lunedì 20 marzo 2017

SportivaMente: Manuela Ansaldo

Manuela Ansaldo è psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale.

Specializzata in psiconeuroimmunologia, con un dottorato in neuroscienze e una formazione in psicologia dello sport. 

Dal 2015 ha avviato il progetto "Teraplando: fare terapia pedalando"










Ciao Manuela, posso chiederti di presentare chi sei e di cosa ti occupi?

Sono una psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. Ho una specializzazione in psiconeuroimmunologia, un dottorato in neuroscienze e una formazione in psicologia dello sport. Posso dire di avere speso molto tempo all'interno della mia carriera accademica.
Contemporaneamente alla mia formazione ho sempre praticato sport. Ho iniziato andando in palestra, in un contesto chiuso da indoor. L'attività sportiva non rivestiva per me unicamente un obiettivo fisico, ma legato anche al mio benessere psicologico.
Alla termine del dottorato in neuroscienze, il dottor. Massimo Biondi titolare della cattedra di Psichiatria della Sapienza, conoscendo la mia formazione sportiva, il mio lavoro nei centri sportivi con l'indoor cycling, mi consigliò la lettura di un articolo in cui descriveva gli effetti terapeutici dell'attività aerobica. Da quel momento ho iniziato una ricerca bibliografica volta ad indagare tutti gli effetti benefici dell'attività aerobica sul cervello, inteso sia come organo, che da punto di vista psicologico. Ho potuto così iniziare a stendere il razionale scientifico di “Teraplando: fare terapia pedalando”.

Stai facendo accenno a “Teraplando”, mi puoi spiegare di cosa si tratta?

Teraplando è un progetto che nasce nel 2015 e consiste nel far praticare un'attività aerobica a persone con psicopatologie. 
Mi sono indirizzata a pazienti con depressione, disturbo bipolare e disturbo d'ansia. Anche persone che prendono degli psicofarmaci, che gli comportano delle patologie metaboliche importanti, e persone con psicosi, prendono parte al progetto. 
Pedalano 2 volte la settimana e io faccio da personal trainer. Non pedalo, ma li seguo da un punto di vista sportivo. Tutti indossano un cardiofrequenzimetro, in modo da farli lavorare su cadenze decise con un medico dello sport.

Quindi tu non pedali con loro?

Io sto a terra, come un personal trainer. Avendo un'esperienza ormai decennale nei centri sportivi di indoor cycling conosco molto bene come strutturare una lezione e che lavoro fare. L'incontro dura un'ora, compreso riscaldamento, parte centrale, defaticamento e stretching. In sottofondo c'è della musica.
Loro fanno un'ora di allenamento in gruppo, io li seguo monitorando sempre la loro frequenza cardiaca e facendo fare ad ognuno di loro un lavoro specifico a seconda delle loro caratteristiche psicologiche e fisiologiche. 
Prima di iniziare la stagione con me, ogni paziente fa un test da sforzo, presso un medico dello sport. In base ai loro risultati, decido quale lavoro indoor fargli svolgere. 

Quindi sono gruppi terapeutici svolti a livello sportivo?

Teraplando è un progetto bio-psico-sociale. Non è un lavoro rivolto unicamente alla parte fisiologica, ma vi è una importante componente sociale. Facendo attività aerobica  tutto il corpo ne beneficia e facendola in gruppo si creano dei legami importanti. Ad esempio, la scorsa stagione un gruppo si trovava per fare dei cineforum o delle cene. I partecipanti beneficiano anche a livello di socialità e relazioni.
Oltre all'aspetto sociale, vi è un obiettivo puramente fisiologico. Ai pazienti spesso è necessaria un'attività aerobica finalizzata alla perdita di peso. Prendere psicofarmaci porta a malattie metaboliche come obesità, diabete e ipertensione.
Teraplando, inoltre, può anche essere un'iniziazione all'autonomia. Ad esempio, due persone che non possono più venire a Teraplando si sono iscritte in palestra e, ora, vanno da sole. All'inizio questa tipologia di pazienti va presa per mano e accompagnata verso uno stile di vita più sano, ma in seguito può e sa autonomizzarsi.

Credo sia un'idea veramente innovativa!

