mercoledì 5 aprile 2017

Musica in Movimento: Massive Attack - Mezzanine

Questa settimana proponiamo una musica utile specialmente in attività indoor. Ricordo quando anni fa avevo frequentato dei corsi di pilates e in sottofondo veniva quasi sempre messa questo tipo di musica: sto parlando del trip-hop, i cui veri e propri inventori sono stati gli inglesi Massive Attack. Ma chi sono i Massive Attack? Sulla carta sono solo due “non-musicisti”, Robert ‘3D’ Del Naja e Grant ‘Daddy G’ Marshall, affiancati negli anni da un grande elenco di personaggi legati a questo genere musicale, ma in particolare Tricky e, soprattutto nell’album che andiamo a proporre, Elizabeth Fraser.

Nel 1998 uscì “Mezzanine”, terzo album dei Massive Attack, che dopo gli inizi dove venivano convogliati hip-hop, soul, dance, new wave, raggae, dub in un’unica soluzione, spinsero le loro sonorità in ambienti più dark e psichedelici, a stretto contatto con il rock. Il senso di fluidità della loro musica può accompagnare attività dove anche la fluidità dei movimenti, eseguiti lentamente ma in maniera efficace, è essenziale e principale obiettivo.

L’apertura col basso insistente e i ritmi lenti di “Angel” ci porta immediatamente ad atmosfere cupe, ma allo stesso tempo sognanti. Leggermente più movimentata è “Risingson”, per via del cantato dal sapore hip-hop. Si entra invece in atmosfere celestiali con il capolavoro “Teardrop”, con la splendida voce di Liz Fraser come protagonista. “Inertia Creeps” appare più ritmata, ma dall’incedere sicuro e mai frenetico. 

Tornano i ritmi sognanti in “Exchange” e “Dissolved Girl”, che nella seconda parte sembra diventare un pezzo rock grazie a chitarra elettrica e batteria. “Man Next Door”, cantata da Horace Andy, è uno splendido collage di samples presi qua e là, tra cui un vecchio pezzo dei Cure. “Black Milk” regala un’altra magnifica interpretazione della Frase, sopra un giro di basso ipnotico. “Mezzanine” ripropone un’altra esecuzione hip-hop dei due demiurghi del gruppo, sopra ritmi e sonorità ancora una volta ipnotiche. 

Con “Group Four” rimettono nuovamente il basso in primo piano, sempre su atmosfere cupe e talvolta inquietanti. Si conclude con “(Excanghe)”, ovvero la stessa quinta canzone dell’album dallo stesso titolo (ma senza parentesi), semplicemente riproposta in tono ancora più oscuro e “liquido”, come se il suono provenisse da un luogo metafisico.

Se poi volete usufruire di “Mezzanine” anche per un’attività sportiva aerobica, ciò non è escluso, e appare ottimo se si cerca un incedere sicuro e a frequenze non troppo alte. Un album fondamentale, dove musica rock ed elettronica convivono in perfetta armonia come raramente è accaduto.

ARTICOLO A CURA DI:


Nessun commento:

Posta un commento