venerdì 15 gennaio 2016

La vigoria psicologica: saper far fronte alle difficoltà della vita da sportivo

Il concetto di vigoria psicologica è stato introdotto da Kobasa (1982) e sta ad indicare una costellazione di caratteristiche di personalità che agiscono come risorse di resistenza nei confronti di vita stressanti (Fraccaroli, 2011).

Come indicato da più ricerche i soggetti che mostrano avere un alto livello di vigoria psicologica rispondono in modo più adattivo a situazioni di imprevisto e di difficoltà, riuscendo così a stare nelle situazioni in cui vivono con un livello di stress più contenuto (Favretto, 1994).

Gli individui e gli atleti contraddistinti da vigoria psicologica sono in possesso di tre caratteristiche di personalità, che di seguito andiamo a presentare:

Per saperne di più...

  • Commitment: indica la capacità di sapersi impegnare in ciò che si sta facendo. L'impegno assume un carattere positivo, perchè si prova piacere in ciò che si fa. Un atleta con una buona dose di commitment  è appassionato del proprio sport e trova piacevole e divertente allenarsi e gareggiare anche se questo implica dei sacrifici. Questa situazione per quanto appaia scontata, a mio avviso, non lo è
    • Alcuni atleti professionistici praticano sport con un fine prettamente economico e perdono così il piacere di praticare sport. Alcuni amatori mal sopportano una pianificazione degli allenamenti, ma continuano con questa routine con il fine della gara. In entrambi gli esempi, il piacere di praticare una disciplina sportiva in parte viene meno. Amare la propria disciplina, invece, ci aiuta a superare difficoltà in allenamento o a ripartire dopo un infortunio;
  • Control: la percezione di controllo indica la capacità di percepire se stessi come capaci di influenzare il contesto in cui siamo inseriti e le situazioni che viviamo. Gli individui contraddistinti da questo tratto tendono ad assumersi la responsabilità di ciò che gli accade intorno e questo li porta ad avere un approccio attivo alle situazioni. 
    • Un atleta con basso livello di control tenderà ad accettare passivamente una situazione che non gli aggrada, finendo per logorare lentamente le sue risorse psicologiche. Un atleta con un alto livello di control cercherà di modificare la situazione che sente non calzargli, per renderla più vicina alle sue esigenze. Ad esempio un giocatore di calcio dotato di control, dopo essere stato messo in panchina dall'allenatore, potrebbe parlare con il mister per capire cosa deve fare per recuperare la sua posizione tra i titolari;
  • Challenge: questa caratteristica indica la disponibilità di un individuo ad accettare i cambiamenti che la vita ci propone, concependoli come sfide positive. Una sfida positiva non ha aspetti di competizione, ma viene vista come un'opportunità per crescere o imparare nuovi modelli di comportamento
    • Gli atleti contraddistinti da un buon livello di Challenge hanno generalmente buona flessibilità cognitiva e un'alta tolleranza per l'ambiguità connessa alle nuove esperienze. Nel concreto, un'atleta con un alto challenge può concepire un infortunio come un'occasione per stare più tempo con la propria famiglia, un segnale importante per conoscere meglio il proprio corpo o uno spazio di tempo per pianificare meglio la stagione. Un atleta con un basso challenge vedrà invece un infortunio come un impedimento al percorso di training e da ciò ne deriverà, di conseguenza un forte stress.
BIBLIOGRAFIA
Fraccaroli F., Balducci C., (2011), Stress e rischi psicosociali nelle organizzazioni, Il Mulino.
Favretto G. (1994), Lo stress nelle organizzazioni, Il Mulino.
Kobasa S.C., Maddi S.R., Kahn S. (1982), Hardiness and Health: A prospective study, Journal of Personality and Social Psychology, 42

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