lunedì 23 novembre 2015

SportivaMente: Camillo Placì

Camillo Placì è un allenatore di pallavolo, attualmente alla guida della Top Volley Latina.

Da vice ha ottenuto prestigiosi risultati. Nel 2008, con la nazionale russa, un bronzo Olimpico a Pechino e un bronzo nella World League; nel 2009, un bronzo, con la Bulgaria agli Europei; nel 2015 un argento con la Serbia nella World League.
Da Head Coach, nel 2012, un 4° posto alle Olimpiadi di Londra con la Bulgaria.

Salve Camillo, sicuramente è un allenatore molto esperto. In che modo l'esperienza e l'età, secondo lei, possono diventare un vantaggio? Possono essere anche uno svantaggio?

Si, diciamo che sono un allenatore con tanti chilometri nel motore, percorsi su strade diverse: Italia, Russia, Bulgaria, Qatar, Serbia. Tante esperienze, tutte positive e con colori diversi.
Diciamo che l’esperienza ti aiuta a riconoscere subito ciò che e’positivo e ciò che è negativo, poi la decisione giusta su quello che è più corretto da fare la prendi con la saggezza, che non dipende però dall'età.
Ho visto tanti anziani prendere decisioni sbagliate e tanti giovani decisioni giuste. La gioventù non è un peccato.

Il ruolo di allenatore tiene insieme una parte sportiva e una parte di formazione umana e caratteriale. Quali sono secondo lei i principali valori a cui deve ispirarsi un allenatore?

L’allenatore deve conoscere bene ciò che insegna e chi allena. Il giocatore esperto ti mette alla prova, capisce se tu sai o non sai. La squadra riconosce subito un tecnico autorevole.
La componente umana aiuta sempre a trovare la chiave giusta per un dialogo aperto e sincero con ogni singolo atleta. Credo un bravo allenatore debba essere coerente con le proprie idee e giusto nella gestione del gruppo squadra.

Le squadre secondo lei assorbono il carattere di un allenatore e quanto secondo lei un allenatore può influire sulla bontà di una squadra?

Un allenatore deciso e con grande carattere, con il suo esempio può influenzare una squadra, in particolare se questa è composta da atleti giovani.
Credo che un allenatore incapace incida molto di più di un allenatore capace. In negativo, ovviamente.

Secondo lei nella costruzione di una vittoria quanto conta il feeling all'interno della squadra? Come si costruisce questo feeling?

Il feeling tecnico e tattico e gli obiettivi di lavoro comuni sono determinanti per la vittoria, mentre il feeling umano aiuta a vincere, ma non è determinante. Ho visto tanti spogliatoi divisi e difficili, ma vincenti e tanti spogliatoi uniti e festaioli, ma perdenti.

Se dovesse definire gli indicatori che caratterizzano un gruppo coeso, quali sceglierebbe?

In un gruppo coeso troverai sempre un giocatore che si assume la responsabilità dell’errore tecnico o tattico, oltre ad una spiccata capacità di collaborazione collettiva nel superare i momenti difficili e nel gestire i momenti facili.

Durante il corso della stagione è solito allenare anche l'approccio mentale dei suoi giocatori? Preferisce allenare questo aspetto in gruppo, per ruolo ricoperto o individualmente?

Si è un aspetto che curo molto, li devo far diventare mentalmente forti, pronti a superare le difficoltà che ogni partita propone, con sicurezza e determinazione in tutto quello che si fa. Dobbiamo essere bravi a trasmettere sempre sicurezza nei propri mezzi e la tranquillità nella gestione delle situazioni difficili. Curo questo aspetto sia in contesti allargati, con tutta la squadra, sia con incontri singoli.

Se dovesse portare l'esempio di un giocatore che rappresenta il buon approccio mentale alla pallavolo, quale sceglierebbe? Perchè?

Faccio tre nomi, senza nulla togliere ai grandi campioni che ho avuto la fortuna di allenare: Giba, Vlado Nikolov, Nikola Grbic,atleti diversi, ma unici nel modo di approcciare gli appuntamenti importanti.

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