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venerdì 30 giugno 2017

Tecnica di concetrazione: l'arcobaleno

Concentrarci non significa solo accrescere la concentrazione. Spesso significa sottrarre, lasciare spazio, fare in modo che la mente si liberi. Seguendo un'ottica sottrattiva, ci troveremo improvvisamente concentrati.
La tecnica dell'arcobaleno, suggerita da A. Jodorowsky nel suo libro "Psicomagia", agisce in questa direzione. Impegnandosi in una semplice attività, le parole ed i pensieri iniziano a dissolversi e la concentrazione germoglia come autogenerandosi.

venerdì 14 ottobre 2016

Esercizi per la mente-corpo: il massaggio sulla pancia

L'esercizio che propongo oggi viene presentato nel libro di Maureen Murdock "L'immaginazione guidata con i bambini e gli adolescenti. Esercizi e tecniche per l'apprendimento, la creatività e il rilassamento" e si intitola "il massaggio sulla pancia".

Seppure il libro che prima ho citato sia indirizzato a bambini ed adolescenti, quando ho letto la presentazione di questo esercizio ho subito pensato che potesse avere un grande valore per gli sportivi, soprattutto per coloro che si rivolgono a discipline in cui la coordinazione motoria è un requisito importante. Tennisti, pallavolisti, calciatori, Trail Runner è la maggior parte degli atleti possono, a mio avviso, trarre grande giovamento da questo semplice esercizio.  

lunedì 16 novembre 2015

Dialogo col campione: Martina Valmassoi

Martina Valmassoi è una sci alpinista italiana.

Detentrice del titolo italiano sprint, Martina Valmassoi è una delle atlete più in forma del panorama sci alpinistico.
Numerosi podi in coppa del mondo e vittorie in molte classiche rientrano nel palmares di Martina Valmassoi.




Ciao Martina, alle scuole elementari le maestre sono solite assegnare il tema “cosa vorresti fare da grande”. La piccola Martina aveva un sogno nel cassetto? Ce lo puoi raccontare?

La piccola Martina alle elementari era una bambina come tante o meglio, un bambino, un ibrido. Capello corto, orecchini da pirata, magliette chiaramente provenienti dai pacchi gara delle campestri o cose riciclate da mia sorella. Contrabbandavo figurine dei Pokemon pur adorando il mio astuccio del Diddle portato da Mamma San Nicolò. Diciamo che come tutte le bambine ero indecisa sul mio futuro. Un giorno volevo essere una pittrice, l'altro una rockstar, l'altro ancora l'erede femminile di Bjørn Dæhlie.

venerdì 30 ottobre 2015

La tecnica di rilassamento e di concentrazione del punto colorato

Avete mai sentito parlare della vittoria del golfista Louis Oosthuizen nel British Open a St. Andrews nel 2010 e di come questa sia stata favorita dalla tecnica dalla tecnica di rilassamento del "punto colorato"?
Louis Oosthuizen aveva concordato con Karl Morris, suo psicologo dello sport, di partecipare al torneo dei British Open per affinare al meglio la sua tecnica di tiro, affiancando questo compito all'utilizzo della tecnica del "punto colorato". Sgravato dalla pressione per la vittoria, ad ogni tiro riuscito la fiducia in se stesso cresceva, come cresceva anche il punteggio. Louis Oosthuizen terminò con un vantaggio di 7 punti sul secondo classificato.

lunedì 19 ottobre 2015

Dialogo col campione: Samuele Porro

Samuele Porro è un biker di spicco nel panorama nazionale e internazionale, che si dedica principalmente alla specialità MTB Marathon. Laureato campione italiano nel 2014 e nel 2015 è attualmente campione in carica. Da pochi giorni ha riportato l'Italia, dopo 32 anni senza successi, sul gradino più alto del podio alla Roc d'Azur prestigiosa competizione in territorio francese.
Ciao Samuele, in questi anni ti stai proponendo come uno degli atleti di maggiore spicco nel panorama della Mountain Bike. Quali sono, secondo te, gli aspetti caratteriali che contraddistinguono un atleta portato per questo sport? Alcuni di questi sono specifici per il biker e non per il ciclista?

Il mio sport, come anche il ciclismo, è uno sport di sacrificio, fatica e resistenza. Un atleta per farcela deve quindi avere voglia di arrivare, oltre ad essere contraddistinto dalla capacità di porsi degli obiettivi.
I tratti forse più importanti sono il saper essere un "calcolatore" e l'essere metodico nel programmare il percorso di avvicinamento ad un obiettivo. Nulla è lasciato al caso! Anche se non amo la parola "calcolatore", credo che per costruire con gradualità serva questo. Solo un lavoro contraddistinto da metodo ti permette una crescita costante.
Rispetto al ciclismo la MTB è uno sport più legato alla sfera individuale e, seppure conti lo spirito di squadra, l'individuo assume un ruolo di spicco. La squadra c'è, ma serve a supportare e a permettere che un atleta si esprima al meglio delle sue possibilità.

lunedì 5 ottobre 2015

Dialogo col campione: Lisa Borzani



Lisa Borzani è una ultratrailer che corre per l’Atletica Amatori Chirignago.
Bronzo a squadre ai mondiali ultratrail di Annecy 2015, come anche in Galles nel 2013.
Lisa Borsani si è inoltre aggiudicata numerose importanti competizioni a livello nazionale e internazionale.


