ad arrivare al dominio della Formula Indycar, durante la quale ha un incidente in gara in Germania, dopo la quale subirà l'amputazione delle gambe. Qua la sua incredibile rinascita, attraverso una forza di volontà con pochi eguali, vero esempio di tenacia e irrefrenabile ottimismo.

A chi può interessare: A chi crede che gli obiettivi, nello sport come nella vita, siano irraggiungibili. A chi è solito trovare scuse o chi si piange addosso con facilità, a chi si trova davanti a grosse difficoltà e non sa come superarle.



mercoledì 16 dicembre 2015

Musica in movimento: Peter Gabriel - So

Nella sua autobiografia, "Open", il tennista André Agassi racconta di come venisse indicato come un punk, per via della sua capigliatura ad inizio carriera e della sua indole ribelle, mentre in realtà lui non aveva particolari gusti musicali, se non per la musica pop. Si cerca troppo spesso, forse sempre, di catalogare, crearsi immagini distorte rispetto a come le cose sono realmente.


Al contrario di Agassi, nella musica esiste un personaggio di grandezza smisurata, spesso accostato al mondo pop, mentre è stato invece un incredibile sperimentatore che non ha mai smesso di cercare strade nuove. Peter Gabriel

Il suo album "So" è una vera pietra miliare della musica. Uscito nel 1986, definirlo pop o rock è una disquisizione che lascia il tempo che trova, anche se la definizione più appropriata che è stata data allo stile è world music. La sua orecchiabilità non toglie nulla alla ricerca musicale, donando anche gran ritmo adatto ad allenamenti con lunghe variazioni di intensità.

lunedì 14 dicembre 2015

SportivaMente - Samuele Robbioni

Samuele Robbioni è un Mental Trainer.

Ha accompagnato la squadra del Calcio Como 1907 nella risalita dalla serie D, fino all'attuale Serie B.

Samuele Robbioni ha collaborato con squadre di basket, calcio, rugby e atleti nelle discipline individuali di scherma, tennis, atletica, nuoto, ciclismo e ginnastica ritmica.











Ciao Samuele, ci puoi spiegare di cosa si occupa un Mental Trainer?


Questa è una domanda solo all'apparenza banale, Credo sia troppo semplice risponderti che un Mental Trainer si occupa della preparazione mentale. Questo significa tutto, come non significa nulla. 
Credo che l'obiettivo di chi fa questo lavoro debba essere ben chiaro, ovvero portare l'atleta o il giocatore che lavora con te ad una consapevolezza. Essere consapevole significa conoscere le proprie capacità, come anche i propri limiti. Mi piace pensare che anche la Leadership abbia a che fare con questo processo.
Per un atleta raggiungere questo obiettivo credo sia un grande risultato, perché nel momento in cui divento consapevole delle mie capacità e delle mie potenzialità, i miei limiti diventano un punto di partenza. Questo è un lavoro estremamente difficile, perché implica una messa in discussione importante da parte dell'atleta. Un Mental Trainer è quindi un professionista che costruisce un percorso di consapevolezza.

venerdì 11 dicembre 2015

Come lo stile di leadership dell'allenatore influenza l'efficienza della squadra che allena


In questo articolo proporremo una delle teorie che affrontano il tema della leadership, nello specifico la teoria della della "contingenza" di Fiedler (1967).


Fielder, dopo aver osservato e studiato gruppi lavorativi e sportivi, nota che in alcune situazioni i leader fortemente orientati al raggiungimento dell'obiettivo ottenevano migliori risultati dai gruppi con cui collaboravano, mentre in altre situazioni erano i leader attenti alle relazioni e agli affetti del gruppo ad ottenere i migliori risultati.

giovedì 10 dicembre 2015

Libreria dello sport: Andrè Agassi - Open

Chi è l'autore? Andrè Agassi è un ex tennista statunitense, che ha detenuto il primo posto al mondo del circuito ATP per 101 settimane. Agassi è uno dei 7 giocatori della storia del tennis ad essere riuscito a vincere tutti e 4 i titoli dello Slam.

Di cosa parla? Andrè Agassi dichiara di odiare profondamente il tennis, ma di non riuscire a smettere di giocare. Questo conflitto tra il desiderio di smettere e il percorso che lo porta ad essere il più forte tennista al mondo, trova le radici nella sua storia umana.
Nel libro viene raccontata la vita del campione e dell'uomo, con le difficoltà che nascono nel tentativo di mettere insieme queste due parti non sempre conciliabili. Un padre che investe anima e corpo in un figlio predestinato ai vertici del tennis, fino a diventare un allenatore-tiranno, una vita strappata alle passioni e ai normali divertimenti giovanili, che emergono in comportamenti bizzarri e stravaganti, fino alla paura di vincere e di realizzarsi come tennista. 
Un libro fatto di difficoltà, come di relazioni umane calde e vere che aiutano la maturazione dell'uomo Agassi e che gli permettono di realizzare il suo talento per diventare il n°1 dell'ATP.

mercoledì 9 dicembre 2015

Musica in movimento: Tinariwen - Emmaar

Il deserto è silenzio. Il deserto invita al silenzio. Il deserto è un luogo misterioso, non solo una distesa sabbiosa, ma anche un luogo dentro sé stessi, a volte minuscolo, a volte immenso. E come ogni luogo misterioso, dove esiste la necessità di cercare qualcosa, piccole o grandi risposte, la musica è un veicolo importante, se non necessario.

