lunedì 12 dicembre 2016

Dialogo col campione: Alice Arzuffi

Alice Arzuffi è una ciclocrossista e ciclista italiana.

Nonostante la sua giovane età, Alice Arzuffi ha ottenuto il titolo di campionessa italiana di ciclocross nel 2016, 2015, 2014, 2013 e 2012.

Tra i suoi risultati di maggior rilievo figurano: una medaglia di bronzo nella coppa del mondo di ciclocross tenutasi a Zeven nel 2016 e una seconda posizione ai campionati Europei.








Se dovessi presentarti con tre aggettivi che ti rappresentano come atleta, quali sceglieresti? Perchè?

Tenace, determinata e so apprezzare l'esperienza delle persone che mi stanno attorno.

Posso chiederti di spiegarmeli?

Sono teneace e determinata, perchè quando mi prefisso un obiettivo faccio di tutto per raggiungerlo. Questo non significa che ci riesca sempre, ma do sempre il massimo e metto tutta me stessa per ottenere ciò che voglio.
Apprezzo l'esperienza delle persone che mi stanno attorno, perchè so ascoltare i consigli che mi vengono dati. Penso di saper imparare sempre nuove cose, per potere così migliorare. Ogni persona, che fa parte da tempo del mondo del ciclismo, credo abbia un bagaglio di informazioni che possono tornarmi utili.

Secondo te ci sono delle caratteristiche mentali che contraddistinguono il forte ciclocrossista? Ci sono aspetti mentali che lo differenziano dallo stradista?

Credo che la differenza tra un ciclocrossita e un ciclocrossista forte sia principalmente dettata da aspetti fisici e tecnici, come la capacità di guidare la bici. Oltre a ciò serve una buona motivazione. Quando inizi ad acquisire la consapevolezza nei tuoi mezzi e impari che ce la puoi fare, come ce la fanno gli altri, penso che tutto diventi più semplice.
Nel ciclocross, nel ciclismo, nella pista e in ogni altro sport, credo tu debba sempre essere focalizzato e mentalizzato rispetto a ciò che stai facendo. Non puoi pensare di salire sulla bici e stop. Se vuoi farlo bene, hai bisogno di farlo pensando in un certo modo.
Nel ciclocross, dove tutto si racchiude in 45 minuti/un'ora di gara, non puoi permetterti di distrarti nemmeno per un minuto. Magari è proprio in quel minuto che tutto può cambiare. Devi essere concentrato dall'inizio alla fine al 100%. Credo, anzi, che la concentrazione inizi già una mezz'ora prima della gara, pensando a come fare andare la gara nei migliore dei modi.

Tu cosa fai in quella mezz'ora prima della gara?

Prima di una gara di ciclocross faccio sempre riscaldamento sui rulli. Considerando che dobbiamo essere alla partenza 15 minuti prima della gara, 50/45 minuti prima della partenza inizio a fare riscaldamento. Io metto le mie cuffie, con la mia musica, e da quel momento, per me, il mondo “finisce”. Creo la mia sfera in cui esisto solo io, la mia bici e la mia musica.
Da quel punto in poi non voglio più parlare con nessuno, perchè voglio concentrarmi unicamente sulla gara e voglio farlo al meglio.

Posso domandarti cosa ascolti prima della partenza?

Ascolto la playlist di Tomorrowland, musicisti come Dimitri Vegas e Like Mike. Musica che può darti la carica giusta prima di una gara.

Mi parlavi dell'importanza della consapevolezza e di come sia centrale sapere che puoi raggiungere un dato risultato. C'è stato un momento nella tua carriera in cui ti sei accorta che ce la potevi fare?

Penso che questa consapevolezza non venga raggiunta da tutti. Io, personalmente, credo di esserci riuscita solo quest'anno.
Le stagioni passate, quando mi presentavo alla linea di partenza, in una gara di coppa del mondo, non mi sentivo all'altezza delle prime o comunque delle atlete che venivano chiamate prima di me. Mi sentivo inferiore.
Col passare del tempo, ho imparato a conoscermi. Oggi posso dire che come ce la fanno le altre ce la posso fare anche io. Ho un cervello, un corpo, mi alleno bene, mangio bene e faccio tutto quello che posso fare per arrivare al giorno della gara per essere performante al 100%.
Io non mi voglio porre dei limiti, perchè le altre ragazze che fanno la coppa del mondo non hanno niente in più di me. Chiaramente alcune sono sviluppate meglio fisicamente, perchè lo sviluppo si raggiunge a una certa età, ma nonostante questo non voglio sentirmi inferiore.
Non voglio sembrare presuntuosa. Credo che questa sia la mentalità migliore per presentarti alla partenza.

