mercoledì 30 novembre 2016

Hill-Rosberg, la velocità nel sangue

Ad Abu Dhabi, Nico Rosberg è diventato campione del mondo, come suo padre 34 anni prima. Per la seconda volta nella storia della F1, padre e figlio hanno vinto il titolo. La seconda, perché i primi furono gli Hill.
Damon è il figlio di Graham Hill, campione nel 1962 e nel 1968, e, dopo un esordio nel mondo delle moto, è approdato in Formula 1 nel 1992, alla guida delle Brahbam-Judd, scuderia gloriosa, ma prossima a dissolversi per i problemi finanziari. Anni di alti e bassi, con compagni di scuderia storici.






martedì 29 novembre 2016

Musica in Movimento: Black Sabbath - Paranoid

Torniamo a riproporre un po' di rock che ha fatto storia. Parliamo di un gruppo e di un album che hanno aperto la strada all'heavy metal, anzi, rimane forse il capostipite del genere: ecco i Black Sabbath e il loro "Paranoid". Uscito nel 1970, imperniato di misticismo (talvolta con riferimenti al limite del satanismo), con i sui cambi di ritmo, la chitarra tagliente e un base ritmica sempre intensa, è un album perfetto per accompagnare allenamenti vari.

Si apre con le sirene di "War Pigs", brano antimilitarista della durata di quasi 8', riff tanto semplici quanto fenomenali di Tony Iommi, la voce allucinata di Ozzy Osbourne, la batteria mirabolante di Bill Ward, il basso pulito e ovattato di Terry Geezer Butler. Breve cavalcata rock è la titletrack "Paranoid", con un riff da leggenda, un brano che più o meno ogni gruppo metal al mondo ha inserito nel proprio repertorio di cover. 

lunedì 28 novembre 2016

Dialogo col campione: Sabino Brunello

Sabino Brunello è un grande maestro di scacchi.

Sabino Brunello, classe 1989, è una delle colonne portanti della nazionale italiana, che rappresenta dal 2006. 

Finalista della coppa del mondo FIDE nel 2012, pluricampione italiano a cadenza rapida, è anche vincitore di diversi tornei internazionali, tra i quali il prestigioso Gruppo C del Torneo Tata Steel di Wijk aan Zee (2011) e l'open di Durban (2014).








Secondo te ci sono delle connessioni tra lo stile di gioco di uno scacchista e come si approccia alla vita? Ad esempio una difficoltà a chiudere, uno stile aggressivo nel raggiungere l'obiettivo prefissato o un'attenzione alla strategia... 

Credo che molte persone sulla scacchiera si trasformino. Nella mia esperienza, ho avuto la possibilità di conoscere persone docili, nella vita, capaci di tenere tecniche di gioco molto aggressive. Non saprei dirti se c'è realmente un collegamento. 

venerdì 25 novembre 2016

L'atleta-figlio: molte speranze, poca relazione

Lunedì 21 Novembre Io e Stefano Ruzza siamo stati ospiti a una serata formativa organizzata dallo studio medico e di fisiochinesiterapia "Kinesis". Gli interventi preparati "L'atleta-figlio: molte speranze, poca relazione" e "Professionisti, semi-professionisti, amatori: come essere professionali, dividendosi con il proprio lavoro" hanno suscitato interesse e una buona partecipazione da parte del pubblico. Molte sono state le domande, le esperienze personali e i punti di vista raccontati. Il clima è stato sempre positivo e costruttivo e per me è stata una serata estremamente arricchente.

La riflessione che ho sviluppato durante la serata è ruotata intorno alla mia convinzione che, ad oggi, sia presente un eccessivo bisogno di successo e di realizzazione personale e che questo implichi dei rischi all'interno della relazione genitore-figlio, soprattutto in ambito sportivo.

giovedì 24 novembre 2016

Libreria dello sport: Eugen Herrigel - Lo zen e il tiro con l'arco

Chi è l'autore: Eugen Herrigel, professore di filosofia

Di cosa parla: lo scrittore, Eugen Herrigel, vuole avvicinarsi alle filosofie orientali e allo Zen. Viene accompagnato nella pratica del tiro con l'arco, attraverso cui può capire le differenze estreme tra il pensiero occidentale e quello orientale. Il Maestro lo aiuta in questo difficile processo, arrivando fino al tiro perfetto, il colpo in cui l'arciere diventa un tutt'uno con la sua pratica: arco, braccio, freccia, bersaglio.