Ciao Lisa, a volte il primo passo di una gara inizia mesi o anni prima con un'idea, un desiderio o un sogno che vogliamo realizzare. Per te in che modo i “sogni” sportivi influenzano il tuo allenamento e le tue gare? In che modo? L'influenza è solo positiva o può anche essere negativa?
Sicuramente avere un obiettivo, indipendentemente che questo sia un semplice obiettivo o un sogno è secondo me è notevolmente importante. La motivazione e l'impegno che “metti” sono due aspetti funzionali al raggiungimento di ciò che vuoi ottenere e sono connessi al porsi degli obiettivi.
Anni fa ho visto il mio compagno Paolo partecipare al Tor de Geants e, in quel momento, mi sono detta “anche io parteciperò”, ponendomelo come obiettivo. Questo mi ha trasmesso una grande motivazione per allenarmi e per arrivare pronta all'appuntamento.
Sicuramente l'avere un obiettivo o un sogno ha una valenza positiva e mi riesce difficile considerarlo negativo. Anzi! Credo che l'avere un obiettivo ti permetta di stringere i denti, facendoti uscire per l'allenamento anche quando non ne avresti voglia. Senza una meta da raggiungere ci sono cose che non faresti mai.

lunedì 28 settembre 2015

Dialogo col campione: Daniele Crosta

Daniele Crosta è un ex schermidore italiano della specialità del fioretto.

Nel suo palmares figurano diversi titoli a squadre, tra cui un oro agli europei di Bolzano 1999; un bronzo ai giochi olimpici di Sidney 2000, ai mondiali di Città del Capo 1997 e agli europei di Funchal 2000.

Oggi Daniele Crosta lavora come psicoterapeuta e come psicologo dello sport.







Ciao Daniele, oggi sei uno psicologo/psicoterapeuta che si occupa anche di psicologia sportiva. Come credi la tua esperienza di atleta di alto livello possa agevolarti in qualità di psicologo dello sport e come credi che gli atleti che segui possano trarne beneficio?

L'esperienza sportiva mi ha permesso di “parlare lo stesso linguaggio” degli atleti. Credo questo dia il vantaggio di poter comprendere situazioni non propriamente comuni, che un atleta ti può raccontare.
Chi non ha mai vissuto lo sport agonistico, soprattutto se ad alto livello, farà più fatica a comprendere i vissuti di stress e le pressioni che un atleta deve sopportare.
Questo può essere un vantaggio, ma può anche diventare uno svantaggio. Gli atleti che incontro sono diversi da me e nonostante possano vivere delle esperienze che magari anche io ho già vissuto, ne daranno un'interpretazione soggettiva, perchè le vivono in modo singolare reagendo ad esse in modo singolare.
Credo quindi che l'esperienza pregressa come sportivo sia un'arma a doppio taglio. Da una parte ti aiuta, mentre dall'altra rischia di farti vivere una sorta di pregiudizio che può condizionarti, rendendo più difficile capire il vissuto originale dell'atleta.

La difficoltà quindi consiste nel distaccarti dalla tua esperienza e dal tuo vissuto?

Diventa complicato non applicare i “tuoi schemi”, dato che un atleta ti parla di cose che conosci. A mio avviso, non dovrebbe interessarmi del fatto che l'atleta mi parla di cose che conosco, mentre dovrebbe interessarmi capire come lui vive quelle cose, perchè lui potrebbe viverle in maniera molto diversa da me. A me possono sembrare le stesse cose, però lui potrebbe viverle in modo sostanzialmente diverso.
Dall'altra parte, facendo formazione a giovani psicologi che frequentano il master in psicologia dello sport, mi sono accorto che un vantaggio connesso all'esperienza pregressa è legato soprattutto agli sport di squadra.
La conoscenza di come funziona una squadra e come funziona il mondo dello spogliatoio, ti permette di evitare alcuni errori. Aiuta a muoverti in un contesto che non è semplice e in cui ci sono già delle regole spesso non sono scritte.
Seguendo delle squadre, anche durante le trasferte, mi sono accorto che la conoscenza che avevo maturato mi ha permesso di comprendere quale fosse mio “posto”, cosa non ovvia per chi non ha mai fatto sport.

lunedì 21 settembre 2015

Dialogo col campione - Katia Figini

Katia Figini è una ultramaratoneta esperta nelle corse nei deserti.

Nel suo palmares sono presenti numerose competizioni internazionali tenutesi nel deserto della Namibia, dell'Oman, del Mali, del Sahara, della Giordania e della Bolivia. 

Katia Figini, oltre ad essere una sportiva vincente, è anche attiva in prima persona per contrastare il fenomeno della violenza sulle donne. Nel 2010 e nel 2011 è diventata testimonial del progetto Run for Women diventando la prima donna in assoluto a percorrere 5 deserti in 5 continenti in un solo anno.

