lunedì 7 marzo 2016

Dialogo col campione - Robert Antonioli

Robert Antonioli è uno scialpinista italiano.

Nel suo palmares figurano 3 ori mondiali, 1 oro europeo e 2 ori nazionali, oltre a diversi argenti e bronzi.

Robert Antonioli ha ottenuto numerose vittorie e podi in coppa del mondo ed è uno dei massimi esponenti nella specialità sprint.




Ciao Robert, sei uno scialpinista, quali pensi possano essere gli aspetti caratteriali che possono favorire uno sportivo che si avvicina al tuo sport?

Per prima cosa deve essere testardo, perchè altrimenti molte gare non riusciresti a finirle. Uno scialpinista non deve mollare alle prime difficoltà. Quando senti di non riuscire ad andar su con le gambe, devi salire di testa e, in quei frangenti, devi essere bello cattivo.

Hai vinto molto nella tua carriera e continui a vincere. Credi ci sia stato un momento di svolta che ti ha permesso di fare il salto di qualità definitivo? Ce lo puoi raccontare?

Fin da piccolo ho subito iniziato a fare bene nelle gare e questo mi ha portato ad avere sempre maggiore motivazione. Vincere mi portava ad allenarmi con maggior impegno e più mi allenavo, più vincevo.
Non penso ci sia stata una svolta particolare, ma una crescita costante lungo il passare degli anni. Questo mi ha favorito dal punto di vista mentale, perchè ho avuto la possibilità di trovare sempre nuovi stimoli.

Mi hai raccontato di aver iniziato a vincere fin da piccolo. Credi che nelle costruzioni dei successi abbiano contato maggiormente le vittorie precedenti o le sconfitte subite?

Anche le sconfitte hanno avuto sicuramente un ruolo importante. Ti insegnano sempre qualcosa e ti danno stimoli sempre nuovi per migliorarti.
Mi ricordo quando agli europei di Tambre del 2011 stavo per esultare, quando sono stato "fucilato" al traguardo. Mi ero presentato da espoir, ma da quel momento sono cresciuto anche sotto quell'aspetto.

Sei tra i più forti interpreti dello sprint. Pensi di avere delle qualità mentali che ti avvantaggiano in questo tipo di gare rispetto ad altre?

Molti atleti forti non credono in questa specialità, perchè non la ritengono proprio scialpinistica. Io invece  sono stato uno dei primi che ha creduto in questo format di gara.
Credendoci sempre e lavorando con un Mental Coach, che, seguendomi durante le gare, mi ha dato qualche dritta per non spendere energie prima e durante le competizioni, ho potuto compiere i miei progressi. Questo penso mi abbia dato una mano per impormi nelle gare sprint.
Chiaramente la testa conta nelle gare sprint, ma conta molto anche nelle altre specialità.

Testa e preparazione atletica, quanto contano in termini percentuali nel raggiungimento di una vittoria?

Secondo me un 60/70% lo fa la testa e il resto il fisico. Sicuramente se non hai le gambe, se non hai il motore, non potrai mai andare forte. Se, invece, hai le gambe, ma non la testa non riuscirai a rendere secondo le tue potenzialità. La testa influisce molto.
Pensa cosa potrebbe accadere ad un atleta emotivo che viene sorpassato da qualcuno, che non dovrebbe sorpassarlo quel giorno. La testa gli si ritorce contro e lo porta ad andare ancora più piano di quanto andrebbe.
Col passare del tempo sono sempre più convinto che la testa influisca molto e cerco quindi di curare anche questo aspetto e non solo il fisico.

Fai allenamenti specifici per la testa?

Nei giorni che precedono la gara, cerco di visualizzarla  per arrivare così, in quel momento, con la consapevolezza di ciò che andrò a fare.
Prima di gareggiare, invece, mi focalizzo su tutti i minimi dettagli. Da come mettere via le pelli dopo un cambio, a quali potrebbero essere le vie di fuga nelle discese o durante le salite, in modo da essere pronto per affrontare ogni minimo inconveniente che in gara può capitare. Quando perdi una pelle, sapere che ne hai una di scorta, ti porta a ripartire senza troppi contraccolpi.
A questo, prima delle gare, si aggiunge un lavoro di rilassamento, che mi fanno svolgere, per sciogliere le tensioni che ci sono in questi frangenti.

Vincere e continuare a vincere sono due aspetti simili, ma in parte diversi. Credi che le competenze mentali per raggiungere questi due obiettivi siano le medesime o siano diverse?

Secondo me più vinci e più sarà facile vincere. Se hai avuto l'occasione di seguire le gare, Boscacci ha iniziato a vincere ad inizio della stagione e ora sembra non voglia più smettere. Questo è capitato anche a me, senti di star bene, vinci, prendi coraggio e continui a vincere, accumulando sempre maggior coraggio.
Certamente può capitare anche il contrario. Un atleta magari va male in una gara e accumula della cattiveria agonistica da utilizzare la volta seguente. Vuole tornare a essere rispettato e quindi andrà a far meglio di quanto fatto.

Se ripensi alla tua carriera da sportivo, fin dai tuoi esordi, c'è una frase/motto detta da un genitore, un famigliare, un allenatore che senti tua e che credi ti caratterizzi?

Sicuramente quella di "restare me stesso", anche se continuo a vincere. Tante persone mi suggeriscono di restare me stesso, di rimanere con i piedi per terra e di continuare ad essere umile che è la cosa più bella che esiste, anche più di vincere.
Oltre a questo, mio papà, prima di partire per partecipare alle competizioni, mi dice di "andare piano", di "non andare veloce" e di "non farmi male". Queste frasi me le sono sentite ripetere spesso.

Quindi tuo padre ti diceva di "andare piano"?

Si, mi dice sempre che piuttosto di farmi male è meglio andar piano. Io, però, gli rispondo sempre che devo mollare le gambe, altrimenti non vinco più nessuna gara!

Quindi non lo ascolti spesso?

No, non lo ascolto spesso! Ti racconto un'altro episodio. Una delle prime gare da esploir ero arrivato secondo dietro a Kilian. La mattina seguente, mio padre, prima di salutarmi e di farmi i complimenti per il secondo posto, mi ha chiesto se ero veramente pulito. Questa domanda me la ricorderò per molto tempo, perchè mi ha segnato particolarmente.

Ti mette in riga tuo padre?! 

Si! Lui e tutti, qua in alta valle, mi controllano e mi dicono di stare con i piedi per terra. Puoi vincere tutto, ma se ti credi Dio in terra, nessuno ti considererà più e perderai tante amicizie. Penso quindi sia estremamente importante rimanere sempre con i piedi per terra.

Nelle gare a coppie quanto conta l'affiatamento mentale in rapporto alle qualità tecnico atletiche?


Ad oggi ho fatto un po' di gare insieme a Boscacci e posso affermare che l'affiatamento fisico e tecnico è molto importante. Quando questo si crea, non perdi tempo ad aspettare in salita o in discesa.
A volte con il Bosca ci capita che lui arrivi qualche secondo prima in vetta, e un pò più fresco, mentre io faccio lo stesso in discesa. In quei frangenti perdiamo qualche secondo in gara.
Oltre all'affiatamento fisico e mentale, c'è poi quello mentale. Deve esserci feeling, altrimenti oltre a fare la gara a coppie finisci per fare la gara anche con il tuo socio, creando ulteriore competizione oltre a quella che c'è già.

Io con Boscacci son sempre stato molto legato. Siamo entrati lo stesso anno in nazionale, abbiamo iniziato a gareggiare insieme a coppie e ci siamo trovati bene. Ora ci conosciamo perfettamente.

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