Alice Arzuffi è una ciclocrossista e ciclista italiana.
Nonostante la sua giovane età, Alice Arzuffi ha ottenuto il titolo di campionessa italiana di ciclocross nel 2016, 2015, 2014, 2013 e 2012.
Tra i suoi risultati di maggior rilievo figurano: una medaglia di bronzo nella coppa del mondo di ciclocross tenutasi a Zeven nel 2016 e una seconda posizione ai campionati Europei.
Se
dovessi presentarti con tre aggettivi che ti rappresentano come
atleta, quali sceglieresti? Perchè?
Tenace,
determinata e so apprezzare l'esperienza delle persone che mi stanno
attorno.
Posso
chiederti di spiegarmeli?
Sono
teneace e determinata, perchè quando mi prefisso un obiettivo faccio
di tutto per raggiungerlo. Questo non significa che ci riesca sempre,
ma do sempre il massimo e metto tutta me stessa per ottenere ciò che
voglio.
Apprezzo
l'esperienza delle persone che mi stanno attorno, perchè so
ascoltare i consigli che mi vengono dati. Penso di saper imparare
sempre nuove cose, per potere così migliorare. Ogni persona, che fa
parte da tempo del mondo del ciclismo, credo abbia un bagaglio di
informazioni che possono tornarmi utili.
Secondo
te ci sono delle caratteristiche mentali che contraddistinguono il
forte ciclocrossista? Ci sono aspetti mentali che lo differenziano
dallo stradista?
Credo
che la differenza tra un ciclocrossita e un ciclocrossista forte sia
principalmente dettata da aspetti fisici e tecnici, come la capacità
di guidare la bici. Oltre a ciò serve una buona motivazione. Quando
inizi ad acquisire la consapevolezza nei tuoi mezzi e impari che ce
la puoi fare, come ce la fanno gli altri, penso che tutto diventi più
semplice.
Nel
ciclocross, nel ciclismo, nella pista e in ogni altro sport, credo tu
debba sempre essere focalizzato e mentalizzato rispetto a ciò che
stai facendo. Non puoi pensare di salire sulla bici e stop. Se vuoi
farlo bene, hai bisogno di farlo pensando in un certo modo.
Nel
ciclocross, dove tutto si racchiude in 45 minuti/un'ora di gara, non
puoi permetterti di distrarti nemmeno per un minuto. Magari è
proprio in quel minuto che tutto può cambiare. Devi essere
concentrato dall'inizio alla fine al 100%. Credo, anzi, che la
concentrazione inizi già una mezz'ora prima della gara, pensando a
come fare andare la gara nei migliore dei modi.
Tu
cosa fai in quella mezz'ora prima della gara?
Prima
di una gara di ciclocross faccio sempre riscaldamento sui rulli.
Considerando che dobbiamo essere alla partenza 15 minuti prima della
gara, 50/45 minuti prima della partenza inizio a fare riscaldamento.
Io metto le mie cuffie, con la mia musica, e da quel momento, per me,
il mondo “finisce”. Creo la mia sfera in cui esisto solo io, la
mia bici e la mia musica.
Da
quel punto in poi non voglio più parlare con nessuno, perchè voglio
concentrarmi unicamente sulla gara e voglio farlo al meglio.
Posso
domandarti cosa ascolti prima della partenza?
Ascolto
la playlist di Tomorrowland, musicisti come Dimitri Vegas e Like
Mike. Musica che può darti la carica giusta prima di una gara.
Mi
parlavi dell'importanza della consapevolezza e di come sia centrale
sapere che puoi raggiungere un dato risultato. C'è stato un momento
nella tua carriera in cui ti sei accorta che ce la potevi fare?
Penso
che questa consapevolezza non venga raggiunta da tutti. Io,
personalmente, credo di esserci riuscita solo quest'anno.
Le
stagioni passate, quando mi presentavo alla linea di partenza, in una
gara di coppa del mondo, non mi sentivo all'altezza delle prime o
comunque delle atlete che venivano chiamate prima di me. Mi sentivo
inferiore.
Col
passare del tempo, ho imparato a conoscermi. Oggi posso dire che come
ce la fanno le altre ce la posso fare anche io. Ho un cervello, un
corpo, mi alleno bene, mangio bene e faccio tutto quello che posso
fare per arrivare al giorno della gara per essere performante al
100%.
Io
non mi voglio porre dei limiti, perchè le altre ragazze che fanno la
coppa del mondo non hanno niente in più di me. Chiaramente alcune
sono sviluppate meglio fisicamente, perchè lo sviluppo si raggiunge
a una certa età, ma nonostante questo non voglio sentirmi inferiore.
Non
voglio sembrare presuntuosa. Credo che questa sia la mentalità
migliore per presentarti alla partenza.
