Il post di oggi prende spunto da una domanda che ci è stata posta da un lettore del sito, Matteo Zardini. La domanda verte sul tema delle allucinazioni visive e sonore in gare di ultra distanza e ultra trail. Eccola riportata di seguito.
"Avete mai affrontato il tema delle allucinazioni e dei deja vu in gare di endurance? Può essere considerata una cosa per certi versi "normale" oppure c'è da stare particolarmente attenti? Non se ne parla molto fra i corridori di Ultra Trail e trovo che ci sia un pò di confusione e timore ad affrontare l'argomento"
Prima di provare a rispondere faccio una premessa. Credo sia onesto dire che non ho mai preso parte a gare di ultra trail e di ultra trail, che prevedessero una parte in notturna. Ho provato ad allenarmi per 6/7 ore in bici e prendere parte a competizioni da circa 8 ore, ma non ho mai sperimentato il fenomeno delle allucinazioni durante lo sport.
Credo questa premessa sia importante. Da una parte, chi legge può prendere con le pinze ciò che dirò. Dall'altra, se ha più esperienza di me in questo campo, può, se desidera, condividere la sua opinione. Mi piacerebbe che questo articolo e questo spazio sia uno spunto per condividere delle esperienze e per scoprire e approfondire insieme un fenomeno che trovo singolare e molto interessante, quello delle allucinazioni durante lo sport. Se avete quindi vissuto delle esperienze simili mi farebbe molto piacere che le raccontaste qui o anche inviando un messaggio privato.
Prima di iniziare ad affrontare l'argomento voglio aggiungere che seppure non abbia esperienza di allucinazioni in gara, ho maturato diverse esperienze nella mia vita di natura allucinatoria. Utilizzando diverse tecniche e modalità ho avuto modo di sperimentare quelli che vengono definiti "stati non ordinari di coscienza". Da qui ha preso il via un vivo interesse che mi ha condotto a leggere, confrontarmi e riflettere su questo tema.
Partiamo però dal principio. La prima volta che mi sono avvicinato al tema delle allucinazioni durante lo sport è stato l'anno passato, durante la cena con gli sponsor e gli organizzatori del Firenze Urban Trail. A tavola, seduto alla mia sinistra, vi era un ultra runner greco, che mi raccontò delle sue allucinazioni notturne in un ultra trail in montagna.
Passando in un bosco, illuminato dalla luna piena, in un tratto completamente solitario e di relativa tranquillità scorgeva nei cespugli immagini che non esistevano. Purtroppo il mio inglese zoppicante non mi ha aiutato a comprendere meglio il suo racconto, ma fui colpito da un certo interesse. Chiesi allora a Stefano Ruzza, mio socio in questo sito, se aveva mai sentito parlare di questo tema e scoprii che questo fenomeno non è insolito nelle competizioni di ultra trail.
Allora non ci riflettei ulteriormente, ma pochi mesi dopo provai la "Respirazione Olotropica". Una tecnica che può produrre uno stato allucinatorio simile agli effetti dell'LSD, con la sola modificazione del respiro e senza l'utilizzo di sostanze psicotrope. Questa esperienza, svolta con Mario Lorenzetti, un professionista serio e molto competente, fu per me decisamente intensa e profonda e decisi allora di leggere e approfondire questa metodologia.
Praticando la Respirazione Olotropica si può scoprire come il solo accelerare il respiro, l'andare in iperventilazione, possa portarci ad entrare in uno stato allucinatorio. Leggendo il libro di Grof "Respirazione olotropica, teoria e pratica" ho potuto addentrarmi in come diverse tribù aborigene, sciamaniche e indiane siano solite danzare intorno al fuoco per ore, velocizzando il ritmo del respiro, al fine di produrre delle visioni.
Da quanto appena detto, emerge come ci siano dei comportamenti che agevolano l'insorgere di uno stato allucinatorio:
1) Movimento protratto per ore;
2) Accelerazione della respirazione rispetto alla velocità che tradizionalmente manteniamo nella quotidianità;
Un'altra esperienza che ho provato negli ultimi mesi è la Floating Tank, una vasca buia e insonorizzata, in cui si galleggia in una soluzione molto salina a temperatura corporea. Anche in questa situazione si può accedere ad uno stato allucinatorio ed avere delle visioni, come io ho concretamente avuto. Anche in questo caso, senza l'utilizzo di sostanze psicotrope.
