mercoledì 17 febbraio 2016

Musica in Movimento: The Clash - Combat Rock

Quanti sanno che Joe Strummer, grande rocker, leader dei Clash, corse due maratone tra fine anni '70 e inizio anni '80? Non era di certo un patito dell'allenamento e del benessere fisico, ma nel suo essere rock, poche cose potevano essere più rock che correre 42195 metri senza il minimo allenamento (e dopo aver bevuto dieci pinte di birra la sera prima, così disse). Quindi come non consigliare un album dei Clash per accompagnare un allenamento intenso?

Se probabilmente il loro capolavoro rimane "London Calling", e i primi album avevano un'impronta decisamente più punk, "Combat Rock" rimane una perla contenente alcune delle canzoni più famose della loro carriera e dall'alto tasso adrenalinico e dinamico. Uscito nel 1982, "Combat Rock" è l'ultima opera degna di nota del gruppo britannico, prima dello scioglimento.

Si inizia col tiro incessante di "Know Your Rights", puro punk rock senza respiro, con la tipica voce roca e stonata di Joe Strummer. Più leggera, ma non meno ritmica, col classico riff alla Clash, è la successiva "Car Jamming"

L'inizio bomba dell'album prosegue con l'immortale "Should I Stay Or Should I Go", con cui tutti almeno una volta nella vita hanno ballato e/o pogato: la voce più pulita di Mick Jones dà un tocco più morbido e pop ad un pezzo senza momenti di respiro. Altra canzone immortale è "Rock the Casbah", ancora più spostato verso il pop più ballabile, caratteristica resa più visibile dal pianoforte protagonista, ma più eversiva di tanti altri pezzi spacciati per alternativi.

Il basso di Paul Simonon è protagonista nella minore "Red Angel Dragnet", primo momento di respiro, sorta di avvicinamento alla successiva "Straight To Hell", vera chicca dell'album, più sofferta e per niente giocosa, col cantato malinconico di Strummer e le percussioni di Topper Headon in primo piano.

Territori quasi dance per "Overpowered By Funk", altro pezzo minore, che ha però il merito di tenere alto il ritmo per chi l'ascolta durante un allenamento. "Atom Tan" torna a sonorità più tipiche dei Clash, prima di "Sean Flynn", altra chicca, con flauti e saxofoni, toni quasi progressive, decisamente tra le canzoni più particolari (e comunque riuscita) dei quattro ragazzacci.

Ritmi reggae in "Ghetto Defendant", con la voce del poeta Allen Ginsberg presente in brevi intermezzi tra una strofa e l'altra. Sonorità e melodie più tipicamente clashiane in "Inoculated City", ultimo pezzo dinamico prima del finale con la pregevole "Death is a Star", dalle influenze vagamente jazz.

It's only rock and roll. O forse no, qualcosa di più, un'altra perla, l'ennesima, purtroppo l'ultima, per un gruppo (e uno di loro, il più grande, pure maratoneta) che ha fatto la storia della musica.

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