martedì 13 giugno 2017

Dialogo col campione: Pasquale Maione

Pasquale Maione è un giocatore di pallamano, che milita tra le fila della Junior Fasano.

Pivot e capitano della Nazionale italiana, Pasquale Maione vanta nel suo palmares: 1 Coppa Italia con Secchia; 1 Scudetto e 1 Coppa Italia con Conversano; 2 Scudetti e 2 Coppe Italia con Bolzano; 1 Scudetto e 1 Coppa Italia con Fasano.

Con la Nazionale Italiana ha raggiunto un quarto posto ai Giochi del Mediterraneo del 2013.









Se il successo fosse il risultato di testa, doti atletiche e allenamento, quali percentuali assegneresti a queste componenti? 

Allenamento 45%; Testa 35 %; Doti atletiche 20%.

Se dovessi concentrarti sull'aver "testa". Cosa significa avere "testa" nella pallamano?

"Aver testa" è una frase molta usata nel mondo della pallamano. Te la senti ripetere dalle categorie giovanili, fino alla nazionale senior. Credo voglia dire saper pensare, saper comprendere quando è il momento giusto, avere feeling con la partita, sapere quando fare certe cose e quando è meglio non farle. Per poter diventare un atleta professionista, penso sia necessario “aver testa”.

Sei il capitano della nazionale italiana. Quali sono le doti umane e personali che caratterizzano il leader di una squadra?

Ho avuto la fortuna di giocare, crescere e imparare con i grandi nomi della pallamano italiana. A 17 anni stavo tutto il giorno in mezzo a compagni di squadra, che ne avevano 30/32/35. Questa credo sia stata la miglior scuola per me. Oggi cerco di fare lo stesso, trasmettendo ai più giovani i valori e la mia esperienza.

Come vivi il pre-gara di una partita importante? Lo trovi stressante? Come riesci a gestire la pressione?

Il pre-gara di una partita importante, per me, é cambiato molto nel corso degli anni. Le prime finali, giocate quando ero più giovane, iniziavano a "tormentarmi" almeno 24 ore prima della gara. Ero elettrizzato, il tempo non passava mai e non vedevo l'ora di scendere in campo.
Ora sono più tranquillo, inizio a sentire la partita quando arrivo nello spogliatoio. Credo sia nettamente meglio, perchè riesco ad incanalare tutta la mia energia mentale sulla partita. Grazie alla vecchiaia, in qualcosa si migliora!

La pallamano è uno sport di squadra. Secondo te è possibile che una squadra, composta da atleti con rapporti umani non idilliaci, sia affiatata in campo? Oppure credi che solo da rapporti umani positivi possa nascere una squadra efficace?

Un professionista scende in campo a prescindere da tutto quello che succede fuori dal campo. Un professionista cerca sempre di fare il meglio per se e, soprattutto, per la squadra. Detto questo, non siamo macchine.
Avere buoni rapporti con i compagni di squadra, allenatore e dirigenza è decisamente meglio. Quando senti la fiducia di queste persone attorno a te, il risultato in campo sarà, indubbiamente, migliore

Se ci fosse una frase, un motto o un modo di dire detto da una persona per te significativa che ti rappresenta in quanto sportivo, quale sarebbe?

Rafa Nadal una volta disse una frase che mi è piaciuta molto: “La forza mentale distingue i campioni dai quasi campioni”. Quando sono stanco e penso di non farcela, mi torna spesso in mente.


INTERVISTA A CURA DI:
Cesare Picco autore del libro "Stress e Performance Atletica"
Psicologo/Psicoterapeuta e psicologo dello sport

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