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giovedì 23 giugno 2016

Libreria dello sport: Fulvio Massa - Manuale del trail running

Chi è l'autore: Fulvio Massa, allenatore, massofisioterapista, organizzatore del trail Le Porte di Pietra.

Di cosa parla: tutto, ma davvero tutto, sul trail running. A partire dalla storia di questo sport, per arrivare ai consigli su allenamento, alimentazione, equipaggiamento, tattica, tecnica. Ricco di tabelle di allenamento di facile intuito e adattabili da chiunque per qualunque esigenza.

A chi può interessare: a chiunque voglia avvicinarsi al trail ma non sa come. A chiunque vuole approfondire ogni aspetto legato al trail, per potersi di conseguenza divertire di più.



lunedì 20 giugno 2016

SportivaMente - Fulvio Massa

Fulvio Massa da anni si occupa di riabilitazione funzionale, fisioterapia sportiva e preparazione di atleti sia professionisti che amatoriali di varie discipline sportive.

Oltre ad essere autore dell'unico manuale italiano di Trail Running, Fulvio Massa dal 2003 collabora alla rivista 'Correre' con la quale ha pubblicato diversi articoli relativi alla pratica sportiva del trail.







Ciao Fulvio, sei un preparatore esperto e hai esperienza sia nel settore dell'allenamento, del recupero e della cura. Nel pianificare un programma di allenamento annuale quali credi siano le fasi più delicate dal punto di vista mentale per un atleta? Allenamenti, pre-gara, gara, post-gara, gestione di una sconfitta, di una vittoria o altro?

Le risposte che posso darti sono quattro. Una fase estremamente delicata riguarda la macro-sezione di inizio anno, quando, nel periodo autunnale, ci si siede, e a tavolino, si determinano gli obiettivi della stagione futura. Secondo me la scelta delle gare “obiettivo” è il momento più delicato per un atleta. Le gare devono essere stimolanti, da un lato, ma perseguibili, dall'altro.
Solo se una gara è sufficientemente motivante dal punto di vista di cuore e testa, può permetterti di costruire il percorso mentale e motivazionale che ti aiuta a sostenere i carichi di lavoro stressanti, in grado, poi, di permetterti di raggiungere il tuo obiettivo prefissato. Dall'altro lato, se la gara obiettivo è troppo altisonante o estrema, in confronto ai tuoi obiettivi, l'atleta di elite finirà poi per sperimentare una forte frustrazione. Quando ti poni una gara obiettivo in cui arrivi 12esimo e hai undici atleti davanti a te senti di aver fallito la tua programmazione. Se da una gara obiettivo porti a casa un podio, gara, dopo gara, si costruisce la tua autostima e questa ti aiuta a superare sempre meglio le difficoltà che si presentano nel corso dell'annata
Saper scegliere con competenza le gare è un momento delicato, che influenza il futuro per quella stagione. Da questo processo di scelta conseguiranno poi tutte le micro-situazioni con cui si andrà a confrontare durante la stagione. Capita così anche per un normale lavoratore, che ha la necessità di comprendere quali saranno nella sua “stagione” lavorativa i suoi obiettivi professionali.
La seconda fase particolarmente delicata è il periodo del Tapering, il momento in cui la gara si avvicina. Parlo degli ultimi 7 giorni prima di una competizione. Questo è un momento molto delicato dal punto di vista mentale, perchè si sommano una molteplicità di dubbi e ansie.
Ogni atleta, indipendentemente che il suo livello sia alto, medio o basso, in questa fase è assalito da molte incertezze. Un atleta spesso nell'ultima settimana si domanda se è preparato a sufficienza e se è meglio allenarsi ulteriormente o se riposare, per evitare di arrivare stanco alla data di gara. Questa fase proprio perchè molto delicata richiede un buon livello di feeling tra allenatore ed atleta.
Non esiste una ricetta prefissata, una standardizzazione, che definisca il periodo di Tapering, il periodo di scarico pre-gara. Secondo me questo è il momento che più da adito a incertezze e insicurezze da parte dell'atleta.
Il terzo momento è la gestione dell'insuccesso. L'insuccesso va sempre analizzato con razionalità, calma e auto-critica. L'insuccesso, se analizzato proficuamente, può far nascere una volontà di rivincita e di reazione da parte dell'atleta. Se non affrontato adeguatamente può invece portare ad una fase di debacle, trascinando in down psico-fisico l'atleta. 
La quarta fase di attenzione riguarda la gestione dell'infortunio. Oltre ad essere allenatore, mi occupo soprattutto di riabilitazione sportiva e da questo punto di vista vengono in cura nel mio Centro molti atleti non allenati direttamente da me. La fase dell'infortunio rappresenta per l'atleta un momento di alta importanza emozionale. Una piccola parte del suo corpo si infortuna, ed anche se si tratta di traumi di scarsa rilevanza patologica, ecco che il giocattolo si rompe e di colpo si infrangono aspettative e sogni, e c'è la impossibilità di esprimere le energie in funzione degli allenamenti e gare. E' forse il momento in cui la mia figura diventa veramente rilevante per l'atleta, di qualsiasi livello, ma ancora più per l'atleta di elite che fa dello sport competitivo il suo stile di vita. Per lui è un momento di incertezza, di paura e ha veramente necessità di una guida che lo conduca verso la ottimale gestione del recupero, dettando modi e tempi e fornendogli sicurezza e affidabilità.

lunedì 11 gennaio 2016

Dialogo col Campione: Francesco Puppi

Francesco Puppi è un runner italiano di 23 anni. La sua specialità è la corsa in montagna.


Nel 2015 Francesco Puppi ha avuto la possibilità di arricchire il suo palmares conquistando il titolo italiano nel kilometro verticale e una medaglia di bronzo ai mondiali di corsa in montagna.







 


Ciao Francesco, hai manifestato una certa curiosità nei confronti delle interviste di PsicheSport. Posso chiederti in che modo, per un atleta, possa essere interessante ragionare in un'intervista come questa?

Credo permetta di guadagnare un pò di consapevolezza verso se stessi. Non sempre c'è tempo sufficiente per ragionare con attenzione su quanto fatto e questa diventa un'occasione per fare il punto sulla stagione precedente.
Inoltre altri siti si focalizzano principalmente sulle gare e sui risultati e meno sull'aspetto psicologico e sullo stile di vita. Da fuori è complicato cogliere questi aspetti e questo rende interessante le interviste.