Due ulteriori punti che facilitano l'insorgenza di stati allucinatori, e che si aggiungono ai 2 precedenti, sono quindi:
3) Ridurre la presenza di stimolazione esterna;
4) Situarsi in un contesto ambientale in cui sia possibile portare l'attenzione intensamente sui vissuti interiori;
Se andiamo ora consideriamo le situazioni di corsa in ultra trail, in cui si presentano allucinazioni, vediamo come sono presenti tutte e 4 le condizioni esposte in precedenza:
- In un ultra trail o si corre per un monte orario ingente, anche superiore alle 20. Il movimento corporeo è quindi protratto nel tempo;
- Durante una corsa il ritmo del respiro è accelerato rispetto alla quotidianità;
- Le situazioni allucinatorie riferitemi sono accadute: di notte, in solitaria, in posti molto tranquilli. Gli stimoli esterni con cui ci confrontiamo sono stati di molto ridotti;
- Il flusso di coscienza nel contesto quasi ovattato della notte, della tranquillità, in fasi di gara in cui non sono presenti rischi sposta l'attenzione dall'esterno, all'interno.
A mio parere nel momento in cui si soddisfano queste 4 condizioni è possibile che un atleta acceda ad uno stato non ordinario di coscienza, in cui sono presenti delle moderate allucinazioni. Non concepisco questo fatto come un segno patologico, ma anzi, secondo la mia esperienza e la mia conoscenza terapeutica, sono importanti esperienze di auto-esplorazione e di auto-guarigione.
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ARTICOLO A CURA DI:
Io le ho provate nel tratto finale della mia prima LUT, credo che allora fu determinante una altra condizione oltre alle 4 citate, ovvero la stanchezza estrema abbinata ad un insufficiente apporto energetico. Ricordo distintamente un nano dai capelli bianchi e un camion dei gelati ... In un bosco sul crodadalago ��
RispondiEliminaCiao Giorgio, grazie di aver condiviso la tua esperienza? Posso chiederti se era notte nel tratto finale della LUT?
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaCiao, ho partecipato a settembre al Tor de Geant e a partire dalla terza notte è successo con frequenza costante nei momenti di particolare stanchezza, le pietre che incontravo nel sentiero prendevano le sembianze di volti umani, a volte i tronchi si trasformavano in figure umane, a distanza di mesi conservo la memoria delle loro forme ero cosciente di quello che mi succedeva ma non riuscivo in alcun modo a ricondurre tali visioni alla normalità; è stato molto simpatico quando convinto di essere arrivato ad un rifugio mi sono trovato di fronte un enorme masso.
RispondiEliminaCesare ho lasciato diversi commenti sul forum di ST incluso questo video di Nickademus Hollon.
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=j9GvFOrMuaU&feature=youtu.be
Ciao Martin, ho guardato ora il video e devo dire che le allucinazioni di cui parlano le persone intervistate non sono per nulla "moderate". Alcune delle allucinazioni riferite sono di notevole intensità e non si discostano molto da quelle che puoi ottenere utilizzando LSD o ayahuasca. La grande differenza tra le esperienze in gara e quelle con utilizzo di sostanze psicotrope è che mi pare sia ancora presente una buona dose di coscienza ordinaria. Per questo motivo avvicino le allucinazioni in gara a quelle che ho provato nella floating tank o durante la respirazione olotropica.
EliminaGuardando il video mi hanno colpito 2 cose: 1) mi sono domandato se non c'è una componente di rischio nello sperimentare delle allucinazioni durante una corsa; 2) tutti gli atleti riferiscono delle visioni con tono divertito. Io credo che le visioni che sperimentiamo abbiano un significato e ci dicano qualcosa di noi e del nostro mondo interiore.
Vado ora a continuare la risposta sul forum di ST.