venerdì 7 aprile 2017

Lavorare sugli obiettivi sportivi: un esempio

foto di Sergio Pitzalis
Nelle ultime settimane abbiamo avuto la possibilità di affrontare il tema della definizione degli obiettivi sportivi. In particolare abbiamo approfondito 2 argomenti:
In questo articolo presenterò un esempio personale. Il team di Psichesport, come alcuni sapranno, nello scorso week end è stato ospite del Vibram Maremontana Trail. Nella giornata di Sabato 1 Aprile Cesare Picco si è confrontato sul tema dello "stress e performance atletica" con Stefano Ruzza, anch'esso autore di Psichesport, e Lara Crivelli. Grazie al contributo dei due forti atleti del team Vibram si è creato un momento ricco e arricchente, con una buona partecipazione da parte del pubblico.


Domenica 2 Aprile, lasciato da parte il microfono e le parole, ho allacciato le scarpe da Trail e mi sono dedicato al percorso breve. 19,6 km con un dislivello di 986 metri. Il tempo atmosferico non è stato un alleato accompagnando con la pioggia la seconda metà. Anche Stefano Ruzza ha preso parte a questo percorso, ma chiaramente con obiettivi molto più ambiziosi dei miei. Quali erano però i miei obiettivi?

Ogni atleta, professionista, elite o amatore, prima di prendere parte a una manifestazione cerca di delineare i suoi obiettivi ed in relazione al raggiungimento, o meno, degli stessi sperimenterà uno stato di soddisfazione o insoddisfazione personale. Considerando la soddisfazione un carburante importante per continuare positivamente l'attività sportiva, per migliorare e per avere anche una ricaduta piacevole nella vita generale, gli obiettivi e la loro definizione diventano una pietra portante nella vita sportiva di ognuno di noi.

Torniamo alla domanda iniziale "quali erano i miei obiettivi?". Per definire in modo realistico i propri obiettivi è necessario riflettere su quanto fatto in passato e partire proprio da questa consapevolezza. Inizialmente mi sono quindi chiesto se avevo dei dati legati al passato che mi potevano permette di fare una previsione per questa gara. Avendo preso alla medesima gara nell'anno precedente potevo quindi partire da consultare la classifica dell'anno passato e analizzarla. 

Scorrendo la classifica ho potuto notare la mia posizione in classifica e il tempo conseguito. I dati di partenza erano una 47esima posizione in classifica su poco più di 300 atleti e un tempo di 2 ore 10 minuti e 11 secondi. Le condizioni atmosferiche erano state discrete. 

Per analizzare la classifica, ho riflettuto sulla mia condizione attuale. Sapevo di aver avuto l'opportunità di allenarmi un giorno in più a settimana (normalmente mi alleno 3 giorni - nei primi mesi dell'anno ero passato a 4). Gli impegni lavorativi non mi avevano permesso di dedicare molto tempo ad ogni uscita, quindi avevo pochi lunghi nelle gambe, ma ero consapevole di avere tempi migliori dell'anno passato. Potevo quindi ipotizzare un miglioramento di quanto fatto nel 2016. 

A fronte di quanto detto ho analizzato la classifica, studiando le possibilità di miglioramento. Ho potuto notare come per entrare nei primi 40 atleti avrei dovuto abbassare il tempo di 1 minuto e mezzo; per entrare nei 30 di circa 6 minuti e se fossi stato capace di abbassare di più di 10 minuti sarei entrato nei primi 20. Ora avevo a mia disposizione tutti i dati per delineare i miei obiettivi di performance e di risultato.

