Questa volta nessun aneddoto su grandi atleti, se non un piccolo ricordo personale. Prima di una delle mie più belle gare ascoltai una musica per diversi giorni, compresi dei commenti radiofonici a riguardo di tale opera. Durante le ore di gara, pur senza cuffie, avevo in testa continuamente quel suono meraviglioso e unico. Mi diede energia e calma, uno stato mentale perfetto.
Ripetei l'esperimento in un'altra occasione simile, e funzionò ancora. Decisi di usarla sempre prima di una gara importante. Purtroppo non sempre le cose sono poi andate a finire bene, forse a causa di una sorta di assuefazione, fatto sta che tale è la forza di questa monumentale opera che da ascoltare anche durante un'attività sportiva non può che far bene, così come prima di una gara forti sono il piacere e lo stimolo mentale che possono creare una delle più grandi musiche mai composte, la Nona Sinfonia, di Ludwig Van Beethoven.
Composta tra il 1822 e il 1824, viene considerata grande non solo per la bellezza, ma anche per l'innovazione e l'originalità. Beethoven fece aumentare l'interesse per le sinfonie già con le sue precedenti opere (prima erano solo un tipo di composizione come le altre), e con la Nona portò ai livelli massimi l'importanza della sinfonia. La durata di circa 70' mostrava la grande ambizione e la spinta verso l'epico. Per la prima volta un coro faceva parte di una sinfonia. Altre particolarità compositive furono realmente dei passi enormi rispetto alla musica classica fino a quel momento creata.
Questa sinfonia si divide in quattro movimenti. L'apertura del primo movimento è da storia musicale, sopra un'atmosfera fluttuante l'orchestra suona un tema potente e tempestoso. Lo schema si ripete per tutti i sedici minuti del movimento, nella seconda parte però l'atmosfera fluttuante lascia più spazio ad un senso di attesa più teso, adatto a stimolare i sensi.
Il secondo movimento è uno "scherzo", di un dinamismo e una forza dirompente con pochi eguali. I timpani, di solito usati come semplice accompagnamento, qua sono stati usati per la prima volta come strumento addirittura solista, in anticipo di un secolo sull'uso della batteria e delle percussioni. I continui cambi di tempo e il veloce incedere non possono che essere d'aiuto durante un'attività sportiva.
Il terzo movimento è il più lento e contemplativo, adatto per rilassarsi e viaggiare con la mente nella pace della natura o dei propri pensieri. Solo nel finale di questi 14' alcune variazioni sembrano avvicinare e introdurre l'ultimo movimento, quello della storia.
Il quarto movimento è una specie di sinfonia nella sinfonia. Un inizio tempestoso, poi violoncelli e e contrabbassi che parlano tra di loro. Dopo due minuti inizia la progressione di quello che è il tema dell'Inno alla Gioia, quella semplicissima e meravigliosa sequenza di note che tutti conoscono. Dopo 6' tutto si ripete, ma con l'introduzione delle voci e con il coro a recitare l'inno. Dopo 10' una marcetta dai toni quasi militareschi, e poi ancora passaggi e variazioni, un continuo e incessante andirivieni di intensità, fino al finale maestoso ed epico.
70' di musica unica e inimitabile, adatti prima, durante o dopo un'attività fisica. Cos'altro dire? Nulla, solo spazio alla musica.
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