Vincitore di diverse gare di livello nazionale e spesso competitivo coi migliori atleti in gare World Tour.
Nel suo palmares spiccano due vittorie ai campionati nazionali (2012 e 2013), un 7° posto all'europeo del 2013 e un 7° posto (2014) alla diagonale des Fous, prestigiosa competizione che si svolge sull'isola de La Reunion, nell'oceano indiano.
Ciao
Stefano, ti sei avvicinato alla corsa in età matura. Sotto alcuni aspetti
questo potrebbe averti limitato, come ad esempio non aver sfruttato pienamente
gli adattamenti fisici della pubertà. Esistono però dei vantaggi di natura
mentale, in questo avvio dopo i vent'anni?
E’
vero che l’aver iniziato non in età giovanile mi abbia avvantaggiato dal punto di
vista mentale. Da ragazzino avrei voluto provare col ciclismo, ma ripensandoci,
non ne avrei avuto la testa. Da quando ho iniziato a correre ho sempre avuto
degli obiettivi che mi hanno aiutato a spostare più in là i miei limiti, ma con
coscienza e lucidità, mentre da ragazzino queste cose sicuramente non la avevo.
Sentire che non "avresti avuto la testa" ad alcuni potrebbe sembrare strano. Puoi spiegarci quali qualità mentali ti mancavano nel ciclismo che pensi di avere nell'ultra?
In questo momento qualità mentali
forse non mi mancano, mi mancherebbero qualità fisiche, e pur piacendomi andare
in bicicletta, preferisco correre. Ma da ragazzino,
l’allenarmi tante ore, con il freddo o con la pioggia, il non uscire il sabato
sera per andare a fare la gara, erano cose che probabilmente avrei retto solo
poco tempo. Ho preso altre strade, che sicuramente non mi hanno fatto bene, ma
mi hanno fatto capire col tempo che la strada dello sport e dell’impegno era
quella giusta. Qualche piccolo rimpianto a volte affiora, ma la strada che mi
ha portato fin qua era questa, e sono ugualmente contento.
So
che alcune delle passioni che ti coinvolgono maggiormente hanno a che fare con
l’ambito artistico: la musica ascoltata,
suonata e scritta, come anche la letteratura e la cinematografia. Se
riflettessi sul tuo stile di corsa ci sono degli aspetti in cui questo è
influenzato dalle tue passioni? In che
modo queste passioni hanno un impatto nella tua pratica sportiva?
Queste
passioni influenzano il mio modo di pensare e di vivere, e di conseguenza il
mio modo di correre e fare sport. Di queste passioni mi interessa molto il lato
introspettivo, e niente è per me più introspettivo che correre, specialmente in
natura con il trail. Sono cose che mi aiutano a guardarmi dentro, che danno la
sensazione a volte di aver trovato risposte a domande esistenziali, che forse
in fondo non sono altro che altre domande, ma che aiutano ad andare avanti in
una continua ricerca. Poi c’è da dire anche che la corsa è molto stimolante dal
punto di vista artistico, le migliori idee vengono spesso durante una corsa, i
pensieri si fanno chiari e perfetti. Il problema è ritrovare il filo una volta
rientrati a casa. Il lato elegante, inteso come bellezza del gesto tecnico, è
un’altra cosa molto importante: non credo di essere così bello da veder
correre, ma quando ho ottime sensazioni ho anche l’impressione di farlo in modo
elegante, almeno dal mio punto di vista.
Se
dovessi descriverti come sportivo scegliendo una canzone, un cantante, un film,
un regista, un libro o uno scrittore, quale sceglieresti? Ci puoi spiegare in
che modo questa scelta ti rappresenta?
Mah,
in realtà non mi vengono in mente molti esempi, soprattutto che possano
descrivermi come sportivo. Ma c’è uno scrittore che forse ha descritto meglio
di altri alcuni lati dello sport, ed è David Foster Wallace. Praticava tennis
da ragazzino, e in alcuni romanzi, oltre che in alcuni saggi, ne ha parlato in
modo incredibilmente efficace, descrivendo l’importanza del lato mentale, della
sfida con se stessi e contro gli avversari, ma anche delle difficoltà estreme
dell’essere un professionista, dello sport come metafora di vita, e del lato
artistico di alcune gesta sportive, come ad esempio Federer.
Oltre al lato filosofico del tennis, come un’attività dalle infinite
possibilità in uno spazio finito, che in fondo si può spostare anche nel
trailrunning, dove ad esempio la discesa ha infinite possibilità di traiettorie,
di situazioni ed interpretazioni.
