venerdì 1 aprile 2016

influenza di Idee e visualizzazioni sul nostro corpo

Possiamo allenare ed affinare i nostri movimenti e i nostri gesti atletici attraverso ad immagini mentali, visualizzazioni, pensieri ed idee? La risposta è si e anche con ottimi risultati. 

In questo articolo non mi soffermerò, però, sul perchè queste tecniche funzionino e non proporrò esempi di possibili allenamenti. Prima di approfondire gli aspetti esposti in precedenza, credo sia importante testare l'efficacia della connessione visualizzazione-movimento, con un semplice esperimento: il pendolo di Chevreul. 

Disegnate al centro di un foglio di carta un punto colorato e disponete il foglio su una superficie piatta. Ora prendete un filo della lunghezza di circa 15 centimetri e legate ad una delle due estremità un anello o un oggetto di peso all'incirca equivalente. Con la vostra mano dominate (se siete destrimani, la destra; se siete mancini, la sinistra) ora afferrate l'altra estremità del filo e tendete il vostro braccio in avanti, lasciando pendolare il filo con l'anello verso il punto al centro del foglio.

A questo punto chiudete gli occhi e immaginate, solo a livello mentale, che l'anello inizi a ruotare in senso orario/antiorario. Cercate di visualizzare mentalmente la rotazione, che compie l'anello. Quando aprirete gli occhi vi accorgerete che il pendolo sta ruotando veramente, senza che vuoi abbiate intenzionalmente mosso il vostro braccio.

Alcuni individui che si sottopongono a questo test ottengono rotazioni ampie, mentre altre lievi. Alcuni riescono ad ottenere un effetto più marcato tenendo gli occhi chiusi, mentre si accorgono che l'effetto scompare quando aprono gli occhi. Altri riescono invece ad ottenere un risultato positivo solo ad occhi aperti. Anche rispetto all'esperienza esistono delle differenze individuali. Il test può riuscire subito la prima volta, mentre in altri casi richiede un minimo di allenamento.

A parte queste differenze individuali, che sottolineiamo per evitare il pensiero che questo esercizio riesca sempre in modo standardizzato, il concetto che vogliamo trasmettere è che attraverso un'idea, un pensiero o un immagine associata ad un movimento è possibile produrre il movimento stesso. Questo principio si chiama "ideoplasia" e suppone che alle immagini mentali sono sempre associati dei piccoli impulsi, inconsapevoli, che arrivano al nostro sistema muscolare.

A cosa può servire sapere che se immagino un movimento, il mio corpo produce quel movimento? A molto! Posso infatti allenare e affinare la gestualità che utilizzo in gara attraverso specifiche visualizzazioni, allenare il mio corpo ad affrontare alcuni ostacoli o percorsi conosciuti, ma anche rilassare il mio corpo e la mia muscolatura favorendo il recupero.


STRESS e PERFORMANCE ATLETICA

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Autore: Cesare Picco - psicologo/psicoterapeuta e psicologo dello sport
Argomento: esistono 5 tipologie di motori mentali. Ognuno di essi ha bisogno e funziona al meglio con uno specifico livello di stress.
Conoscere il proprio motore mentale permette di comprendere cosa fare e come ottenere gli obiettivi sportivi che ci prefiggiamo.
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BIBLIOGRAFIA
J.H. Schultz, traning autogeno. Vol I esercizi inferiori
D. Langen, K. Mann, Training Autogeno

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