mercoledì 3 febbraio 2016

Musica in Movimento: Bruce Springsteen - Born To Run

Esiste una piccola frase che col tempo è stata persino abusata, ma che racchiude una profonda e semplice verità dell'essere umano, o quantomeno dovrebbe: "nato per correre", oppure, in inglese, "Born to run". Ed esiste un album entrato nella storia della musica intitolato così, è del 1975 ed è del boss della musica rock americana, Bruce Springsteen

L'album racchiude perfettamente tutti i sogni del giovane ambizioso e rampante rocker che si stava per lanciare nel viaggio musicale che ha fatto esaltare (e saltare) diverse generazioni di fan.

L'opera si apre con il crescendo trascinante ed epico di "Thunder Road", dove melodia ed energia si incontrano perfettamente, lasciando subito un'impronta importante per quello che sarà, facendo capire, a chi a ascolti durante lo sport, quanto ci sarà da sudare da qui alla fine

"Tenth Avenue Freeze-Out" mantiene alto il ritmo, in una canzone più folk e meno epica che non molla mai il tiro. In "Night" il saxofono, strumento portante dell'intero album, sembra proprio ricordare l'importanza di un fiato forte e potente, necessario per reggere questo rock sostenuto

Aperta da una lunga introduzione di pianoforte, "Backstreets" mantiene intatta la grinta e la forza trascinante di Bruce Springsteen, che qua arriva quasi ad urlare nel ritornello senza perdere in precisione. Ecco che con "Born To Run" si arriva al climax dell'album, dove tastiere, chitarre, batteria, saxofono, voce e melodia, tutto si amalgama perfettamente in questa canzone che è una vera e propria rivalsa nei confronti della vita: "i vagabondi come noi sono nati per correre", e la voglia di muoversi e lasciarsi trascinare dall'energia non può che impossessarsi dell'ascoltatore

Si tiene il ritmo alto con "She's The One", con ondate di rock che accompagnano la classica cavalcata potente. Si recupera fiato soltanto con "Meeting Across The River", dolce ballata fatta di archi morbidi e soffusi, preparazione per quello che verrà con la finale "Jungleland", vera volata conclusiva, lunga nove minuti, introdotti da un dolce violino e poi dal pianoforte intenso, prima dell'ingresso della batteria e del resto degli strumenti, un crescendo irresistibile, un continuo accumulo di energia tratto dalle melodie e dagli assolo di chitarra e sax, prima della calma finale, una sorta di rapido defaticamento.

Una vera sterzata di energia che da tempo accompagna gli appassionati podisti-ascoltatori di musica durante le uscite più intense, vitalità che Bruce Springsteen fa ricordare sempre  durante i suoi infuocati concerti.

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