mercoledì 30 novembre 2016

Hill-Rosberg, la velocità nel sangue

Ad Abu Dhabi, Nico Rosberg è diventato campione del mondo, come suo padre 34 anni prima. Per la seconda volta nella storia della F1, padre e figlio hanno vinto il titolo. La seconda, perché i primi furono gli Hill.
Damon è il figlio di Graham Hill, campione nel 1962 e nel 1968, e, dopo un esordio nel mondo delle moto, è approdato in Formula 1 nel 1992, alla guida delle Brahbam-Judd, scuderia gloriosa, ma prossima a dissolversi per i problemi finanziari. Anni di alti e bassi, con compagni di scuderia storici.








Prima Prost, poi Senna, la fragilità psicologica che si mostra regolarmente, la rivalità con quello che sarà il pilota più vincente di sempre, Schumacher. Nel 1994 arrivò a un solo punto dal tedesco, sempre oltre il limite di correttezza e sportività. Al 35° giro dell’ultimo GP Michael tocca il muro, danneggia la macchina, mentre l’inglese, alle sue spalle, arrivava di gran carriera. Lo punta, finta e lo passa, ma Schumacher chiude la porta ‘vigorosamente’ costringendo entrambi al ritiro.
Compagni, rivalità e stampa. Tutto contro di lui. La stampa inglese lo prende di mira, colpa sua le sconfitte, merito della macchina le vittorie. Solo e ‘perdente’, fino alla svolta, nel 1996.
Schumacher, dopo due titoli con la Benetton e tutti i duelli, passa in Ferrari, una squadra che aspettava il titolo e la competitività dal 1982. La rossa poco competitiva, mentre la Williams lo è eccome. Disegnata da Adrian Newey, la casa inglese ha il mezzo più veloce, come la Mercedes, e una coppia di figli d’arte alla guida. A fare da ‘spalla’ a Damon, c’è Jacques Villeneuve, l’erede di Gilles, al suo esordio in Formula 1. Tra i due piloti il rapporto non è idilliaco, le incomprensioni fioccano, come fioccano anche tra l’inglese e Frank Williams. Il patron della scuderia non apprezza il figlio di Graham, dopo i troppi insuccessi, e, all’inizio della stagione, aveva già deciso di licenziare la sua prima guida, pronto ad affidare, per la stagione successiva, il volante a Heinz Herald Frentzen, il cui contratto sarebbe stato meno oneroso, sicuro di avere in squadra il pilota del futuro, il talento canadese su cui l’intero circus aveva messo gli occhi addosso.

Jacques contro Damon, con Michael sullo sfondo. 8 vittorie in pista, 16 gare su 16 al primo posto in classifica. Hill vince, convince, stravince. La Williams vince 12 gare su 16, quasi al livello della Mercedes del triennio 2014-2016. Rosberg e Hamilton, Hill e Villeneuve. Talenti e rivalità, voglia di trionfare e odio silente. In lotta fino all’ultimo Gran Premio. In testa all’ultima partenza. A Rosberg serviva un terzo posto, a Hill bastava piazzarsi sesto. Il tedesco ha dovuto soffrire fino all’ultimo giro, con Hamilton che ha fatto da tappo per 55 giri. Villeneuve e Hamilton in pole, i primi in classifica alle loro spalle. Jacques parte male, Damon lo passa, involandosi verso la vittoria. È fatta. Il canadese sarà costretto al ritiro al 37° giro, mentre per l’inglese si spalancavano le porte della storia della Formula 1.
Lacrime e titoli, 28 anni dopo il padre. Guardando il cielo dal gradino più alto del podio.
Nico Rosberg e Damon Hill, quando velocità e vittorie si tramandano.



‘Winning is everything. The only ones who remember you when you come second are your wife and your dog.’

'Vincere è tutto. Gli unici che si ricordano di te, quando arrivi secondo, sono tua moglie e il tuo cane.'


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