Visualizzazione post con etichetta maturità. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta maturità. Mostra tutti i post

lunedì 12 ottobre 2015

Dialogo col campione: Marco Lokar

Marco Lokar è un ex cestita italiano, che ha calcato i parquet dalla serie A1 fino alla serie C. Tra le sue esperienze anche due anni alla pallacanestro Trieste allenata da Bogdan Tanjević.
Marco Lokar ha anche giocato nel campionato universitario americano per la Seton Hall University dove viene ricordato per una partita da 41 punti e per essersi rifiutato di vestire la casacca con la bandiera americana durante il periodo della guerra del Golfo.
Oggi Marco Lokar lavora come manager.




Ciao Marco, quali sono le differenze mentali con cui deve confrontarsi un giocatore che affronta il campionato americano e italiano?
Ci sono molte differenze, che percepisci nel mondo dello sport come anche nel mondo del lavoro. Negli Stati Uniti d'America, in qualche modo, il merito viene premiato ed è quindi il campo a determinare il tuo futuro. In Italia e in Europa questo accade limitatamente al mondo dello sport, mentre negli Stati Uniti è sicuramente un mantra a tuttotondo.
Un'altra enorme differenza è che negli Stati Uniti lo sport è “crudo”. La seconda, terza o quarta possibilità sono molto difficili da ottenere. Quando arriva il tuo turno o quando hai la possibilità di giocarti la tua chance devi dimostrare quello che vali, con bravura e determinazione. Questa può sembrare una sorta di selezione darwiniana severissima, ma nei fatti è così.
Anche nello stile di gioco ci sono enormi differenze, ma non hanno a che fare con l'aspetto psicologico, organizzativo e umano.

lunedì 27 luglio 2015

Dialogo col campione: Stefano Ruzza

Stefano Ruzza è un ultratrailer italiano, che corre per il team Vibram e per l'Atletica San Marco.

Vincitore di diverse gare di livello nazionale e spesso competitivo coi migliori atleti in gare World Tour.

Nel suo palmares spiccano due vittorie ai campionati nazionali (2012 e 2013), un 7° posto all'europeo del 2013 e un 7° posto (2014) alla diagonale des Fous, prestigiosa competizione che si svolge sull'isola de La Reunion, nell'oceano indiano.





Ciao Stefano, ti sei avvicinato alla corsa in età matura. Sotto alcuni aspetti questo potrebbe averti limitato, come ad esempio non aver sfruttato pienamente gli adattamenti fisici della pubertà. Esistono però dei vantaggi di natura mentale, in questo avvio dopo i vent'anni? 

E’ vero che l’aver iniziato non in età giovanile mi abbia avvantaggiato dal punto di vista mentale. Da ragazzino avrei voluto provare col ciclismo, ma ripensandoci, non ne avrei avuto la testa. Da quando ho iniziato a correre ho sempre avuto degli obiettivi che mi hanno aiutato a spostare più in là i miei limiti, ma con coscienza e lucidità, mentre da ragazzino queste cose sicuramente non la avevo.

Sentire che non "avresti avuto la testa" ad alcuni potrebbe sembrare strano. Puoi spiegarci quali qualità mentali ti mancavano nel ciclismo che pensi di avere nell'ultra?

In questo momento qualità mentali forse non mi mancano, mi mancherebbero qualità fisiche, e pur piacendomi andare in bicicletta, preferisco correre. Ma da ragazzino, l’allenarmi tante ore, con il freddo o con la pioggia, il non uscire il sabato sera per andare a fare la gara, erano cose che probabilmente avrei retto solo poco tempo. Ho preso altre strade, che sicuramente non mi hanno fatto bene, ma mi hanno fatto capire col tempo che la strada dello sport e dell’impegno era quella giusta. Qualche piccolo rimpianto a volte affiora, ma la strada che mi ha portato fin qua era questa, e sono ugualmente contento.