Attualmente Katia Figini è anche un coach sportivo e cura la preparazione per podisti a tutti i livelli e per runner che desiderano partecipare a gare nei deserti.




Niccolò Fabi, un cantautore italiano, canta “la solitudine è amara beatitudine, per me. E' necessaria come un vizio e la coltivo un po' per sfizio”. Per te, Katia, cos'è la solitudine? Che rapporto hai con lei e che valore ha all'interno della tua vita quotidiana?

Io ho sempre pensato di soffrire, di patire, l'idea di rimanere sola, ma in realtà spesso e volentieri sono sola nella mia vita.
Trasferendomi da Milano ad un paesino su un cucuzzolo di una collina di poco più di 300 abitanti, mi sono accorta che molto del mio tempo lo passo da sola e non mi pesa. A volte chiaramente ho il desiderio e il piacere di condividere del tempo e delle esperienze con gli altri, ma anche lo stare da sola lo trovo piacevole.
Sicuramente con il tempo ho imparato che a volte le persone riempiono il tempo per non stare da sole, ma queste cose hanno poca qualità. Quindi ho imparato a preferire di condividere il mio tempo con persone care, che posso anche darmi un ritorno esperienziale e valoriale. Se non c'è invece uno scambio arricchente credo sia meglio anche stare soli.

Credi la solitudine possa darti qualcosa che la folla e il gruppo non possano darti?

La solitudine ti permette di approfondire dei pensieri di natura introspettiva che con altri non potresti sviluppare. Non rapportandoti con altri credo sia più facile entrare nella propria sfera personale.
Chiaramente anche lo stare troppo soli non credo faccia bene. Ovviamente mi alleno anche con amici che condividono la mia passione. Entrambe le dimensioni se portate all'estremo credo siano dannose, è bene anche qui trovare un equilibrio.

lunedì 7 settembre 2015

Dialogo col campione: Dario Andriotto


Dario Andriotto è un ex ciclista professionista, vincitore di 6 tappe e di un titolo italiano a cronometro nel 1997. Oltre a questi successi conta un oro mondiale nella 100 km a squadre dilettanti.



Ora gestisci un’attività connessa al mondo del ciclismo e sei un lavoratore stimato, credo però che costruire una vita al termine della carriera ciclistica sia stato impegnativo. Secondo te quali sono le principali difficoltà che un professionista deve affrontare al termine della sua carriera agonistica e quali sono le componenti caratteriali che possono aiutarlo a superare questi ostacoli?

Non ti nascondo che dopo 6 anni dalla fine della mia carriera di professionista io trovi ancora delle difficoltà. Ho avuto la fortuna che Andrea, il mio socio, mi abbia convinto a intraprendere l'attività commerciale in cui ora lavoro. Da solo non avrei mai fatto questo passo, perchè ero completamente all'oscuro delle procedure e delle pratiche per avviare un attività.
Capita che quando fai l'atleta tu sia chiuso sotto una campana di vetro e quando esci devi inventarti qualcosa di nuovo. Prima pensi solo ad allenarti, mangiar bene, a riposarti e alle gare, poi il giorno che smetti ti guardi allo specchio e ti domandi: “ora cosa faccio?”.
Al termine dell'attività professionistica realizzi di non essere a conoscenza di ciò che accade fuori dall'ambiente sportivo. Collegandomi al mondo lavorativo io non sapevo fare una fattura o come rivolgermi ad un cliente. Le cose più elementari, che una persona media impara all'età di 20 anni, io le ho scoperte a 38. Capisci come per me sia stato molto più complicato? Sto ancora imparando molte cose.

venerdì 21 agosto 2015

Concentrazione per gli allenamenti in casa: la tecnica della tartaruga

A molti sportivi capita sovente di dover svolgere degli allenamenti indor all'interno della propria abitazione, soprattutto nel periodo di costruzione invernale. Rulli, tapis roulant, cyclette, rower ed esercizi a corpo libero, sono all’ordine del giorno se le condizioni meteo non permettono un allenamento all’aperto.

L’attività indor, soprattutto se svolta nella propria abitazione, purtroppo tende ad essere noiosa e a produrre una maggior percezione di fatica per lo scarso ricambio di aria e la difficoltà a svagare la mente. Se consideriamo queste problematicità è fondamentale fare rendere al meglio questi momenti di allenamento, senza che attività o preoccupazioni lavorative vadano ad inficiare l’impegno profuso.

venerdì 31 luglio 2015

Concentrazione pre-gara: la tecnica del mandarino

Questa tecnica viene normalmente presentata in corsi di lettura veloce o di apprendimento rapido, indirizzandola a un pubblico di studenti universitario o manager aziendali.
Il suo scopo consiste nel favorire la creazione di uno stato di marcata concentrazione, attenzione e recettività. Può essere utilizzata prima di iniziare un compito che richiederà l'utilizzo di tutte le risorse a nostra disposizione. Studiare un libro, preparare una presentazione, pianificare un bussiness plan, possono essere esempi di quali attività possano trarre giovamento dall'utilizzo di questa tecnica.