Come consigliato nell'articolo che affronta come definire gli obiettivi è buona norma identificare sia degli obiettivi di performance, che di risultato e suddividere queste voci in 3 o più livelli (es: obiettivo minimo - obiettivo medio - obiettivo massimo). Ecco come ho lavorato sui miei obiettivi:

PERFORMANCE: per delineare i miei obiettivi di performance mi sono rivolto ai riscontri cronometrici. Questo mi ha permesso di valutare la mia performance indipendentemente dal confronto con gli altri atleti, ma solo con me stesso.
  • Obiettivo minimo: considerando il tempo conseguito l'anno passato e la condizione migliore, mi sono posto di migliorare le 2 ore 10 minuti e 11 secondi. Questo era il mio obiettivo minimo alla partenza;
  • Obiettivo medio: un obiettivo più sfidante, ma raggiungibile che sentivo di poter delineare consisteva in un miglioramento cronometrico più consistente. Vista la migliore condizione puntavo ad fermare il cronometro sotto le 2 ore e 5 minuti;
  • Obiettivo massimo: nonostante la migliore condizione atletica so di avere dei limiti di motore e soprattutto nelle discese. Il tempo atmosferico piovoso, le rocce bagnate, erano ulteriori limiti al miglioramento massimo a cui potevo ambire. Definire a 2 ore il tempo cronometrico migliore che potessi ottenere era sicuramente qualcosa di molto difficile, ma non impossibile, e l'ho quindi scelto come obiettivo massimo.
RISULTATO: per delineare gli obiettivi di risultato, ho incrociato pensato ai miei desideri di classifica, identificando come ad un miglioramento cronometrico conseguisse una migliore posizione nella classifica dell'anno precedente.
  • Obiettivo minimo: considerando la classifica dell'anno passato, un miglioramento anche minimo cronometrico mi avrebbe posizionato tra i primi 40 atleti. Viste le mie sensazioni, ho pensato che questo risultato fosse facilmente ottenibile, seppure non fosse scontato. Per questa ragione l'ho scelto come obiettivo minimo;
  • Obiettivo medio: riflettendo su un possibile miglioramento cronometrico di circa 5 minuti, a cui nella classifica dell'anno passato corrispondeva una posizione intorno alla 30esima, ho deciso di sceglierlo come obiettivo medio. Sentivo questo risultato come impegnativo, ma facendo bene immaginavo di poterlo raggiungere. Come obiettivo medio ho quindi definito il riuscire ad entrare nei primi 30 atleti;
  • Obiettivo massimo: il massimo risultato ottenibile, a fronte dei miei limiti atletici, di condizioni, legati alla mia scarsa esperienza con questo sport, consisteva nel riuscire a concludere sotto le 2 ore. Questo mi avrebbe permesso di chiudere almeno in 19sima posizione l'anno precedente. Come obiettivo massimo mi sono posto di chiudere tra i primi 20 atleti.
CONCLUSIONI
Ho chiuso la manifestazione con il tempo di 1 ora 59 minuti e 55 secondi in 35esima posizione. Questo mi ha permesso di raggiungere:
  • L'obiettivo massimo di performance
  • L'obiettivo minimo di risultato
Perchè è stato così importante suddividere gli obiettivi in performance e risultato? Se avessi avuto solo degli obiettivi di risultato sarei tornato a casa da questa manifestazione con un sapore dolce-amaro, perchè avrei sentito di aver ottenuto poco, con molto sforzo. Avendo invece delineato anche degli obiettivi di performance ho potuto invece bilanciare la mia soddisfazione ottenendo il massimo che potevo sperare e prendendo consapevolezza che un mio maggior impegno mi può permettere di ottenere ciò che voglio e che desidero. 




STRESS e PERFORMANCE ATLETICA

Edizioni: Psiconline
Autore: Cesare Picco - psicologo/psicoterapeuta e psicologo dello sport
Argomento: esistono 5 tipologie di motori mentali. Ognuno di essi ha bisogno e funziona al meglio con uno specifico livello di stress.
Conoscere il proprio motore mentale permette di comprendere cosa fare e come ottenere gli obiettivi sportivi che ci prefiggiamo.
Recensione: da The Running Pitt - sito di riferimento per podisti evoluti
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