domenica 29 ottobre 2017

Quando crolla la testa, crolla anche il corpo: Il Choking

La traduzione letterale del termine Choking significa "soffocamento". 

Ciò che viene soffocato sono il nostro talento e le nostre potenzialità. In una situazione di Choking si assiste ad un crollo repentino della prestazione e un deterioramento delle nostre capacità atletiche. Spesso si utilizza questo termine per spiegare crolli sportivi o fallimenti difficilmente prevedibili.

venerdì 13 ottobre 2017

Il riscaldamento mentale nel pre-gara

Esistono delle strategie per settare al meglio la mente nel periodo che immediatamente precede una competizione? La risposta è decisamente affermativa, ma può assumere forme differenti in relazione all'atleta che la pone. Molto utile a tale riguardo è comprendere il proprio motore mentale.
Non esiste una strategia che funzioni per tutti, ma esiste una strategia che funziona per me. Qualsiasi professionista proponga una tecnica "panacea" generica e generale è, a mio avviso, o poco competente o in mala fede. Il compito e la competenza di uno psicologo consiste nel comprendere il proprio interlocutore e nel fornire uno stimolo ad hoc relazionato ai suoi bisogni.
Quanto propongo nelle righe seguenti è di conseguenza solo uno spunto di riflessione e una possibilità da intraprendere, ma non un suggerimento valido per tutti. Se questa possa funzionare o meno dipende da una serie di variabili connesse alla personalità dell'atleta.

martedì 10 ottobre 2017

Dal Basso verso l'alto: il Paradiso dopo l'Inferno

3’27” da recuperare sui fuggitivi, quasi 7’ di ritardo dalla maglia rosa David Arroyo, discreto scalatore spagnolo primo in classifica grazie a una fuga bidone da 40 uomini sottovalutata nella tappa abruzzese. Tra di loro Evans, Cunego, Sastre, Scarponi e Nibali, 8 grandi giri vinti in totale. Tutti da abbattere per ritornare sul trono.14 tappe alle spalle, lo Zoncolan sotto i suoi pedali.

Ivan Basso il 23 Maggio 2010 era sull’orlo del baratro. Prima della controversa squalifica al termine dell’Operacion Puerto era considerato l’erede di Lance Armstrong. Sarebbe diventato l’uomo da battere una volta chiusa l’epopea del texano, l’indiscusso numero 1 del ciclismo italiano (almeno per quanto riguardava le corse a tappe). Un volo da iniziare, ma terminato subito con uno schianto sulla realtà della giustizia sportiva.
Ivan Basso era sull’orlo del baratro perché doveva dimostrare qualcosa a tutti, in primis a se stesso. Doveva dissipare i dubbi della gente, dimostrando a tutti di essere ancora quello di prima. Doveva dimostrare che i successi, i traguardi e le gioie ottenute negli anni non fossero frutto di aiuti, ma tutta farina del suo sacco. La sua carriera in un singolo Giro d’Italia. A 33 anni difficilmente avrebbe avuto più possibilità.

martedì 3 ottobre 2017

Peter Norman, l'eroe silenzioso

Tommie Smith e John Carlos sul podio di Città del Messico, nel 1968, con il pugno alzato, avvolto in un guanto nero, i piedi scalzi e il capo chino mentre nello stadio risuonava l’inno americano è, sicuramente, una delle immagini più forti del XX secolo. Un’immagine di protesta, di lotta, di giustizia. La lotta contro l’apartheid, la lotta contro un mondo che non li voleva lì.
Tommie e John scelsero di rischiare, mentre dietro le quinte il capodelegazione USA prometteva conseguenze. “Se ne pentiranno tutta la vita”, parole pesanti per un gesto fortissimo.



Ci sono proteste “rumorose” come quella dei due ragazzi afroamericani, ci sono proteste “silenziose”, come quelle di Peter Norman, il secondo classificato in quella gara storica. Peter non alzò il braccio, non si unì fisicamente al gesto dei due. Rimase immobile, con il capo alzato e la schiena dritta. Impassibile, ma non distaccato.