Gli infortuni fanno parte della vita sportiva di un atleta. Osservando i dati possiamo comprendere come questo fenomeno sia pervasivo e tocchi una parte cospicua della popolazione sportiva.
Ogni anno la metà degli atleti dilettanti sono costretti a rinunciare a prendere parte ad una competizione, perchè infortunati (Garrick, Requa, 2003) e un quarto di questi infortuni richiede almeno una settimana di stop (Tamorri, Benzi, Reda, 2004).
Una domanda che possiamo porci è: questi infortuni sono unicamente riconducibili a fattori di natura fisica dell'atleta, a fattori legati al contesto in cui si pratica sport, a errori di programmazione, oppure esistono delle componenti psicologiche che favoriscono questi spiacevoli fenomeni?
Per saperne di più.... |
Secondo questo modello teorico un atleta sottoposto ad alto stress, ma dotato di basse risorse interne per fronteggiare lo stress, sarà molto più soggetto ad infortuni. Di contro un atleta sottoposto ad alto stress, ma con buone risorse interne, subirà un numero inferiore di infortuni.
Uno studio che dimostra come i livelli di stress percepiti siano intimamente connessi con la frequenza degli infortuni è stato sviluppato da Bramwell (1975). I risultati di tale studi connettono i livelli di stress alla probabilità di subire infortuni durante una stagione atletica. Gli atleti sottoposti ad alti stress subivano infortuni in circa il 70% dei casi, a stress medi nel 50% dei casi e a stress bassi nel 30% dei casi.
Da quanto appena detto sembra quindi evidente come sia fondamentale evitare una vita sportiva ed extra sportiva ricca di stress e maturare delle buone competenze psicologiche per evitare l'occorrenza di infortuni. Una costellazione di tratti di personalità utile a fronteggiare lo stress è denominata vigoria psicologica, già trattata precedentemente in un post (rintracciabile tramite il link apposito).
Una domanda che può sorgere è come mai un alto livello di stress può favorire l'insorgenza di infortuni. Le motivazioni principali sono 3 (Tamorri, Benzi, Reda, 2004):
- Affaticamento fisico e muscolare: Quando si genera un alto livello di stress il nostro organismo si attiva e si producono una serie di processi come: respirazione più frequente; battito cardiaco più veloce, contrazione muscolare. Questi processi sono utili per reagire ad una situazione di pericolo (es: scappare da una tigre), ma se vengono protratti nel tempo portano ad un affaticamento generalizzato del corpo e ad un'incapacità di recuperare dagli sforzi prodotti. Un atleta stressato avrà durante la giornata i battiti leggermente più alti, respirerà più velocemente e i suoi muscoli saranno generalmente più contratti. Quando tornerà da un allenamento sarà, inoltre, più difficile distendere i muscoli, far scendere il battito e rilassare la respirazione. Anche il sonno sarà meno ristoratore. Viene da sè che una situazione come questa è il contesto in cui è più facile che si generi un infortunio;
- Difficoltà a focalizzare l'attenzione: per un atleta stressato mantenere l'attenzione ad un livello elevato sarà un compito più gravoso, mentre sarà facile distrarsi. Gli stimoli non necessari entreranno con semplicità nel suo campo attentivo, distogliendolo dagli aspetti importanti. Durante una corsa a piedi sarà per lui più complicato accorgersi di quando il suolo sia sconnesso o, durante una partita di calcio, entrerà sul pallone scomposto. Anche se si sforzerà di mantenere la concentrazione, potrà bastare uno stimolo negativo come un messaggio dagli spalti o un pensiero negativo per far crollare la sua attenzione. Anche in questo. caso credo sia palese come questo sia un fattore fortemente connesso al presentarsi di infortuni;
- Riduzione del campo visivo: quando viviamo un periodo di stress il nostro campo visivo si restringe e le informazioni visive contenute nelle parti esterne del nostro campo non ci possono più essere d'aiuto. Un ciclista stressato, ad esempio, sarà quindi più soggetto a cadute in gruppo, perchè coglierà con maggiore difficoltà utili informazioni visive.
BIBLIOGRAFIA
Andersen, M.B., Williams, J.M, (1999), Athletic injury, psychological and perceptual changes during stress, Journal Sport Science
Bramwell, S.T., Masuda, M., Wagner, N.N., Holmes, T.H., (1975), Psychological factor in athletic injuries: development and applcation of the social and athletic readjustment rating scale, Journal Human Stress
Garrick, G.K., Requa, R.K., (2003), Sport and fitness activities: the negative consequences
Tamorri, S., Benzi, M., Reda M.A., (2004), Psicologia del rischio d'infortunio nello sport: rewiew e studio di una casistica di atleti agonisti nel rugby, Italian Journal of Sport Sciences;
ARTICOLO A CURA DI:
Lo stress compromette sicuramente la concentrazione e la capacità di "essere presente"...per cui bisogna dare una buona preparazione fisica, in modo che il corpo sia pronto ad affrontare anche gli imprevisti, la preparazione fisica adeguata aiuta a supportare la preparazione mentale e psicologica, esercizi di mobily prima di ogni allenamento e gara aiutano a concentrarsi sul corpo e a controllare la respirazione, la respirazione corretta è fondamentale per ritrovare,almeno momentaneamente, pace e serenità oltre a preparare articolazioni, legamenti e muscoli ad affrontare la prova. Inoltre un buon allenatore dovrebbe essere in grado di gestire o almeno comprendere ogni tipo di stress che può interessare il suo atleta. Sempre utili ed interessanti i vostri articoli.
RispondiEliminaCiao Laura, come dici corpo e mente fanno parte della stessa squadra. La preparazione mentale è può supportare quella fisica e la preparazione fisica può essere di supporto a quella mentale e un buon allenatore deve saper comprendere i linguaggi del corpo e della mente. Grazie molto per la tua esperienza di allenatrice, che arricchisce i contenuti dei post, che sono di carattere teorico, dandogli anche un valore pratico ;)
RispondiEliminaChe lo stress comprometta la capacità di concentrazione e causi più fatica e di conseguenza siamo portati a fare piu incidenti è abbastanza intuibile. Non sapevo che influisse anche sul campo visivo. Comunque tutte cose che causano indirettamente infortuni. Indirettamente perché essendo meno "concentrati" e "presenti" fisicamente facciamo cose che non dobbiamo fare e ci infortuniamo, anche se il passo per l'infortunio è breve e statisticamente sarà una causa importante. Troverei interessante approfondire però un fattore più diretto, relativo internamente al nostro organismo, cioè più metabolico e fisiologico.. cioè se e come gli ormoni dello stress ci rendono più deboli muscolarmente, piu contratti e meno adatti al movimento e più soggetti a strappi etc pur facendo movimenti corretti. È chiaro che è difficile ma sarebbe interessante slegare un po' questi fattori seppur di solito concomitanti e approfondire come si indebolisce e perde la "predisposizione" a fare un movimento
RispondiEliminaCiao Roberto, condivido la riflessione e la trovo interessante. Lo stress può agire anche nella direzione da te indicata.
Elimina