Nel 2015 si è laureata campionessa italiana nel duathlon sprint e vice-campionessa europea nel duathlon lungo e sprint, come anche nel triathlon medio.
Sara Dossena nel 2015 ha anche ottenuto un argento nella Coppa Europa di triathlon olimpico a Madrid.
Ciao Sara, la tua carriera è stata segnata da diversi infortuni, che ti
hanno costretto più volte a fermarti. Quali sono i pensieri e le frasi che ti
hanno aiutato a non perderti d'animo e a ricominciare ogni volta?
Credo che più di pensieri e
frasi sia stata la determinazione e la voglia di finire quello che avevo
cominciato. E' stata la voglia di dimostrare quanto penso di valere associato al non voler arrendermi, i pensieri e le frasi sono venuti di
conseguenza.
Sento che questo aspetto valga sia a
livello puramente di risultati, come anche nel concretizzare i sacrifici fatti
per non lasciare le cose a metà.
Se ti chiedessi cosa significa il successo per te e se puoi darmi una
definizione di successo, cosa mi risponderesti?
Il successo è una cosa molto
soggettiva che varia per ogni atleta. Ognuno ha un proprio obiettivo e ognuno
concepisce il successo in funzione a esso. Credo comunque che
"successo" significhi ottenere un risultato importante per se stessi,
sia che questo consista nel migliorare il proprio personale, fino addirittura a
vincere le olimpiadi.
A titolo personale, il
successo ha a che fare con la realizzazione personale dei miei obiettivi, che sono chiaramente cambiati nel corso degli anni. Inizialmente li avevo in
atletica ora me li pongo nel triathlon.
Cosa secondo te rende uno sportivo, uno
sportivo di successo?
Un atleta per essere di
successo deve raggiungere degli obiettivi sportivi, ma credo che questo non sia
sufficiente. Un atleta di successo lo deve principalmente essere nel suo modo
d'essere. Anche io ho come riferimento degli atleti che trovo d'ispirazione,
perché questi danno un esempio positivo alle persone che li seguono e ai
giovani in particolar modo.
Non basta aver vinto un gran
numero di gare, ma un atleta per essere di successo lo deve essere a 360 gradi,
anche facendo parlare di sé in modo positivo.
Quali sono le caratteristiche umane e personali che permettono ad un
atleta di far parlare di sé in modo positivo?
La determinazione e la
capacità di fare dei sacrifici sono senza dubbio gli aspetti principali. In ambito sportivo nessuno ti regala niente e per raggiungere degli obiettivi
devi sempre lavorare duro.
Oltre a questo, tutto ciò
che concerne la lealtà e l'onestà a livello sportivo credo sia molto
importante. Come ti comporti con gli avversari, come ti comporti durante una
gara e anche fuori dal campo gara ti caratterizzano come sportivo. Ovviamente
doping e tematiche simili devono rimanere assolutamente escluse.
Se volessi dare un consiglio a un giovane atleta che sente non riuscire
ad ottenere i risultati che spera, quale consiglio gli proporresti? Ci sono
secondo te dei pensieri che più di altri sono rischiosi in momenti come questi?
Ciò che gli direi è di non
arrendersi, perché se molli non potrai mai sapere dove saresti potuto arrivare.
I risultati si costruiscono con il tempo e con la fatica ed è ovvio che tutti,
prima di arrivare al successo, sono passati dall'insuccesso.
La testa deve rimanere sul
pezzo, perché la componente mentale influisce notevolmente sulla prestazione.
Spesso chi ha la testa più dura e non ha mollato è quello che arriva primo al
traguardo. Questa non è una certezza, ma va detto che la componente mentale
influisce tantissimo.
Mi stai dicendo che l'insuccesso è una componente fondamentale per
avere successo?
In caso contrario sarebbe
troppo bello e troppo facile! Per arrivare a certi risultati nello sport, come
nella vita, nessuno arriva al top senza prima passare da diverse fasi, tra cui
diverse sono negative.
Durante le competizioni di triathlon
inizi con il nuoto, per passare alla bici e concludere con la corsa. Se ti
soffermassi a riflettere sul tuo approccio mentale durante la gara, credi
questo rimanga costante durante tutta la durata della competizione o vari al
variare della specialità?
Sicuramente cambia. Nel
triathlon inizio con la disciplina che mi riesce peggio e termino con quella
che mi riesce meglio, perché venendo dell'atletica ho nella corsa il mio punto
forte.
Per quanto riguarda il
nuoto, entro in acqua sempre molto tesa perché non mi sento all'altezza, non mi
sento sicura. Questo è indipendente da quale avversario abbia di fronte. Ci sto
lavorando molto e seppure mi stia impegnando è da poco che ci lavoro sopra.
Questo non mi permette di essere al livello delle più grandi del triathlon in
questa disciplina. Perciò quando finisco la bici mi dico "tanto peggio di
così non può essere, hai solo da guadagnare posizioni" e questa diventa
per me una carica positiva. Poi l'approccio mentale chiaramente varia anche da
gara a gara.
Ascoltandoti sembra quasi positivo che il nuoto non sia la tua
disciplina migliore, perché questo ti permette di dare tutto quello che hai
quando sei arrivata alla corsa, al massimo delle tue possibilità...
Questo può avere dei pro e
dei contro, perché se un atleta ha il nuoto e la bici forte, quando arriva alla
corsa pensa "speriamo non mi raggiunga nessuno". Per me è il
contrario, perché dico "finalmente devo correre, peggio di così non può
andare" e visto che difficilmente mi passano a piedi, ho solo da
guadagnare. Mentalmente può essere sia positivo che negativo, perché se riesci
a passare la prima fase in cui sei dietro alle altre e la superi positivamente
hai tutto da guadagnare.
