lunedì 31 agosto 2015

Dialogo col campione: Sara Dossena

Sara Dossena è una delle atlete di spicco nel panorama italiano.

Nel 2015 si è laureata campionessa italiana nel duathlon sprint e vice-campionessa europea nel duathlon lungo e sprint, come anche nel triathlon medio.

Sara Dossena nel 2015 ha anche ottenuto un argento nella Coppa Europa di triathlon olimpico a Madrid.


Ciao Sara, la tua carriera è stata segnata da diversi infortuni, che ti hanno costretto più volte a fermarti. Quali sono i pensieri e le frasi che ti hanno aiutato a non perderti d'animo e a ricominciare ogni volta?

Credo che più di pensieri e frasi sia stata la determinazione e la voglia di finire quello che avevo cominciato. E' stata la voglia di dimostrare quanto penso di valere associato al non voler arrendermi, i pensieri e le frasi sono venuti di conseguenza.
Sento che questo aspetto valga sia a livello puramente di risultati, come anche nel concretizzare i sacrifici fatti per non lasciare le cose a metà.

Se ti chiedessi cosa significa il successo per te e se puoi darmi una definizione di successo, cosa mi risponderesti?

Il successo è una cosa molto soggettiva che varia per ogni atleta. Ognuno ha un proprio obiettivo e ognuno concepisce il successo in funzione a esso. Credo comunque che "successo" significhi ottenere un risultato importante per se stessi, sia che questo consista nel migliorare il proprio personale, fino addirittura a vincere le olimpiadi.
A titolo personale, il successo ha a che fare con la realizzazione personale dei miei obiettivi, che sono chiaramente cambiati nel corso degli anni. Inizialmente li avevo in atletica ora me li pongo nel triathlon.





Cosa secondo te rende uno sportivo, uno sportivo di successo?

Un atleta per essere di successo deve raggiungere degli obiettivi sportivi, ma credo che questo non sia sufficiente. Un atleta di successo lo deve principalmente essere nel suo modo d'essere. Anche io ho come riferimento degli atleti che trovo d'ispirazione, perché questi danno un esempio positivo alle persone che li seguono e ai giovani in particolar modo.
Non basta aver vinto un gran numero di gare, ma un atleta per essere di successo lo deve essere a 360 gradi, anche facendo parlare di sé in modo positivo.

Quali sono le caratteristiche umane e personali che permettono ad un atleta di far parlare di sé in modo positivo?

La determinazione e la capacità di fare dei sacrifici sono senza dubbio gli aspetti principali. In ambito sportivo nessuno ti regala niente e per raggiungere degli obiettivi devi sempre lavorare duro.
Oltre a questo, tutto ciò che concerne la lealtà e l'onestà a livello sportivo credo sia molto importante. Come ti comporti con gli avversari, come ti comporti durante una gara e anche fuori dal campo gara ti caratterizzano come sportivo. Ovviamente doping e tematiche simili devono rimanere assolutamente escluse.

Se volessi dare un consiglio a un giovane atleta che sente non riuscire ad ottenere i risultati che spera, quale consiglio gli proporresti? Ci sono secondo te dei pensieri che più di altri sono rischiosi in momenti come questi?

Ciò che gli direi è di non arrendersi, perché se molli non potrai mai sapere dove saresti potuto arrivare. I risultati si costruiscono con il tempo e con la fatica ed è ovvio che tutti, prima di arrivare al successo, sono passati dall'insuccesso.
La testa deve rimanere sul pezzo, perché la componente mentale influisce notevolmente sulla prestazione. Spesso chi ha la testa più dura e non ha mollato è quello che arriva primo al traguardo. Questa non è una certezza, ma va detto che la componente mentale influisce tantissimo.

Mi stai dicendo che l'insuccesso è una componente fondamentale per avere successo?

In caso contrario sarebbe troppo bello e troppo facile! Per arrivare a certi risultati nello sport, come nella vita, nessuno arriva al top senza prima passare da diverse fasi, tra cui diverse sono negative.

Durante le competizioni di triathlon inizi con il nuoto, per passare alla bici e concludere con la corsa. Se ti soffermassi a riflettere sul tuo approccio mentale durante la gara, credi questo rimanga costante durante tutta la durata della competizione o vari al variare della specialità?

Sicuramente cambia. Nel triathlon inizio con la disciplina che mi riesce peggio e termino con quella che mi riesce meglio, perché venendo dell'atletica ho nella corsa il mio punto forte.
Per quanto riguarda il nuoto, entro in acqua sempre molto tesa perché non mi sento all'altezza, non mi sento sicura. Questo è indipendente da quale avversario abbia di fronte. Ci sto lavorando molto e seppure mi stia impegnando è da poco che ci lavoro sopra. Questo non mi permette di essere al livello delle più grandi del triathlon in questa disciplina. Perciò quando finisco la bici mi dico "tanto peggio di così non può essere, hai solo da guadagnare posizioni" e questa diventa per me una carica positiva. Poi l'approccio mentale chiaramente varia anche da gara a gara.

Ascoltandoti sembra quasi positivo che il nuoto non sia la tua disciplina migliore, perché questo ti permette di dare tutto quello che hai quando sei arrivata alla corsa, al massimo delle tue possibilità...

Questo può avere dei pro e dei contro, perché se un atleta ha il nuoto e la bici forte, quando arriva alla corsa pensa "speriamo non mi raggiunga nessuno". Per me è il contrario, perché dico "finalmente devo correre, peggio di così non può andare" e visto che difficilmente mi passano a piedi, ho solo da guadagnare. Mentalmente può essere sia positivo che negativo, perché se riesci a passare la prima fase in cui sei dietro alle altre e la superi positivamente hai tutto da guadagnare.

