mercoledì 11 maggio 2016

Musica in Movimento: Eddie Vedder - Into the Wild

Uno dei film più belli degli ultimi 10 anni, tratto da un caso letterario di 20 anni fa, con una colonna sonora destinata a fare storia: parliamo di "Into The Wild". Film di Sean Penn, tratto dal libro di John Krakauer "Nelle terre estreme", che raccontava la vera storia di Christopher McCandless, che decise di abbandonare il mondo civile per tentare un ritorno alla natura nelle fredde terre dell'Alaska, è stato musicato da Eddie Vedder, leader dei Pearl Jam, e scelta non poteva essere più azzeccata. 

Grazie alla sua formidabile capacità di unire rock moderno e folk classico, rock e cantautorato derivato direttamente da Bob Dylan, Neil Young e Bruce Springsteen, Eddie Vedder è riuscito a fornire una prestazione davvero incredibile, un incrocio tra energia donata della nuova libertà e malinconia della fatica di ritrovarsi di nuovo a proprio agio con la natura incontaminata dopo aver vissuto una vita nella moderna società.

L'album è breve, rapido, e parte stupido con due canzoni brevissime, un minuto e mezzo per entrare nella giusta atmosfera: l'energica e decisa "Setting Forth" e la più soffusa "No Ceiling", dove primeggia l'ukulele, nuovo scettro del maturo Vedder. 

Ancora una veloce spennellata con la rockeggiante (ed echi di Who) "Far Behind", con la solita voce splendida del nostro Eddie. Ecco la ballata di ukulele e voce in "Rise", e la voce ora più roca, ma profonda come non mai. Basata su un bellissimo arpeggio è la sognante "Long Nights", preludio della parte clou dell'album. 

Prima un altro arpeggio di un minuto in "Tuolumne", pezzo destinato ad essere imparato da ogni aspirante chitarrista per i prossimi 30 anni, poi ecco la potente "Hard Sun", con cori e archi ad accompagnare una splendida composizione che sembra emanare tutta l'energia della natura e di una ritrovata armonia. 

L'altro pezzo clou dell'album è "Society", critica alla società e dichiarazione di autonomia e libertà dalle catene del conformismo. Poco importante che "Hard Sun" e "Society" siano scritte da Gordon Peterson e Jerry Hannan, Eddie Vedder riesce a renderle personali, impadronendosi della magia che esse portano. 

"The Wolf" è il canto del lupo, la voce incredibile di Vedder, un minuto e mezzo da brividi. "End of the Road" è un'altra semplice ma riuscitissima canzone folk-rock, sempre preludere esattamente alla fine che sta per arrivare. L'arpeggio di "Guaranteed" è un altro pezzo che onde di chitarristi impareranno, una bellissima melodia vocale cantata con la solita stupefacente profondità. In mezzo a questo ultimo brano ci sono due minuti di silenzio, prima della ripresa del tema arpeggiato.

E siamo così giunti alla fine della colonna sonora, forse troppo rapidamente, ma abbastanza intensamente da lasciare delle sensazioni uniche e profonde.

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