Tutta l'opinione pubblica, dalla televisione ai medici di base, sostiene che muoversi fa bene. Dall'altra parte spesso, però, non esiste un posto in cui i pazienti siano seguiti in modo professionale e accompagnati a fare questo tipo di percorso.
In questo momento sto cercando la collaborazione dei medici di base, ma non è sempre facile, anche perchè questo lavoro lo sto facendo da sola. Non ci sono altre persone che mi aiutano.
Un'ulteriore difficoltà che sto incontrando consiste nell'invio dei pazienti. L'unico canale di invio è il Centro di Salute Mentale di Roma Cinecittà, mentre i medici di base non sembrano coinvolti, nonostante li conosca e gli abbia parlato. E' come offrire un servizio che fa bene al cittadino, alla salute del cittadino, ma che non viene sfruttato.
Ad oggi la sede di Teraplando è la palestra Passion Fitness Tuscolana a Roma, ma il mio intento è estendere Teraplando a varie zone di Roma e ad altre città.

Io forse sono di parte, perchè sono appassionato sia di psicologia che di sport, ma trovo che sia proprio una idea interessante.

Spesso dico che io sono Teraplando, perchè sono il prodotto dell'attività terapeutica dello sport. Se non avessi lo sport credo starei veramente molto male. E' la mia storia di vita che mi ha portato a fare ciò che sto facendo.
Ho competenze formative e professionali che mi permettono di esprimere ciò che so in questo lavoro. Da una parte, da 10 anni ho una storia professionale nell'indoor cycling, quindi nel ciclismo, che mi permette agevolmente di adoperare tutti i software per strutturare una lezione. Dall'altra, l'essere psicologa e psicoterapeuta mi porta ad avere un atteggiamento accudente durante il mio lavoro.
Se dovessi pensare all'estensione di Teraplando, in altre città, dovrei adoperarmi per formare altre persone che possano farlo. Non è assolutamente un lavoro banale. Una classe di 10 persone, con delle problematiche, risucchia molte energie e devi essere capace di gestire una certa intensità emotiva. 

Ti va di raccontarmi in che modo l'attività fisica genera benessere a livello psicologico?

Il razionale scientifico è veramente molto affascinante. Avendo fatto un dottorato in neuroscienze so bene quanto l'organo cervello sia importante, però arrivati a un dato punto si fa un salto da quella che è la componente biochimica a quella emotiva.
Innanzitutto, l'attività aerobica migliora l'ossigenazione dell'organo cervello, dando così più nutrimenti all'organo cervello. La quantità di neurotrofine aumenta e ci sono una serie di benefici dal punto di vista neuropsicologico.
Dal punto di vista degli ormoni e dei neurotrasmettitori che migliorano il tono dell'umore (sistema delle cotacolamine -adrenalina, noradrenalina e dopoamina), vi è un'aumento della disponibilità di serotonina. In molti psicofarmaci, come nei farmaci SSRI, si va ad esempio ad inibire la ricaptazione della serotonina. Facendo attività aerobica mettiamo in circolo serotonina in maniera naturale. Il nostro tono dell'umore, di conseguenza, migliora, perchè la serotonina un effetto calmante, ansiolitico e analgesico.
Inoltre, attraverso l'attività aerobica produciamo endocannabinoidi. L'anandamide, in particolare, è stato trovato in modo in concentrazioni più alte nel sangue di corridori piuttosto che di persone normali. Anche l'anandamine ha un effetto calmante e innalza il tono dell'umore.
L'attività aerobica influisce sulla produzione di betaendorfine. Le endorfine sono responsabili dell'effetto piacevole e di appagamento che si sperimenta dopo una seduta di allenamento.
In ultimo, la dopamina agisce sul circuito del piacere, e della ricompensa del piacere, ed è molto conosciuta da chi fa abuso di sostanze. Per questo motivo anche l'attività aerobica diventa una sorta di dipendenza, come cibo, sesso, gioco d'azzardo e sostanze. Almeno con l'attività fisica sappiamo che ci facciamo del bene. A questo proposito, c'è il discorso della Sport Addiction per il quale ho scritto un articolo per la rivista “InBici” -bimestre marzo/aprile- che parla della dipendenza dello sport.

Oltre all'aspetto scientifico, che dimostra come lo sport faccia bene al corpo, alla testa e alla persona nella sua interezza, hai avuto occasione di notare miglioramenti importanti nelle persone con cui lavori?