Oltre a stimare Foster Wallace, credi tra voi ci possano essere dei punti di contatto?
E’ stato uno dei primi scrittori che ho ammirato, e ha influenzato molto il mio modo di scrivere. Capita addirittura delle volte di leggere nelle sue cose spunti che avevo già trovato da me. C’è affinità, sì. Ma lui era un genio assoluto e di una cultura spropositata, io in confronto sono una formichina.
E’ stato uno dei primi scrittori che ho ammirato, e ha influenzato molto il mio modo di scrivere. Capita addirittura delle volte di leggere nelle sue cose spunti che avevo già trovato da me. C’è affinità, sì. Ma lui era un genio assoluto e di una cultura spropositata, io in confronto sono una formichina.
Emozioni
scomode nella vita quotidiana, come la tristezza, la rabbia, la paura o come
anche la frustrazione, diventano una benzina importante per uno sportivo che si
rivolge all’endurance. Esistono delle emozioni, anche normalmente concepite
come negative, che volontariamente vai a sollecitare per coltivare le tue performance?
Ti posso chiedere quali sono e quando ti rivolgi loro?
E’
vero, delle volte sono molto importanti anche le emozioni negative. Oltre alla
rabbia che può fungere da sprono durante un allenamento, aiutando a sfogare
l’energia accumulata, delle volte anche altre emozioni aiutano. Ad esempio se
ci sono dei pensieri negativi, tristi o bui, l’allenamento, o anche la gara,
aiuta a concentrarmi sull’attività che sto svolgendo, lasciando le difficoltà
altrove. Ma capita anche, quasi inconsciamente forse, durante periodi di duri
allenamenti, di richiamare emozioni negative, come per aumentare le difficoltà
e avere così ancora maggiori benefici dall’allenamento, come per sentirmi più
forte e temprato.
Esistono
invece degli stati d’animo di quiete che ricerchi attivamente durante le gare?
Come ce li descriveresti a livello di sensazioni e pensieri, per te? In quali
momenti di una gara pensi siano maggiormente importati: la preparazione,
l’avvio, la crisi, lo sforzo massimo o lungo la durata complessiva?
Nei
giorni precedenti a una gara spesso è difficile trovare calma, perché ho paura
che il lavoro possa essere pesante e compromettere la gara, paura di allenarmi
troppo o troppo poco, e poi la preparazione logistica e gli spostamenti. Ma una
volta sulla linea di partenza, nonostante spesso di fronte a campioni che
ammiro mi trovi un po’ emozionato, riesco a liberare la testa e pensare solo
alla voglia di correre, trovando uno stato di quiete. Punto spesso le gare sul
mio ritmo, senza lasciarmi trascinare dalle partenze forsennate, e di solito,
dopo 2 o 3 ore di gara, entro in uno stato di trance e di tranquillità
perfetti. Proprio in quei momenti, quando di solito inizio a rimontare
posizioni, riesco a correre diverse ore in uno stato di calma e rilassatezza
totali, per spendere meno energie possibili e ritardare crisi, che quasi sempre
prima o poi arriva. Durante i finali di gara invece, cerco soltanto forza ed
energia per dare tutto quello che è rimasto.
Se
dovessi riflettere all’approccio di un ultratrailer a questo sport, secondo te
quali sono le qualità mentali più importati? Ci puoi spiegare come mai hai
scelto proprio queste?
Nell’ultratrail trovo molto importante avere appunto calma e pazienza, per gestire al meglio il ritmo, senza fretta di dare fondo alle energie. Ma è una cosa che trovo molto importante anche nell’allenamento o nella ripresa dopo una gara faticosa: avere pazienza di ritrovare stimoli ed energie, e ricordarsi che il corpo ha bisogno di riposo. Ma capita anche a me di sbagliare approccio, delle volte è difficile non farsi trascinare.
INTERVISTA A CURA DI:
Cesare Picco autore del libro "Stress e Performance Atletica"
Psicologo/Psicoterapeuta e psicologo dello sport
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interessantissimo :D
RispondiEliminaMolto interessante il connubio #psiche e #sport perchè se è vero che è fondamentale un'ottima preparazione fisica, una preparazione mentale adeguata è necessaria.
RispondiEliminaVi adotto nel gruppo #adotta1blogger su Facebook se vi va di venirci a trovare!