C'è un gruppo musicale che negli ultimi anni si è fatto portavoce dei disagi del popolo Tuareg e di tutta l'Africa settentrionale, attraverso sonorità che uniscono le tradizioni di quelle terre a quelle del rock blues occidentale, proponendo una musica che ha avuto apprezzamenti di tantissimi grandi musicisti, U2, Rolling Stones, Red Hot Chili Peppers, Santana, Thom Yorke, Peter Grabiel, Damon Albarn, e tanti altri. Questo gruppo si chiama Tinariwen, che nella loro lingua significa appunto "deserti". Questa loro miscela mostra un gran potenziale anche per essere utilizzata come sottofondo durante un'attività fisica, grazie alle loro ritmiche intense ed ipnotiche.


Originari del Mali, poi esiliati in Algeria, di nuovo tornati in Mali e ancora esiliatisi in giro per il mondo a proporre la loro musica, nel 2014 hanno dato alla luce "Emmaar", loro sesto album, registrato nel deserto californiano del Joshua Tree, proprio il luogo che ha ispirato un album degli U2.

lunedì 7 dicembre 2015

Dialogo col Campione: Antonio Capoduro


Antonio Capoduro è uno schermidore italiano, affetto da tetraparesi spastica distonica.

Antonio Capoduro lavora come responsabile del sito dipartimetale di informatica dell'Università di Milano. 

Antonio Capoduro è inoltre uno dei promotori del progetto "SPORTABILIA, LO SPORT CHE MERAVIGLIA"



Ciao Antonio, puoi raccontarci come è cominciata la tua storia sportiva? 

Il mio inatteso incontro con il mondo dello sport è avvenuto all’età di 41 anni in modo del tutto casuale, in un giorno di primavera uggiosa del 2009, in cui il mio spirito era depresso, non solo per la giornata ma anche per una serie di motivazioni personali di cui non mi dilungo, Giovanni Lodetti (Maestro di scherma) mi ha proposto di andare a vedere come si tira di scherma. Faccio presente che fino ad allora guardavo la scherma solo alle olimpiadi in televisione, comodamente seduto su una poltrona, non conoscendo nulla di tecnica schermistica, ebbi un tentennamento, ma alla fine ho accettato perché mi sono reso conto di aver bisogno di qualcosa che mi stimolasse e Giovanni è stato uno sprono fondamentale.

venerdì 4 dicembre 2015

Cosa significa essere uno sportivo di resistenza

Molti sportivi amatoriali, d'elite o professionisti, si dedicano a sport di resistenza. Di seguito proveremo insieme a ragionare su questo termine, conoscendone le origini e i significati.

Il termine resistenza deriva dal latino resistencia, da resistere, composto di "re" indietro e "sistere" fermare. Le origini di questo termine rimandano quindi al gesto di bloccare, opponendosi, ad una forza o ad una spinta. Contrari a questo significato sono l'acquiescenza, l'arrendevolezza, la condiscendenza e la docilità.

Questo termine diffuso in svariati ambiti, che spaziano dall'economia, alla psicanalisi, fino ai settori militari, giuridici e sportivi, connota in modo chiaro l'impegno energetico che va a esercitare la persona che "resiste".

giovedì 3 dicembre 2015

La libreria dello sport: Walter Bonatti - Montagne di una vita

Chi è l'autore? Walter Bonatti (1930-2011), conosciuto come "Il Re delle Alpi, è stato una leggenda dell'alpinismo mondiale. Da inviato dell'Espresso, ci ha raccontato numerose sue esplorazioni, in alcune delle regioni più impervie del mondo.

Di cosa parla? Bonatti ripercorre le imprese compiute in 15 anni di alpinismo. In questo libro la montagna, e in particolare l'alpinismo, emergono come una metafora che corre parallela alla vita. In questo senso le prove e le difficoltà incontrate diventano occasioni di crescita personale ed umana. 
Traspare forte, durante lo scorrere delle pagine, la forza interiore di questo grande personaggio, unita all'incredibile passione per la montagna e l'amore per l'avventura. Bonatti non sapeva solo scalare, esplorare, fotografare, ma anche scrivere, facendo rivivere intensamente le emozioni provate durante le sue difficili prove.

mercoledì 2 dicembre 2015

Musica in movimento: The Strokes - Is This It

Qualche settimana fa ho letto un'intervista al ciclista Moreno Moser, in cui dichiarava di essere un grande amante di musica. Era tra i giovani più promettenti al suo passaggio tra i professionisti, per poi perdersi in difficoltà varie negli ultimi anni. Non ho capito bene quale genere di musica preferisse, ma pensando al ciclismo, ho pensato a qualcosa di ritmico, molto ritmico, adatto forse anche per sedute di spinning, o anche per la corsa, insomma, per ogni attività per la quale una base ritmica possa essere fondamentale. 

C'è un album, di soli 36 minuti di durata, adattissimo a questo ruolo. Si tratta di "Is This It" dei newyorkesi Strokes. L'album è del 2001 ed è stato a modo suo uno dei più importanti di inizio millennio. Gli Strokes possono essere amati o odiati, ma questo album è stato determinante per la storia del rock.

L'inizio è per il pezzo più morbido e lento, la title-track "Is This It", una specie di dolce e malinconica ninnananna, col basso di Nikolai Fraiture a dare ritmo sotto al cantato strascicato di Julian Casablancas. Passato il breve riscaldamento iniziale, con "The Modern Age" si entra nel vivo, con la ricetta che d'ora in poi sarà l'essenza della loro sonorità: la batteria pulsante di Fab Moretti a fare da metronomo costante, le chitarre di Albert Hammond Jr. e Nick Valensi a rincorrersi tra accordi semplici e insistenti e assolo freschi e mai auto compiacenti, e la voce di Casablancas passare tra un cantato da ubriaco ad urla post-punk.