A chi può interessare: a chi vuole conoscere una parabola zen in un libro divenuto un piccolo classico.

mercoledì 23 novembre 2016

Musica in Movimento: Saint Motel - Voyeur

Piccola premessa: non ascolto il gruppo di cui parlerò in questo articolo, non mi piace particolarmente, e non mi piace il loro tipo di musica. Ma c'è un ma. Tra tutta la musica pop commerciale degli ultimi anni, quella dei Saint Motel è tra le poche che riesco a tollerare. D'altronde c'è musica pop e musica pop, e la loro, proveniente dal rock, ha un tocco di intelligenza e onestà difficilmente riscontrabile altrove recentemente.

Il loro album di debutto, "Voyeur", sembra fatto apposta per far saltare e ballare, e allora perché non utilizzarlo durante lo sport? Uscito nel 2012, "Voyeur" racchiude perfettamente tutte le idee del giovane quartetto californiano, poi esplose due anni dopo con il tormentone "My Type"

"Feed Me Now" si apre con un semplice e accattivante riff di chitarra dal richiamo latino, atmosfera da festa, e fiati che accompagnano il ritornello trascinante. "Benny Goodman" prosegue con ritmo, sound perfetto e un altro ritornello orecchiabile ma non per questo scontato. "Puzzle Pieces" si apre con un giro di piano a ritmo salsa latina, per poi andare avanti con la solita miscela di melodia e ritornello seducente, con l'ottima voce di A/J Jackson. In "Daydream/Wetdream/Nightmare" ecco un tocco di originalità, data la divisione in tre parti della canzone: il vero protagonista stavolta è il chitarrista solista Aaron Sharp. 


martedì 22 novembre 2016

Chuck ' il vero Rocky Balboa’ Wepner: la forza di rialzarsi

Un ultimo pugno.
L’ultimo diretto alla fine di 15 riprese.
Lacrime, sudore, sangue e dolore. 
Arrivare all’ultimo colpo da sconosciuto, ancora in piedi, nonostante il campione fosse favorito. Più forte, più veloce. Semplicemente: lui è meglio di te, ma tu sei ancora lì. In piedi a prendere mattoni in faccia, mentre il tuo avversario cerca di abbatterti con tutta la forza che ha. Come la vita.
Rocky Balboa non esiste, ma Chuck Wepner si.



Rocky Balboa come Chuck Wepner, Apollo Creed come Muhammad Alì. Il film e la vera storia, il sogno e la realtà.

venerdì 18 novembre 2016

Differenze di performance in gruppo e in solitaria: parte 2

In un precedente articolo (parte 1) abbiamo potuto comprendere come la presenza di compagni di allenamento o di un pubblico possa essere un importante stimolo, per aumentare le nostre performance.

In un noto esperimento, Norman Triplett, psicologo appassionato di sport, dimostrò come alcuni bambini riuscissero ad essere più veloci ed accurati nell'arrotolare una lenza su un rocchetto se vi era la presenza di un gruppo o di osservatori, rispetto a quanto realizzato in solitaria.

Questo esperimento può portarci a credere che le nostre performace sportive saranno di qualità superiore quando avremo intorno a noi degli avversari, compagni di allenamento o un pubblico. Quanto detto è vero in buona parte delle competizioni a cui prendiamo parte e per la maggior parte degli atleti, ma non è così in senso assoluto. Sono infatti presenti alcune variabili da considerare.

giovedì 17 novembre 2016

Libreria dello sport: Nico Valsesia, Andrea Schiavon - La fatica non esiste

Chi è l'autore: Nico Valsesia, ultra runner, ultra biker, alpinista, 5 volte ai primi posti della Race Across America, autore del record da Genova al Monte Bianco; Andrea Schiavon, scrittore appassionato di sport.

Di cosa parla: Nico Valsesia racconta tra aneddoti e ricordi alcune delle sue imprese sportive, dall'attraversamento degli Stati Uniti in bicicletta, al Marocco, fino alla Boliva e al Monte Bianco, sempre in viaggio, alla scoperta del mondo e dei propri limiti.