Assolutamente si. Per questo motivo gli psichiatri del centro di salute mentale continuano a mandarmi persone. Durante gli interventi a convegni, presento le testimonianze degli psichiatri del centro di Cinecittà. Credo questi siano i dati più importanti e che valgano più. La vera testimonianza la danno loro.

Quali sono i motivi per cui uno psichiatra dovrebbe inviarti un paziente? Ce lo puoi spiegare?

I pazienti stessi, quando tornano dai medici che li hanno in cura, riferiscono di aver tratto un notevole giovamento di natura fisica e psicologica.
E' semplice notare come i pazienti siano motivati alla partecipazione e come si crei una rete sociale all'interno del gruppo. Trovando un maggiore stato di benessere, i pazienti convincono gli psichiatri a inviare nuove persone.

Una mia curiosità. Come professionista come valuti il rapporto degli sportivi con la parola? C'è una buona disponibilità ad aprirsi o una certa diffidenza?

Una mia convinzione, da terapeuta, è che ci si possa raccontare a parole, quando ci si può raccontare a se stessi. Raccontarsi a se stessi è una capacità che va coltivata e serve spesso un professionista.
Parlare di sport e sportivi indica un bacino molto ampio e credo sia un errore generalizzare. Detto questo, se nel mondo dello sport e degli sportivi fosse sempre presente uno psicologo ne beneficerebbero gli sportivi e anche la loro prestazione. Di questo sono certa.
Quando si accrescere la propria consapevolezza psicologica, si accresce anche quella fisica. Non sono parti distinguibili. Ad oggi si parla molto di approccio olistico, ma nei fatti non è realmente effettuato.
La multi-disciplinarietà e l'inter-disciplinarietà di cui si legge spesso nei manuali di psicologia non vengono molto coltivate. Chi ha una formazione accademica precedente non ci crede molto e spero che i professionisti di nuova generazione possano operare un cambiamento.
Io, a titolo personale, collaboro con molte figure mediche. Ho molte capacità, ma non posso averle tutte. Il supporto di un collega, con un altra specialità o un'altra professione, è per questo molto importante.

Vorrei ora chiederti se c'è qualcosa che non ti ho chiesto e ti piacerebbe dirmi...

A volte, sono dispiaciuta perchè nonostante stia facendo tanto ed il meglio possibile, gli invii dei pazienti sono limitati al solo del Centro di Salute Mentale di Cinecittà. Ad oggi non ho mai avuto un invio da strade differenti. 
A mio parere la sala potrebbe essere piena se i medici di base comprendessero l'utilità di questo progetto. Credo che se i medici di base prendessero a cuore la salute dei loro pazienti anche nella pratica concreta, gli invii crescerebbero. Spero quindi possa crescere l'impegno delle altre figure mediche nel comunicare l'esistenza di Teraplando.
Quanto sto dicendo non serve solo a me, ma anche ai loro pazienti, che si rivolgono al loro studio per la prescrizione di farmaci. I medici possono indicare e dare il via anche a un cambiamento dello stile di vita. Questo impatterebbe positivamente anche sulla spesa sanitaria.

Come ti dicevo, forse sono di parte, ma trovo l'idea di Teraplando realmente interessante. Facendo sport mi rendo conto quanto il mio umore ne tragga giovamento, quanto accresca la mia capacità di introspezione, quanto sia capace di mettere ordine nei miei pensieri e nella vita...

Ho la testimonianza di diversi pazienti che mi dicono “quando esco da li ho nuove idee”. Come ai muscoli diano del nutrimento allenandoci, al cervello diamo dei nuovi strumenti. Questo lavoro può quindi essere fonte di nuove idee.
Credo sia capitato a molti sportivi, di riuscire ad accedere a nuove risorse mentali mentre si allenano. E' come se si accendesse una lampadina. Fare sport ha la capacità di rigenerare le energie della mente. Lo sport è una incredibile risorsa naturale, alla porta di tutti.
Questo gli sportivi lo sanno già. Il mio obiettivo è portare a fare sport persone che non lo farebbero da sole. Vorrei quindi accompagnare per mano le persone a scoprire quanto si può star bene nel fare un'attività sportiva.

INTERVISTA A CURA DI:
Cesare Picco autore del libro "Stress e Performance Atletica"
Psicologo/Psicoterapeuta e psicologo dello sport

Nessun commento:

Posta un commento