Pratichi corsa su ogni terreno, oltre chiaramente a bici e nuoto. Credi che svolgere sport diversi possa arricchire il bagaglio mentale di uno sportivo? Quali sono a tuo modo di vedere i possibili guadagni? Ci sono anche degli svantaggi?

Questo è sicuramente solo un vantaggio. Il triathlon è uno sport particolarmente duro, come sono duri tutti gli sport di resistenza, perché richiedono molte ore di allenamento. Questo li rende faticosi sia da un punto di vista fisico, che mentale.
Cambiare spesso disciplina, cambiare spesso allenamento, passando dal nuoto in piscina al nuoto in acque libere, dalla corsa in pista, alla corsa in strada o su sentiero, cambiando tragitto in bici, aiuta la testa a evitare i rischi connessi alla routine. L'atleta che si allena per i 1500m in pista non ha molti allenamenti da fare: o corre in strada o fa le ripetute su pista e questo avviene tutti i giorni. Secondo me la testa di un atleta ha bisogno di molti stimoli differenziati, per riuscire a sopportare i carichi di allenamento necessari.
Questo aspetto è molto positivo e lo posso confermare anche a livello personale. Ho provato sia l'atletica, che il triathlon e seppure il secondo sia più faticoso, richiedendo minimo due allenamenti al giorno (che possono arrivare a tre o quattro con la palestra), il tempo mi scorre più velocemente.
Quando facevo atletica "o correvo o correvo" e non avevo alternative.

In Italia spesso i triatleti vengono da una singola specialità, per poi passare, per vari motivi, a fare appunto triathlon, come anche nel tuo caso. Pensi sia difficile dal punto di vista mentale iniziare in giovanissima età a praticare triathlon nella sua totalità?

Il rischio di iniziare da giovani a praticare triathlon è di arrivare nel pieno della maturità sportiva avendone già "piene le scatole". Puoi essere stanco e demotivato se hai iniziato da piccolo. Se hai fatto altri sport, o comunque non hai iniziato da piccolo, sei più invogliato e motivato. Chiaramente poi questo dipende da caso a caso.
Dall'altra parte, iniziando da piccolo un atleta ha potuto accumulare molta esperienza. Aspetto molto importante in questo sport. Il triathlon è uno sport complesso che richiede la cura di molti aspetti, che possono influenzare la tua gara facendola andare bene, come molto male. L'esperienza aiuta tantissimo e iniziare da piccoli ti facilita sotto questo aspetto.

Sentendoti parlare di triathlon ti ho immaginato come una cuoca che mette insieme i giusti ingredienti per creare una buona ricetta...

Sì, è veramente una disciplina molto complessa. Il solo posizionarti alla partenza prima di nuotare, scegliendo una posizione rispetto ad un'altra, può cambiare l'esito della tua gara. Ad esempio mettendoti vicino a persone che non nuotano veloci come quelle del primo gruppo puoi condizionare la tua gara, così come anche nei momenti dei cambi.
I cambi sono importantissimi, perché basta un secondo a farti perdere un gruppo da 10 atleti facendoti cambiare la gara in peggio. Le componenti sono veramente numerose e possono essere comprese solo se pratichi questo sport a un certo livello. Partecipando alle gare hai occasione di migliorare, mentre in allenamento e' difficile lavorare su questi aspetti. Più fai gare e quindi più è possibile migliorare.

Credi che l'essere donna, una sportiva donna, possa caratterizzare la tua pratica atletica dal punto di vista mentale? Aspetti del tuo essere donna possono avvantaggiarti in allenamento e/o in gara?

Io mi vedo come una persona, nella sua totalità. Questo mi rende difficile dirti se le mie caratteristiche mi avvantaggiano in quanto donna. Sicuramente dicono che le donne sono più inclini alla sofferenza e quindi maggiormente in grado di sopportare certi carichi di lavoro.
Va anche detto che io, come donna, risulto insicura e un po' fragile e questo si riflette anche durante la gara. Però lo considero un fattore positivo, perché questa insicurezza mi porta a non sottovalutare mai nessuno in ogni tipo di competizione. Essendo insicura tendo a dare sempre il massimo, perché ho la sensazione che gli avversari mi possano comunque battere. Non do nulla per scontato, sono sempre attenta e concentrata.
Ti risponderei questo, ma non so quanto l'essere donna influisca. Credo conti maggiormente il carattere piuttosto che l'essere uomo o donna.

Hai un motto d'incoraggiamento o una frase detta da un allenatore, un famigliare, un insegnate o una persona cara che porti con te e che credi ti possano caratterizzare come atleta...

Sicuramente una frase di mia nonna, che era solita ripetermi anche prima che iniziassi a fare sport. La frase e' "volere è potere" e credo sia proprio vero, perché se vuoi una cosa prima o poi la raggiungi. Mi capita spesso di pensarci prima delle gare, mi trovo a ragionare tra me e me dicendo "forse non capiterà in questa gara, ma io raggiungerò i miei obiettivi". Secondo me questo approccio è importante nello sport, come nella vita.

Ti posso chiedere qual è il tuo prossimo obiettivo?

Farò delle gare di coppa del mondo, cercando di prendere i punti per le olimpiadi. So che sarà molto dura perché mi sono affacciata al triathlon di alto livello da poco e devo migliorare ancora molto a nuoto e non so se in poco tempo questo sarà possibile.

INTERVISTA A CURA DI:
Cesare Picco autore del libro "Stress e Performance Atletica"

Psicologo/Psicoterapeuta e psicologo dello sport

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