Pratichi corsa su ogni terreno, oltre chiaramente a bici e nuoto. Credi
che svolgere sport diversi possa arricchire il bagaglio mentale di uno
sportivo? Quali sono a tuo modo di vedere i possibili guadagni? Ci sono anche
degli svantaggi?
Questo è sicuramente solo un
vantaggio. Il triathlon è uno sport particolarmente duro, come sono duri tutti
gli sport di resistenza, perché richiedono molte ore di allenamento. Questo li
rende faticosi sia da un punto di vista fisico, che mentale.
Cambiare spesso disciplina,
cambiare spesso allenamento, passando dal nuoto in piscina al nuoto in acque
libere, dalla corsa in pista, alla corsa in strada o su sentiero, cambiando
tragitto in bici, aiuta la testa a evitare i rischi connessi alla routine.
L'atleta che si allena per i 1500m in pista non ha molti allenamenti da fare: o
corre in strada o fa le ripetute su pista e questo avviene tutti i giorni.
Secondo me la testa di un atleta ha bisogno di molti stimoli differenziati, per
riuscire a sopportare i carichi di allenamento necessari.
Questo aspetto è molto
positivo e lo posso confermare anche a livello personale. Ho provato sia
l'atletica, che il triathlon e seppure il secondo sia più faticoso, richiedendo
minimo due allenamenti al giorno (che possono arrivare a tre o quattro con la
palestra), il tempo mi scorre più velocemente.
Quando facevo atletica
"o correvo o correvo" e non avevo alternative.
In Italia spesso i triatleti vengono da una singola specialità, per poi
passare, per vari motivi, a fare appunto triathlon, come anche nel tuo caso.
Pensi sia difficile dal punto di vista mentale iniziare in giovanissima età a
praticare triathlon nella sua totalità?
Il rischio di iniziare da
giovani a praticare triathlon è di arrivare nel pieno della maturità sportiva
avendone già "piene le scatole". Puoi essere stanco e demotivato se
hai iniziato da piccolo. Se hai fatto altri sport, o comunque non hai iniziato
da piccolo, sei più invogliato e motivato. Chiaramente poi questo dipende da
caso a caso.
Dall'altra parte, iniziando
da piccolo un atleta ha potuto accumulare molta esperienza. Aspetto molto
importante in questo sport. Il triathlon è uno sport complesso che richiede la
cura di molti aspetti, che possono influenzare la tua gara facendola andare
bene, come molto male. L'esperienza aiuta tantissimo e iniziare da piccoli ti
facilita sotto questo aspetto.
Sentendoti parlare di triathlon ti ho immaginato come una cuoca che
mette insieme i giusti ingredienti per creare una buona ricetta...
Sì, è veramente una
disciplina molto complessa. Il solo posizionarti alla partenza prima di nuotare,
scegliendo una posizione rispetto ad un'altra, può cambiare l'esito della tua
gara. Ad esempio mettendoti vicino a persone che non nuotano veloci come quelle
del primo gruppo puoi condizionare la tua gara, così come anche nei momenti dei
cambi.
I cambi sono
importantissimi, perché basta un secondo a farti perdere un gruppo da 10 atleti
facendoti cambiare la gara in peggio. Le componenti sono veramente numerose e
possono essere comprese solo se pratichi questo sport a un certo livello.
Partecipando alle gare hai occasione di migliorare, mentre in allenamento e'
difficile lavorare su questi aspetti. Più fai gare e quindi più è possibile
migliorare.
Credi che l'essere donna, una sportiva donna, possa caratterizzare la
tua pratica atletica dal punto di vista mentale? Aspetti del tuo essere donna
possono avvantaggiarti in allenamento e/o in gara?
Io mi vedo come una persona,
nella sua totalità. Questo mi rende difficile dirti se le mie caratteristiche
mi avvantaggiano in quanto donna. Sicuramente dicono che le donne sono più
inclini alla sofferenza e quindi maggiormente in grado di sopportare certi
carichi di lavoro.
Va anche detto che io, come
donna, risulto insicura e un po' fragile e questo si riflette anche durante la
gara. Però lo considero un fattore positivo, perché questa insicurezza mi porta
a non sottovalutare mai nessuno in ogni tipo di competizione. Essendo insicura
tendo a dare sempre il massimo, perché ho la sensazione che gli avversari mi
possano comunque battere. Non do nulla per scontato, sono sempre attenta e
concentrata.
Ti risponderei questo, ma
non so quanto l'essere donna influisca. Credo conti maggiormente il carattere
piuttosto che l'essere uomo o donna.
Hai un motto d'incoraggiamento o una frase detta da un allenatore, un
famigliare, un insegnate o una persona cara che porti con te e che credi ti
possano caratterizzare come atleta...
Sicuramente una frase di mia
nonna, che era solita ripetermi anche prima che iniziassi a fare sport. La
frase e' "volere è potere" e credo sia proprio vero, perché se vuoi
una cosa prima o poi la raggiungi. Mi capita spesso di pensarci prima delle
gare, mi trovo a ragionare tra me e me dicendo "forse non capiterà in questa
gara, ma io raggiungerò i miei obiettivi". Secondo me questo approccio è
importante nello sport, come nella vita.
Ti posso chiedere qual è il tuo prossimo obiettivo?
Farò delle gare di coppa del
mondo, cercando di prendere i punti per le olimpiadi. So che sarà molto dura
perché mi sono affacciata al triathlon di alto livello da poco e devo
migliorare ancora molto a nuoto e non so se in poco tempo questo sarà
possibile.
INTERVISTA A CURA DI:
Cesare Picco autore del libro "Stress e Performance Atletica"
Psicologo/Psicoterapeuta e psicologo dello sport
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