
Il caldo soffocante dell’estate Ucraina.
Solo due settimane prima, il 22 Luglio, i nazisti diedero il via alla deportazione degli ebrei del ghetto di Varsavia. La tragedia della guerra in ogni anima, mentre sullo sfondo il mondo devastato dall’uomo guardava con le lacrime agli occhi la follia dell’odio.
Kiev era semi deserta, nelle strade poche persone avevano il coraggio di girare. Troppa la tensione. I nazisti occupavano la città con il sostegno dei nazionalisti ucraini, anti-sovietici e filo-nazisti.
Odio e amore, guerra e pace. Guardie e prigionieri. Diversi, ma con qualcosa in comune. Una passione che supera le barriere dell’odio, l’amore per lo sport. L’evasione dalla crudeltà opprimente.
Nel giugno del 42’ i tedeschi, con l’appoggio di ungheresi, romeni e i nazionalisti, decisero di dare vita ad un torneo calcistico che avrebbe visto impegnate 6 squadre. 4 formate da truppe occupanti, una, la Ruch, formata da ucraini ‘amici del Reich’ e un’ultima composta da prigionieri, la Start, inserita per dare il modo ai tedeschi di mostrare la loro superiorità.