lunedì 22 febbraio 2016

Dialogo col campione - Alba De Silvestro

Alba De Silvestro è una sci alpinista italiana.

La giovane portacolori azzurra vanta numerose vittorie iridate e vittorie in coppa del mondo.

Alba De Silvestro è fresca vincitrice, in coppia con Katia Tomatis, della Pitturina Ski Race.






Se dovessi pensare alle tue qualità come atleta, quali pensi possano essere?

Penso di avere un carattere abbastanza forte, a volte difficile. Non è sempre facile andare d'accordo con me. Penso però che questo in gara mi torni comodo perchè tendo a essere molto testarda. Quando c'è da tenere duro e stringere i denti, questo mio aspetto caratteriale mi aiuta
Quando invece, in gara, ci sono momenti in cui è importante ragionare, tendo ad agire troppo impulsivamente e mi accorgo che posso sbagliare. Quello che mi avvantaggia da un lato, da un altro mi può svantaggiare.

Sei nata testarda o lo sei diventata?

Penso di esserci nata, inoltre le gare ti richiedono di avere un carattere molto deciso quindi questo aspetto è diventato più marcato col passare del tempo

Ti trovi normalmente a gareggiare individualmente e in squadra. Quali sono, a tuo avviso, le principali differenze tra una gara individuale e una di squadra? 

Le gare a squadre a cui ho preso parte si contano sulle dita di una mano. Sono poche le gare a coppie a cui ho partecipato e ho sempre avuto la fortuna di avere ottime compagne, con cui mi sono trovata bene.
Devo dire che, in queste competizioni, il fatto di dover ragionar in due cambia un pò il punto di vista sulla gara. L'anno passato ho gareggiato al Pierra Menta, in coppia con Giulia Compagnoni. Lei in salita è più forte, io in discesa.
Silvia, pensando che io avrei recuperato in discesa, voleva arrivare in vetta con il maggior vantaggio possibile. Io invece sono abituata a pensare che se arrivo davanti in salita, arrivo davanti anche in discesa. Questo mi ha portato a fare molta fatica nella fase di salita e mi ha scombussolato un pò.

In quale delle due ti trovi più a tuo agio?

Di solito preferisco le individuali. So che se va bene è merito mio, mentre se va male è colpa mia. Nelle gare a coppia invece meriti e demeriti vanno divisi a metà.

In una gara a coppie credi sia più importante che l'approccio mentale sia lo stesso per entrambe le atlete o che approcci differenti possano completarsi a vicenda?

Vedere la gara con punti di vista differenti, ti permette di valutare alcuni aspetti che non prenderesti altrimenti mai in considerazione. Questo ti fa aprire gli occhi e ti porta a ragionare con più attenzione sugli aspetti che possono essere migliorati o cambiati. Entrambi i membri della coppia portano la propria esperienza e la si confronta, valutandone i diversi aspetti. Credo quindi che vedere le cose diversamente sia uno stimolo, che possa fare bene.

Alla prima domanda di questa intervista, accennavi di essere una persona testarda. Come può essere una compagna a te complementare?

Quando sono agitata avere al fianco una persona calma, credo compensi. Se sono in ritardo è importante che qualcuno sia in anticipo. A livello caratteriale penso di avere un carattere particolarmente frizzante, una persona pacata può quindi essermi complementare.
Riflettendoci non credo sia importante avere punti di vista similari, perchè quando prendi parte ad una gara condividi con la tua compagna lo stesso obiettivo ed è questo a tenerci unite.

Quando gareggi con le senior, pensi che la tua giovane età possa in qualche modo favorirti rispetto alle atlete più “esperte”?

Un'atleta giovane è più capace di cambiare, improvvisare e quindi di adattarsi a situazioni nuove e diverse. Un'atleta più matura può avere invece una più spiccata ritualità e magari fa più fatica ad adattarsi.
Dall'altra parte penso mi manchi l'esperienza che hanno le atlete più mature ed infatti le sci-alpiniste che vincono non sono giovanissime. In Italia non credo ci siano atleti giovani oltre a me.

