Resistere significa semplicemente tirare fuori i coglioni, e meno sono le chance più dolce è la vittoria.C. Bukowski
28 Settembre 2008.
A Varese c’è il sole, in Piazza Montegrappa i tifosi guardano ammirati i
ciclisti sfrecciare, dopo una settimana di attesa, tra prove contro il tempo, mondiale
femminile e Under 23. Il momento più atteso annualmente alla settimana iridata.
Nelle due edizioni precedenti, a Salisburgo e Stoccarda, Paolo Bettini aveva
dimostrato di essere il più forte, ma in quell’occasione, a causa della
marcatura asfissiante di Valverde, Freire e Boonen, il toscano non riesce a
inserirsi nel gruppo dei migliori, dove, invece, sono riusciti a entrare
Ballan, Cunego e Rebellin. I tre italiani, temendo la velocità degli avversari
e l’esplosività di Joaquin Rodriguez, optano per una corsa d’attacco e, uno
dopo l’altro, fanno soffrire tutti con delle rasoiate potenti e ben assestate.
Il pubblico è in festa, mancano solo 3 chilometri e Alessandro Ballan, quello
che tra i tre doveva essere il gregario di lusso, era arrivato alle porte della
storia.
Il gruppo svolta, supera il centro di Varese e Alessandro,
quando gli altri si stavano studiando, parte. L’attacco è micidiale, lui non si
volta. Deve andare dritto. Il gruppo prova a organizzarsi, ma i compagni di
squadra rompono i cambi. Ce la può fare.
Sorensen ci prova, ma sembra sempre lontano. Alessandro
Ballan non era uno qualunque, l’anno prima, nel 2007, aveva vinto il Giro delle
Fiandre, l’università del ciclismo, come Assen per il motociclismo. Un campione
sempre troppo sottovalutato fino a quel momento.
Ballan vola, è abituato agli sforzi di oltre 250 km, il gruppo è battuto.
Cunego li regola in volata. Doppietta azzurra. A Varese. L’apoteosi del
ciclismo italiano.
Alessandro Ballan non era Peter Sagan. Era bravo, era tenace
ed era molto potente, ma era Tom Boonen, Valverde, Cancellara o Cunego.
Alessandro Ballan era un uomo normale, capace di superare i propri limiti con
la testa, con il cuore e con la capacità di non arrendersi mai, neppure dopo l’ennesimo
piazzamento senza vittorie. Alessandro Ballan è stato un Campione del Mondo di
normalità e ha dimostrato, una volta di più, quanto il cuore e la testa, se ben
sfruttati, possano battere anche chi ha qualcosa di più.
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