L'ansia viene normalmente identificata con uno stato di stress negativo, associandola ad un vissuto di tensione, apprensione, paura, inquietudine e di iper-attivazione fisica, cognitiva e comportamentale.
A livello teorico si è soliti caratterizzare l'ansia in relazione alla sua durata e a fattori situazionali, suddividendola in: "ansia di stato" e "ansia di tratto".
- Ansia di stato: vissuto transitorio di ansia, connesso all'insorgenza di uno stimolo specifico o al verificarsi di una situazione particolare;
- Ansia di tratto: aspetto relativamente stabile, connesso alla strutturazione della personalità. Si manifesta come la tendenza a percepire come pericolosi o minacciosi gli stimoli esterni, in parte indipendentemente dalla loro effettiva pericolosità.
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In ambito sportivo tali concetti sono stati ridefiniti, mettendo in evidenza il concetto di "ansia di tratto competitiva", ovvero la tendenza, persistente, a percepire come minacciose e pericolose situazioni a carattere competitivo.
In contesto di gara, gli atleti con alti livelli di "ansia di tratto competitiva" tendono a sperimentare vissuti di tensione, apprensione, paura, inquietudine e di iper-attivazione fisica, cognitiva e comportamentale.
In contesto di gara, gli atleti con alti livelli di "ansia di tratto competitiva" tendono a sperimentare vissuti di tensione, apprensione, paura, inquietudine e di iper-attivazione fisica, cognitiva e comportamentale.
Un atleta con alti livelli di "ansia di tratto competitiva" tenderà quindi a:
- Evitare le situazioni competitive, aggirando così lo stimolo che facilita l'insorgenza dell'ansia;
- Sperimentare un forte stato d'ansia in concomitanza dell'avvicinarsi delle competizioni, danneggiando così le proprie potenzialità prestazionali;
Cosa fare? E' possibile arginare o ridurre l'"ansia di tratto competitiva"? Essendo un aspetto relativamente stabile, un tassello personologico, è difficile pensare di poter far scomparire l'ansia che precede una competizione. Questo però non significa che non sia possibile intraprendere delle azioni di miglioramento. Nello specifico un atleta può:
- Imparare a gestire, nel modo più efficace possibile, l'ansia che si genera nei contesti competitivi;
- Lavorare sull'associazione tra competizione e ansia.
STRESS e PERFORMANCE ATLETICA
Edizioni: Psiconline
Autore: Cesare Picco - psicologo/psicoterapeuta e psicologo dello sport
Argomento: esistono 5 tipologie di motori mentali. Ognuno di essi ha bisogno e funziona al meglio con uno specifico livello di stress.
Conoscere il proprio motore mentale permette di comprendere cosa fare e come ottenere gli obiettivi sportivi che ci prefiggiamo.
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