Sei
la campionessa italiana in carica di ciclocross ed hai vinto ininterrottamente dal 2012 a oggi. Cosa differenzia l'atleta capace
di vincere una volta e l'atleta capace di ripetersi?
Credo
un atleta debba essere capace di crearsi nuovi stimoli e nuovi
obiettivi. Cosa significa? Nel 2012 ho vinto il mio primo campionato
italiano. Nel 2013 non mi sono presentata pensando che andava bene
sia se vincevo, sia se perdevo, perchè avevo già conquistato il
titolo la stagione precedente.
Non
mi sono mai accontentata. Ogni anno un mio obiettivo era la vittoria
al campionato italiano. Credo che nello sport un atleta debba
imparare a non accontentarsi mai delle vittorie, dirigere il suo
sguardo al futuro, e cercare nuovi obiettivi e nuovi stimoli.
Il
ciclocross prevede uno sforzo relativamente breve, ma molto intenso.
Quando la fatica inizia a farsi sentire hai delle strategie che
utilizzi?
Innanzitutto
devi pensare che in gara tutti stanno facendo fatica. Forse alcuni la
sentono di più, altri di meno, ma tutti stanno soffrendo.
Inoltre
credo che per ottenere una vittoria, per raggiungere un obiettivo per
cui sto lavorando da diverso tempo e per il quale ho fatto molti
sacrifici, valga la pena soffrire 45 minuti, sentire esplodere le tue
gambe, sentire l'ossigeno che non arriva più ai polmoni.
Infine,
potrà sembrare stupido, ma penso che anche se sto facendo fatica,
sono 45 minuti e dopo la gara potrò riposarmi. Vale la pena soffrire
45 minuti se la ricompensa è il successo e il riposo successivo.
Da
parte mia se una cosa funziona, stupida non è...
Io
credo che ogni atleta debba capire quali sono le cose in cui crede e
che funzionano per lui.
Tu
come hai capito le tue?
Credo
che con il passare del tempo impari a conoscerti. Sono più matura
mentalmente e fisicamente rispetto a due anni fa, anche solo perchè
ho più esperienza. L'esperienza ti aiuta a conoscerti meglio e a
prendere consapevolezza delle diverse situazioni.
Nessuno
ti può insegnare queste cose. Anche mia sorella corre in bici. Io
posso raccontarle delle tecniche che uso in gara per concentrarmi e
per non sentire la fatica, ma non è detto che per lei funzionino.
Sono
pienamente in accordo con te. Credo che alcune cose funzionano per
alcune persone e non per altre e viceversa.
Per
questo è importante imparare a conoscersi.
Credo
che ci si possa imparare a conoscere se stessi in corsa, come anche
nella vita di tutti i giorni. Ci sono esperienze extra-bici che
possono aiutarti quando sali in sella?
Credo
valga più il contrario. Ci sono più esperienze che imparo in bici,
che poi riporto nella vita quotidiana. Il ciclismo è veramente una
parte importante della mia vita.
Posso
chiederti quali sono queste esperienze?
Ad
esempio può capitarmi di trovare un oggetto che desidero acquistare,
ma che al momento non posso permettermi. Automaticamente inizio a
pensare che se risparmio e se faccio dei sacrifici potrò poi
acquistarlo.
In
bici succede la stessa cosa. Se io voglio vincere una gara, so che
devo allenarmi bene, devo fare delle rinunce e solo in questo caso
posso ottenere la vittoria.
Il
ciclismo, nelle sue varie forme, viene spesso definito uno sport per
duri. Ci sono delle qualità mentali che possono avvantaggiare una
donna rispetto ad un uomo?
Non
credo sia tanto una questione uomo-donna, ma la differenza è tra
soggetto e soggetto. Credo che in questo caso il sesso non centri
nulla.
C'è
una frase detta da un genitore o da una persona per te significativa
(allenatore, insegnante, ecc.) che ti rappresenta come atleta?
Non
è una frase, ma un nome che mi da un mio allenatore. Mi dice che in
alcune situazioni ho gli “occhi della tigre”. Ho gli “occhi
della tigre” quando sto veramente lottando per ottenere qualcosa e
quando ci sto mettendo tutta me stessa.
Il tuo allenatore te
lo dice prima o dopo la partenza?
Non
è una cosa che mi ripete ogni giorno. Magari mentre parliamo può
dirmi “in quella gara avevi proprio gli occhi della tigre”.
Mi puoi spiegare cosa
significa avere “gli occhi della tigre”?
Quando
si vede che veramente sto dando tutto, che ci sto mettendo tutta la
grinta possibile, per ottenere il miglior risultato. Insomma, si vede
che non sto solo partecipando.
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