venerdì 9 ottobre 2015

I 5 poteri dell'allenatore

Due domande che molti allenatori si pongono nel corso di una stagione sono le seguente: 1) Come posso trasmettere le mie idee agli atleti?; 2) Come posso fare in modo che gli atleti seguano le mie indicazioni?
Per provare a dare una risposta a queste domande dobbiamo introdurre il concetto di potere, perché è proprio attraverso il potere che un allenatore può riuscire in questi due compiti.
Due ricercatori che molto hanno lavorato sul tema del potere sono French e Raven (1959), definendolo:
 "l'influenza potenziale che una persona può esercitare su di un'altra"
In questo articolo ci riferiamo specificamente alle 5 fonti di potere che permettono ad un allenatore di esercitare influenza sugli atleti:
1) Potere di ricompensa: consiste nell'abilità dell'allenatore di dare o anche solo promettere ricompense ai propri atleti. Queste possono essere sia di tipo materiale (offrire una birra nel caso del gol vittoria) o simbolico (conferirgli i gradi di guida nella fase difensiva). 
La forza di questo potere aumenta all'aumentare del desiderio che un dato atleta muove nei confronti delle ricompense.
  • Esempio: se un dato giocatore desidera arditamente la maglia della nazionale, sarà disposto a fare molto di ciò che l'allenatore gli chiede, mentre se non desidera particolarmente giocare in nazionale il potere dell'allenatore sarà notevolmente inferiore.
2) Potere coercitivo: questo potere è simile al primo, ma in senso negativo. Un allenatore può influenzare i propri atleti minacciando sanzioni o provvedimenti disciplinari. Questa tipologia di potere riduce la stima dell'atleta nei confronti del coach e può portare ad un conformismo nei comportamenti, ma non a una condivisione delle idee proposte.
  • Esempio: un allenatore può minacciare un suo atleta di escluderlo dalla squadra se gli riferiscono nuovamente di sue scorribande notturne, ottenendo una maggiore attenzione da parte dell'atleta.
3) Potere legittimo: questo potere risiede nelle possibili credenze e valori interiorizzati di un atleta, di dover ascoltare e rispettare l'allenatore. Alcuni sportivi sentono propria la convinzione che l'allenatore sia una persona da seguire a prescindere. Queste convinzioni possono essere motivate dall'anzianità, dal ruolo ricoperto, dai valori dell'atleta, ecc.
  • Esempio: l'allenatore viene ascoltato perché, in quanto allenatore, ricopre un ruolo che "socialmente" da "insegnante" e l'atleta si sente in dovere di ascoltarlo per potere imparare.
4) Potere d'esempio: la possibilità di fornire un esempio ai propri giocatori sarà tanto maggiore, quanto maggiore sarà la possibilità che gli atleti si identifichino con lui. Questo potere può limitarsi ad alcune aree e non estendersi a più aspetti di vita.
  • Esempio: se un atleta sente di aver un temperamento fumantino come il suo allenatore, lo ascolterà maggiormente quando parleranno di come gestire reazioni spropositate in gara.
5) Potere di competenza: questo ultimo potere si basa sul fatto che un atleta ritenga l'allenatore un esperto nel suo settore o in un determinato ambito e che quindi abbia molte competenze.
  • Esempio: l'allenatore, quando era giovane, ha giocato ad altissimi livelli e verrà quindi ascoltato con maggiore attenzione quando fornisce dei suggerimenti.

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