Torniamo a riproporre un po' di rock che ha fatto storia. Parliamo di un gruppo e di un album che hanno aperto la strada all'heavy metal, anzi, rimane forse il capostipite del genere: ecco i Black Sabbath e il loro "Paranoid". Uscito nel 1970, imperniato di misticismo (talvolta con riferimenti al limite del satanismo), con i sui cambi di ritmo, la chitarra tagliente e un base ritmica sempre intensa, è un album perfetto per accompagnare allenamenti vari.
Si apre con le sirene di "War Pigs", brano antimilitarista della durata di quasi 8', riff tanto semplici quanto fenomenali di Tony Iommi, la voce allucinata di Ozzy Osbourne, la batteria mirabolante di Bill Ward, il basso pulito e ovattato di Terry Geezer Butler. Breve cavalcata rock è la titletrack "Paranoid", con un riff da leggenda, un brano che più o meno ogni gruppo metal al mondo ha inserito nel proprio repertorio di cover.
Atmosfere oscure, esoteriche, psichedeliche in "Planet Caravan", grazie al giro di basso ipnotico. "Iron Man" parte con un'altra introduzione impressionista (i passi dell'uomo acciaio simulati con grancassa e chitarra distorta), prima di lanciarsi in un andamento oscuro con accelerazione verso metà brano. "Electric Funeral" appare con una canzone vagamente (neppure troppo) satanista, dall'iniziale ritmo sbilenco, con un eccezionale cambio di tempo nella parte centrale.
"Hands of Doom" è un terribile atto d'accusa sociale, oltre ad una lucida considerazione sull'uso di droghe al tempo: i continui cambi di ritmo in questi 7' simboleggiano in modo nemmeno troppo nascosto l'alternanza degli stati d'umore durante un trip. "Rat Salad" è un brano fatto apposta per mostrare le doti di Bill Ward alla batteria in un assolo (per fortuna non eccessivamente lungo), evento piuttosto classico in quei tempi. "Fairies Wear Boots" sono altri 6' di cambi di ritmo all'interno di un'altra lucida invettiva socio politica.
Diventati poi col tempo famosi più per il personaggio Ozzy Osbourne che per la reale lungimiranza musicale, i Black Sabbath rimangono il gruppo con cui ogni gruppo heavy metal (e non solo, gli Arctic Monkeys lo sanno bene) deve confrontarsi. Soprattutto forse con la chitarra di Tony Iommi e i suoi incredibili assoli e riff. Da ascoltare. E ascoltare, e ascoltare...
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