martedì 28 febbraio 2017

Stefano Baldini: 42,195 km per la storia

‘Un pazzo sul percorso. Sempre lui a rovinare i giochi olimpici.’

Partiamo da qui. Partiamo dall’invasore che ha placcato Vanderlei de Lima, mentre il brasiliano guidava la corsa. Gli inseguitori a 30”, il traguardo a circa 5 km. Atene in strada a guardare le gesta degli atleti, la partenza da Maratona, la storia da calpestare per 42,195 km. Come Filippide, il soldato ateniese che li percorse per annunciare la vittoria degli ateniesi sui persiani, per morire, eroicamente, al suo arrivo. Quale scenario migliore per un atleta?

Maratona e 100 m sono due sforzi agli antipodi. Fibre muscolari diverse, sacrifici differenti, atleti così distanti da sembrare figli di due mondi opposti, due facce della stessa, sofferta, medaglia. Giganti da scatto, brevilinei da resistenza. Eppure con qualcosa in comune: la capacità di catalizzare l’attenzione e l’emozione del mondo, che scompare all’improvviso, mentre sui loro volti la fatica e la voglia di vincere si sfumano.

Ad Atene, nel 2004, Gatlin aveva fulminato tutti, da Montgomery a Powell, da Maurice Green a Crawford. Un lampo d’ebano che aveva sconvolto la notte greca. Mentre Gatlin dominava, Baldini pensava.

Stefano era un atleta di ottimo livello, un maratoneta da temere, ma considerato un buon candidato per il podio, mentre la vittoria doveva essere d’altri. Il 29 Agosto, mentre gli occhi erano fissi su di lui, Baldini è stato in grado di ribaltare tutto.

Ripartiamo da qui: dopo 1H 50’ di gara, Vanderlei de Lima, brasiliano non partito con i favori del pronostico, era in testa, da solo, con 30” di vantaggio. L’assalitore lo ferma, lo rallenta. Ne spezza il ritmo. Il verdeoro fatica a ripartire, Baldini lo intravede e qualcosa scatta.

L’italiano cambia passo, allunga la falcata. Sulla sua faccia si disegna un ghigno a metà tra la fatica e la grinta. Il podio era quasi sicuro, avrebbe potuto rallentare e provare a giocarsi tutto nel finale, ma…

Che cosa sarebbe lo sport se tutto fosse calcolato nei minimi dettagli? Se non si lasciasse spazio alla fantasia? La Maratona, come molti sport di endurance richiede la capacità di viaggiare con la mente per dimenticare il dolore delle gambe. E la fantasia, in quel momento, era al potere.

Baldini attacca, riprende Vanderlei de Lima, mentre il pubblico non poteva fare altro che tifare per lo sfortunato brasiliano. Lo supera, lo stacca. Lo statunitense Keflezighi cerca di non lasciarlo scappare, ma ogni movimento sembra destinato a infrangersi su una medaglia d’argento.

In 2H 10’ 55” Stefano Baldini vince la Maratona dei Giochi Olimpici di Atene. Vanderlei de Lima chiude terzo, più forte di atti dimostrativi e rimonte britanniche.

In ogni gara c’è sempre l’amico senza volto che ha esattamente il tuo passo. Stai pronto a lasciare il vecchio per quello nuovo e concentrati sul tuo obiettivo: tagliare il traguardo con il sorriso sulle labbra.

Dopo Seul 88’, un altro italiano sul tetto del mondo nei 42 km.
Un buon atleta, ma con un cuore da campione in grado di fare la differenza. Con il sorriso, perché per lui correre era un piacere, non una fatica.


Amo l'atletica perché è poesia
Se la notte sogno,
sogno di essere un maratoneta.
Eugenio Montale



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