Dario Andriotto è un ex ciclista professionista, vincitore di 6 tappe e di un titolo italiano a cronometro nel 1997. Oltre a questi successi conta un oro mondiale nella 100 km a squadre dilettanti.
Ora gestisci
un’attività connessa al mondo del ciclismo e sei un lavoratore
stimato, credo però che costruire una vita al termine della
carriera ciclistica sia stato impegnativo. Secondo te quali sono le
principali difficoltà che un professionista deve affrontare al
termine della sua carriera agonistica e quali sono le componenti
caratteriali che possono aiutarlo a superare questi ostacoli?
Non ti nascondo che dopo
6 anni dalla fine della mia carriera di professionista io trovi
ancora delle difficoltà. Ho avuto la fortuna che Andrea, il mio
socio, mi abbia convinto a intraprendere l'attività commerciale in
cui ora lavoro. Da solo non avrei mai fatto questo passo, perchè ero
completamente all'oscuro delle procedure e delle pratiche per avviare
un attività.
Capita che quando fai
l'atleta tu sia chiuso sotto una campana di vetro e quando esci devi
inventarti qualcosa di nuovo. Prima pensi solo ad allenarti, mangiar
bene, a riposarti e alle gare, poi il giorno che smetti ti guardi
allo specchio e ti domandi: “ora cosa faccio?”.
Al termine dell'attività
professionistica realizzi di non essere a conoscenza di ciò che
accade fuori dall'ambiente sportivo. Collegandomi al mondo lavorativo
io non sapevo fare una fattura o come rivolgermi ad un cliente. Le
cose più elementari, che una persona media impara all'età di 20
anni, io le ho scoperte a 38. Capisci come per me sia stato molto più
complicato? Sto ancora imparando molte cose.