‘Un pazzo sul percorso. Sempre lui a rovinare i giochi olimpici.’
Partiamo da qui. Partiamo dall’invasore che ha placcato
Vanderlei de Lima, mentre il brasiliano guidava la corsa. Gli inseguitori a 30”,
il traguardo a circa 5 km. Atene in strada a guardare le gesta degli atleti, la
partenza da Maratona, la storia da calpestare per 42,195 km. Come Filippide, il
soldato ateniese che li percorse per annunciare la vittoria degli ateniesi sui
persiani, per morire, eroicamente, al suo arrivo. Quale scenario migliore per
un atleta?
Maratona e 100 m sono due sforzi agli antipodi. Fibre muscolari
diverse, sacrifici differenti, atleti così distanti da sembrare figli di due
mondi opposti, due facce della stessa, sofferta, medaglia. Giganti da scatto, brevilinei da resistenza. Eppure con qualcosa
in comune: la capacità di catalizzare l’attenzione e l’emozione del mondo, che
scompare all’improvviso, mentre sui loro volti la fatica e la voglia di vincere
si sfumano.
Ad Atene, nel 2004, Gatlin aveva fulminato tutti, da
Montgomery a Powell, da Maurice Green a Crawford. Un lampo d’ebano che aveva
sconvolto la notte greca. Mentre Gatlin dominava, Baldini pensava.
Stefano era un atleta di ottimo livello, un maratoneta da
temere, ma considerato un buon candidato per il podio, mentre la vittoria
doveva essere d’altri. Il 29 Agosto, mentre gli occhi erano fissi su di lui,
Baldini è stato in grado di ribaltare tutto.
Ripartiamo da qui: dopo 1H 50’ di gara, Vanderlei de Lima,
brasiliano non partito con i favori del pronostico, era in testa, da solo, con
30” di vantaggio. L’assalitore lo ferma, lo rallenta. Ne spezza il ritmo. Il
verdeoro fatica a ripartire, Baldini lo intravede e qualcosa scatta.
L’italiano cambia passo, allunga la falcata. Sulla sua
faccia si disegna un ghigno a metà tra la fatica e la grinta. Il podio era
quasi sicuro, avrebbe potuto rallentare e provare a giocarsi tutto nel finale,
ma…
Che cosa sarebbe lo sport se tutto fosse calcolato nei
minimi dettagli? Se non si lasciasse spazio alla fantasia? La Maratona, come
molti sport di endurance richiede la capacità di viaggiare con la mente per
dimenticare il dolore delle gambe. E la fantasia, in quel momento, era al
potere.
Baldini attacca, riprende Vanderlei de Lima, mentre il
pubblico non poteva fare altro che tifare per lo sfortunato brasiliano. Lo supera,
lo stacca. Lo statunitense Keflezighi cerca di non lasciarlo scappare, ma ogni
movimento sembra destinato a infrangersi su una medaglia d’argento.
In 2H 10’ 55” Stefano Baldini vince la Maratona dei Giochi
Olimpici di Atene. Vanderlei de Lima chiude terzo, più forte di atti
dimostrativi e rimonte britanniche.
In ogni gara c’è
sempre l’amico senza volto che ha esattamente il tuo passo. Stai
pronto a lasciare il vecchio per quello nuovo e concentrati sul tuo obiettivo:
tagliare il traguardo con il sorriso sulle labbra.
Dopo Seul 88’, un altro italiano sul tetto del mondo nei 42
km.
Un buon atleta, ma con un cuore da campione in grado di fare la differenza. Con
il sorriso, perché per lui correre era un piacere, non una fatica.
Amo l'atletica perché è
poesia
Se la notte sogno,
sogno di essere un maratoneta.
Eugenio Montale
Se la notte sogno,
sogno di essere un maratoneta.
Eugenio Montale
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