Critiche e polemiche. Stampa contro, colleghi stizziti,
tifosi divisi. Un odi et amo costante che lo avrebbe accompagnato fino alla sua
ultima corsa. Gilles Villeneuve era un poeta maledetto in versione pilota, il
talento strabordante che faceva squadra con la follia e la sfortuna. Non era un
pilota normale, era come un’acrobata nel grande circo della formula 1. Sempre
sul filo, sempre in bilico, sempre sull’abisso, con la scelta giusta alle
spalle e la il baratro del talento davanti.
8 Ottobre 1978. Gran Premio del Canada, il pubblico amico
intorno, la sua Ferrari sotto al sedere. Davanti a se Jarier e Scheckter,
quello che, l’anno successivo, avrebbe portato il titolo alla scuderia di
Maranello. Le critiche nel casco, la fiducia di Enzo Ferrari. Pronto a tutto.
L’esordio di Villeneuve era avvenuto l’anno prima, nel 1977,
al volante di una Mclaren poco competitiva. Una sola gara, un undicesimo posto
sfortunato e le porte della F1 che sembravano chiudersi. Eppure il patron della
Rossa aveva visto qualcosa in lui, era stato impressionato e, quando Niki Lauda
decise di lasciare il team dopo la matematica vittoria del titolo, Ferrari non
esitò a chiamare Gilles. Poche gare, tanti errori. Lampi di talento in un cielo
grigio. La conferma tra le critiche. Il 1978 non era stato esaltante, la Ferrari non era imbattibile e il canadese
non sembrava comunque abbastanza maturo. Gli anni erano 28, troppi, secondo
alcuni, per poter cambiare stile di guida.
Le visiere si abbassano, i meccanici lasciano la pista.
Semaforo rosso. L’adrenalina in circolo, la frizione che si alza, il piede
destro che si abbassa, i motori che rombano, le macchine che sfrecciano. Il
via.
La partenza non fu delle migliori, perse una posizione, ma il podio sembrava
ancora un obiettivo perseguibile. Jarier sempre in testa, Gilles alle sue
spalle, dopo aver superato Jody e aver visto Jones messo fuori gioco da una
foratura.
Speranze, ma il ritmo del francese era eccessivo. Fino a 20
giri dal termine. Jarier si deve fermare, l’impianto frenante senza olio.
Gilles è in testa, inaspettatamente, davanti al proprio pubblico. Gli ultimi
giri sono da funambolo. La macchina era ai limiti della guidabilità, ma
stavolta la fortuna gli sorrise.
Aveva vinto. Aveva zittito tutti. O quasi.
Sul podio fu un tripudio. Mise da parte lo champagne, stappò
una birra. Era uno sponsor, ma dava l’idea di quanto il suo modo di correre e
di vivere fosse totalmente fuori da ogni schema.
Gilles Villeneuve, l’aviatore. Un uomo con la velocità nel sangue e il 27 sulla
pelle.
Se Villenueve potesse tornare indietro a vivere di nuovo la sua vita, penso che farebbe esattamente le stesse cose.
Era un uomo eccellente! Non sono mai stato un fan della Formula 1, ma ho letto molti articoli a riguardo, che è un periodo di tempo fa. Ora ho una macchina e so come costruire la mia macchina. Inoltre, se hai bisogno di costruire un progetto di corsa, ci vuole ancora più tempo. Io uso spesso questo sai https://www.shopricambiauto24.it/ per ordinare parti. Questo è un sevice eccellente che. Chi si occupa di macchine o ripararle capirà di cosa sto parlando.
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