A chi può interessare: a chi vuole conoscere la normalità di un folle ultra atleta.

mercoledì 16 novembre 2016

Musica in Movimento: Negrita - Reset

Non poche persone mi hanno parlato del bisogno di un conforto di una musica cantata in italiano per superare delle crisi o delle difficoltà, cosa ancora più comprensibile se si gareggia all'estero e per ore si sentono solo lingue straniere. I Negrita sono uno dei gruppi rock italiani più conosciuti, che nel 1999 con "Reset" raggiunsero il successo definitivo nel territorio nazionale. "Reset", quarto album della band, oltre a questo pregio "consolatorio", ha anche una gran forza esplosiva, intervallata da momenti più dolci e melodici, mix perfetto per ogni attività.

Si parte col riff di chitarra di Enrico Salvi che duetta con la voce di Paolo Bruni (per tutti semplicemente Pau) nel ritornello di "Mama Maé", pezzo ormai classico del rock nostrano, un inizio col botto. "Negativo" nel suo incedere sincopato non molla mai il passo, donando grande energia nel fervore elettrico. 

martedì 15 novembre 2016

Giro 2005: una poltrona per due

Stelvio. Freddo e pioggia, il gruppo che sale con un grande passo. Ivan Basso che rimane dietro, la salute non lo assiste. Il favorito crolla, mentre il vincitore dell’anno prima, Damiano Cunego, è sembrato fuori dai giochi fin dall’inizio. 

Chi ha già vinto, chi invece sta sorprendendo il mondo. Il Giro d’Italia è così, ogni anno esce fuori chi meno ti aspetti. Savoldelli e Simoni, i vincenti. Di Luca, l’outsider. Rujano, lo sconosciuto.
Maggio 2005, in quattro per un sogno.

Diciannovesima tappa, alle spalle Savigliano, davanti il Colle delle finestre. Dei quattro sognatori, solo Gilberto Simoni è abbastanza vicino da poterci credere ancora, mentre Di Luca e Rujano sono stati fiaccati dal ‘falco’ e dai chilometri a cronometro.

Comincia la salita e il trentino attacca. Un primo colpo, un secondo. Savoldelli si sfila, mentre il terzetto sale compatto. 5 metri, 20 metri, 20’’, un minuto. La sofferenza sui volti. Simoni ‘a tutta’, Savoldelli con un ghigno di fatica e paura disegnato sul volto.
Tutto in bilico, dopo 22 giorni, ancora sul filo dei secondi.
Il trentino recupera secondi su secondi. Savoldelli non ha compagni di squadra, ma Ardila si sacrifica. Storie di alleanze e ricompense. Il colombiano lo aiuta, lo aspetta, lo scorta. In cima al Colle delle Finestre, Gilberto Simoni ha 2’21” di vantaggio sul rivale. La maglia rosa è sua per 13 secondi. Mancano 25 chilometri.

lunedì 14 novembre 2016

Dialogo col campione: George Biagi

George Biagi è il capitano delle Zebre Rugby, franchise italiana di rugby a 15 con sede a Parma, che partecipa da tale data al Pro12, campionato interconfederale tra franchise gallesi, irlandesi, scozzesi e italiane.

George Biagi, che ricopre il ruolo di seconda linea, ha collezionato numerose presenze con la nazionale italiana di Rugby








Il rugby è uno sport di squadra. Quali sono le caratteristiche di un team coeso ed affiatato? Può un team conflittuale al suo interno essere un team vincente?

Credo che il rugby sia uno sport in cui la coesione e l'affiatamento di gruppo siano particolarmente presenti e importanti. Sono infatti presenti dei momenti specifici per creare gruppo e relazioni, come ad esempio il terzo tempo.
Per ottenere buoni risultati credo che la coesione sia un ingrediente importante, anche se con l'avvento del professionismo alcune cose sono cambiate. Nel professionismo forse c'è meno affiatamento di gruppo, ma c'è l'obiettivo comune di vincere e, di conseguenza, ognuno fa la sua parte per la vittoria.

venerdì 11 novembre 2016

Il Floating: forme di allenamento innovativo

Martedì 8 novembre sono stato invitato dalla Floating Flo di Firenze per parlare di Tecniche di Visualizzazione e Imagery in ambito sportivo