Esistono a tuo parere dei pensieri che rendono gli sci più scorrevoli e pensieri che li rendono meno scorrevoli?

Certamente. In discesa scendere con paura è come avere le pelli sotto i piedi, mentre se si è decisi gli sci scorrono di più. Mi accorgo che in gara, rispetto all'allenamento, corro più forte anche se sono più stanca. Non è che in allenamento non ci provi ad ad andare forte, ma quando sono in gara penso che devo andare forte e alla fine gli sci scorrono di più.

Mi raccontavi che la paura trasforma gli sci in pelli di foca. Tu che rapporto hai con la paura in gara?

In discesa a volte ti trovi un salto o uno scalino che non ti aspetti e ti domanti se buttarti o meno. In quei frangenti mi fermo un attimo a pensare su cosa fare, ma alla fine sono li per gareggiare e finisco per buttarmi. Se fossi in allenamento invece proverei a evitare il salto.
La paura in gara può esserci quando qualcosa non va, quando un imprevisto ti scombussola i piani come potrebbe essere il perdere le pelli in partenza, costringendoti a partire ultimo in gruppo. In quel caso un pò di paura c'è perchè sai che devi recuperare seppure tu sia appena partito.

Tra una gara sprint di pochi minuti e una gara più lunga con diverse salite e discese, ti accorgi che il tuo approccio mentale nel pre-gara vada a variare?

L'approccio varia notevolmente perchè in una gara con salite e discese, che può durare un paio d'ore, sai che se sbagli qualcosa, se cadi o se hai un momento di crisi, hai del tempo per ri-organizzarti la testa e ragionarci sopra. 
Nelle sprint, che durano poco, a volte addirittura troppo poco, è difficile. Tu sai che dovrai rimanere concentrato una mattina intera, perchè fai le qualifiche, poi magari i quarti, le semifinali e a volte capita di arrivare anche in finale. Tu con la testa per tutta la mattina ci pensi e devi rimanere concentrato. Questo per me è pesante, perchè non sono ancora molto abituata a farlo.
Quando aspetti mezzora o quaranta minuti tra le qualifiche e i quarti non hai l'opportunità di rilassarti o di lasciarti andare. Devi rimanere li con la testa anche se in quei momenti non ha niente da fare. Devi riuscire a presentarti alla gara decisa, ma anche tranquilla, perchè se non è così nelle sprint salta fuori un macello.

In che modo coltivi la tranquillità nelle gare sprint?

Ascolto un pò di musica la mattina o prima di andare sul campo, mentre quando sono li cerco sempre di essere impegnata. Mi muovo, controllo che tutto sia a posto e mi tengo impegnata per non distrarmi.

Ci sono degli aspetti mentali e caratteriali che senti possano contraddistinguerti in quanto atleta donna? Esistono delle doti mentali specifiche delle sportive donne?

Le donne secondo me sono più cattive. Sia in gara che fuori l'ambiente è un pò più ostile, se rapportato agli uomini. Questa penso sia l'unica differenza, secondo me.

Una domanda che poniamo a molti atleti è se esiste una frase, un motto o un modo di dire detto da una persona importate (genitore, famigliare, allenatore, ecc.) che senti ti abbia caratterizzato in quanto atleta?

Di crederci sempre fino in fondo, perchè può succedere di tutto. Non so dire chi me l'abbia detto, ma qualcuno me l'ha fatto presente e per me è diventato importante. 
Quando sei dietro sai che qualcosa può sempre succedere. Finchè la gara non è finita non c'è da avvilirsi e si può sempre cercare di rimediare. Vale lo stesso discorso se sei davanti, perchè qualcosa può andare storto. Bisogna quindi crederci fino in fondo fino a quando si è tagliata la linea del traguardo.

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