Sei la campionessa italiana in carica di ciclocross ed hai vinto ininterrottamente dal 2012 a oggi. Cosa differenzia l'atleta capace di vincere una volta e l'atleta capace di ripetersi?

Credo un atleta debba essere capace di crearsi nuovi stimoli e nuovi obiettivi. Cosa significa? Nel 2012 ho vinto il mio primo campionato italiano. Nel 2013 non mi sono presentata pensando che andava bene sia se vincevo, sia se perdevo, perchè avevo già conquistato il titolo la stagione precedente.
Non mi sono mai accontentata. Ogni anno un mio obiettivo era la vittoria al campionato italiano. Credo che nello sport un atleta debba imparare a non accontentarsi mai delle vittorie, dirigere il suo sguardo al futuro, e cercare nuovi obiettivi e nuovi stimoli.

Il ciclocross prevede uno sforzo relativamente breve, ma molto intenso. Quando la fatica inizia a farsi sentire hai delle strategie che utilizzi?

Innanzitutto devi pensare che in gara tutti stanno facendo fatica. Forse alcuni la sentono di più, altri di meno, ma tutti stanno soffrendo.
Inoltre credo che per ottenere una vittoria, per raggiungere un obiettivo per cui sto lavorando da diverso tempo e per il quale ho fatto molti sacrifici, valga la pena soffrire 45 minuti, sentire esplodere le tue gambe, sentire l'ossigeno che non arriva più ai polmoni.
Infine, potrà sembrare stupido, ma penso che anche se sto facendo fatica, sono 45 minuti e dopo la gara potrò riposarmi. Vale la pena soffrire 45 minuti se la ricompensa è il successo e il riposo successivo.

Da parte mia se una cosa funziona, stupida non è...

Io credo che ogni atleta debba capire quali sono le cose in cui crede e che funzionano per lui.

Tu come hai capito le tue?

Credo che con il passare del tempo impari a conoscerti. Sono più matura mentalmente e fisicamente rispetto a due anni fa, anche solo perchè ho più esperienza. L'esperienza ti aiuta a conoscerti meglio e a prendere consapevolezza delle diverse situazioni.
Nessuno ti può insegnare queste cose. Anche mia sorella corre in bici. Io posso raccontarle delle tecniche che uso in gara per concentrarmi e per non sentire la fatica, ma non è detto che per lei funzionino.

Sono pienamente in accordo con te. Credo che alcune cose funzionano per alcune persone e non per altre e viceversa.

Per questo è importante imparare a conoscersi.

Credo che ci si possa imparare a conoscere se stessi in corsa, come anche nella vita di tutti i giorni. Ci sono esperienze extra-bici che possono aiutarti quando sali in sella?

Credo valga più il contrario. Ci sono più esperienze che imparo in bici, che poi riporto nella vita quotidiana. Il ciclismo è veramente una parte importante della mia vita.

Posso chiederti quali sono queste esperienze?

Ad esempio può capitarmi di trovare un oggetto che desidero acquistare, ma che al momento non posso permettermi. Automaticamente inizio a pensare che se risparmio e se faccio dei sacrifici potrò poi acquistarlo.
In bici succede la stessa cosa. Se io voglio vincere una gara, so che devo allenarmi bene, devo fare delle rinunce e solo in questo caso posso ottenere la vittoria.

Il ciclismo, nelle sue varie forme, viene spesso definito uno sport per duri. Ci sono delle qualità mentali che possono avvantaggiare una donna rispetto ad un uomo?

Non credo sia tanto una questione uomo-donna, ma la differenza è tra soggetto e soggetto. Credo che in questo caso il sesso non centri nulla.

C'è una frase detta da un genitore o da una persona per te significativa (allenatore, insegnante, ecc.) che ti rappresenta come atleta?

Non è una frase, ma un nome che mi da un mio allenatore. Mi dice che in alcune situazioni ho gli “occhi della tigre”. Ho gli “occhi della tigre” quando sto veramente lottando per ottenere qualcosa e quando ci sto mettendo tutta me stessa.

Il tuo allenatore te lo dice prima o dopo la partenza?

Non è una cosa che mi ripete ogni giorno. Magari mentre parliamo può dirmi “in quella gara avevi proprio gli occhi della tigre”.

Mi puoi spiegare cosa significa avere “gli occhi della tigre”?


Quando si vede che veramente sto dando tutto, che ci sto mettendo tutta la grinta possibile, per ottenere il miglior risultato. Insomma, si vede che non sto solo partecipando.  

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