Floating Flo, fondata dall'ing. Paolo Petracchi, è il più importante centro di galleggiamento in Italia, oltre ad essere uno dei pochi ad offrire questo innovativo servizio. Sul territorio nazionale le uniche possibilità per provare questa esperienza, nella sua completezza, sono infatti a Torino, Firenze e Roma.

giovedì 10 novembre 2016

Libreria dello sport: David Foster Wallace - Il Tennis come esperienza religiosa

Chi è l'autore: Davide Foster Wallace, scrittore e saggista, autore di "Infinite Jest", acclamato romanzo del 1996.

Di cosa parla: Wallace, da ex tennista di buon livello, racconta con il suo stile inconfondibile la bellezza estetica del tennis, soprattutto nelle gesta del primo Federer, ma anche tutte le dicotomie e le contraddizioni di questo sport.

A chi può interessare: A chi ama il tennis, a chi ama Davide F. Wallace, e chi vuole leggere un saggio profondo sullo sport.

mercoledì 9 novembre 2016

Musica in movimento: The Cure - Pornography

Appena stati in Italia per tre date, richiamando migliaia di nostalgici appassionati, i britannici The Cure sono stato senz'altro la più influente band dark-wave degli anni '80. E ancor di più, Robert Smith ne è stato il più influente personaggio. Affetto da una carica malinconica/romantica con pochi eguali, Smith è stato, insieme a Ian Curtis, il portavoce dei disagi generazionali del post punk settantino britannico. E in questo senso, "Pornography", del 1982, racchiude la perfetta essenza di quel sound, decadente, paranoico, teso, e allo stesso anche melodico e ritmico.

Batteria elettronica e tastiere aprono la nervosa "One Hundred Years", vero manifesto dark, con ritmo e tensione che non mollano mai per gli oltre 6 minuti di durata. "A Short Term Effect" presenta in primo piano la batteria di Laurence Tolhurst e il basso di Simon Gallup, meno tirata, ma sempre sofferente e senza pause. 

martedì 8 novembre 2016

Michael Schumacher, l'ultima battaglia in rosso

22 Ottobre 2006
Interlagos, Brasile. 
Il mondiale di Formula 1 del 2006 all’ultimo capitolo. Michael Schumacher, il pilota più vincente di sempre, giunto all’ultima pagina della sua carriera. Il titolo in palio, seppur solo per la matematica, dato che nella gara precedente un ritiro era costato carissimo al pilota della Ferrari. 
10 punti da recuperare. Vincere, sperando in un ritiro di Alonso. I tratti di un sogno delineavano i contorni di una speranza, cancellando le certezze a favore di ipotesi e calcoli.
Vincere e sperare. La pole che diventa un miraggio, la vittoria una chimera. Ed è solo sabato. Schumacher deve partire decimo, nell’ultimo step delle prove, l’ennesima sfortuna della stagione: una rottura non identificata non gli permette neppure di entrare in pista.
Alonso è quinto.
Il tedesco parte aggressivo, cerca disperatamente la rimonta, superando ostacoli, piloti e detriti, ma ancora la cattiva sorte si accanisce su di lui. Durante il sorpasso ai danni di Fisichella, la sua posteriore sinistra tocca l’alettone dell’italiano. La gomma è forata, il controllo è difficile. La macchina sbanda, deve rallentare. Il rientro ai box è obbligato, ma per farlo deve percorrere un intero giro. Al rientro in pista è doppiato.
Tutto sfumato, il sogno di chiudere da campione del mondo è ormai rinchiuso nel cassetto.
Poteva rallentare, godersi i suoi ultimi giri guardando il pubblico. Ma 7 titoli non si vincono per caso.

venerdì 4 novembre 2016

I 4 stili emozionali degli atleti

Jim Taylor, importante psicologo sportivo statunitense, ci racconta di aver osservato la presenza di 4 possibili stili emozionali, che contraddistinguono gli atleti. Questi definiscono come un atleta normalmente reagisce a quanto gli accade durante una manifestazione. Quali sono questi stili?

Seether: questi atleti danno l'impressione di essere sempre in uno stato di controllo emotivo, ma in realtà questo accade perchè la rabbia e la frustrazione non hanno ancora raggiunto un livello tale da emergere in superficie. 
Fino a quando le competizioni seguono il corso degli eventi, da loro preventivato, o fino a quando i risultati sono positivi, questi atleti sono capaci di gestire le emozioni. Appena, però, la stagione prende una strada non desiderata o i risultati non sono quelli attesi perdono il controllo emotivo e possono emergere accessi di rabbia o di frustrazione;

giovedì 3 novembre 2016

Libreria dello Sport: Kilian Jornet - La Frontiera Invisibile

Chi è l'autore: Kilian Jornet, sci alpinista, skyrunner e ultratrailer, vincitore di svariati titoli mondiali ed europei, oltre che recordman di salita e discesa di alcune delle principali vette del pianeta.

Di cosa parla: Scritto in forma romanzata (quindi con alcuni eventi e nomi leggermente variati rispetto alla realtà), Kilian Jornet racconta la difficoltà nel ritrovare stimoli dopo la scomparsa di Stéphane Brosse - grande amico, nonché suo maestro e riferimento nello scialpinismo - durante una traversata del Massiccio del Monte Bianco. La storia si concentra nel finale in una spedizione nell'Himalaya, con poco equipaggiamento e senza piani ben definiti, per ritrovare il piacere puro per la montagna, a stretto contatto con l'essenza della natura e lontano dalla visibilità mediatica.

A chi può interessare: A chi vuole leggere una semplice storia di montagna, amicizia e rinascita dopo un periodo difficile. E a chi vuole conoscere meglio il "Kilian Jornet pensiero".

mercoledì 2 novembre 2016

Musica in Movimento: Hüsker Dü - Zen Arcade

Tutto l'hardcore, o tutto il punk, o estendendo ancora di più, tutto il rock, si potrebbe dividere in un pre e post "Zen Arcade", capolavoro del 1984 degli americani Hüsker Dü. Perché tutto ciò? Semplicemente perché con questo album hanno mostrato tutte le enormi potenzialità dell'hardcore, non solo canzoni urlate e iper veloci su basi strutturali di 3 accordi, ma sonorità ricercate, continui cambi di umore e di ritmo, senza tralasciare un certo gusto per la melodia, mai banale e mai eccessiva, facendo da precursori al noise degli Sonic Youth e al grunge dei Nirvana, il tutto con un lavoro che rappresenta un vero e proprio concept-album, ovvero la storia di un ragazzo che lascia casa per vivere da solo, con tutte le sue vicissitudini. E non si può non consigliarne l'ascolto a tutto volume per accompagnare intense attività fisiche.

martedì 1 novembre 2016

La rivoluzione su due ruote: VR46



Welkom, Sud Africa.
18 Aprile 2004.

Accovacciato accanto alle gomme, con la tua moto sulla sinistra. Guardarla e piangere. Vincere, contro tutto e contro tutti.

La MotoGp è arrivata alla sua seconda rivoluzione, dopo il passaggio da 500cc a 1000cc di due stagioni prima: Valentino Rossi, 5 volte campione del mondo ( 3 in top class), lascia la Honda, la moto migliore degli ultimi dieci anni, per approdare in Yamaha, un mezzo di media competitività che, fino all’anno prima, era nelle mani del suo rivale, Max Biaggi. 
Uno scambio di moto che sembrava cambiare i favori del pronostico: Rossi attardato, Biaggi e Gibernau i più accreditati.
Una scelta azzardata del ragazzo di Tavullia, desideroso di mostrare al mondo dei motori di essere il più forte, senza differenza di mezzi.
Welkom, lo scenario della rivoluzione.
Nelle prove Valentino ottiene la pole position davanti ai suoi due rivali. Gibernau secondo, Biaggi terzo.
Valentino parte bene, prova a scappare, ma non ci riesce. Max si avvicina, lo passa. Il ritmo del romano è adatto alla fuga solitaria, il 46 lo sa. Non aspetta nemmeno una curva. Nella prima piega disponibile lo risupera. La gara è tesa, Gibernau si rifà sotto. Il terzetto si scambia le posizioni continuamente, Rossi non accetta di stare dietro, vuole tenere la testa, deve mantenere la testa. Imporre il suo ritmo è l’unica chance che ha per non far scappare i rivali.