Massimiliano "Massi" Milani è padre, manager e forte runner.
Negli ultimi anni ha ottenuto una crescita costante, che gli ha permesso di inserirsi tra i più forti podisti italiani over 40.
Conosciuti e apprezzati sono gli articoli di approfondimento sportivo, da lui, curati per
therunningpitt.com
Ciao
Massi, so che sei stato prima un runner “tapascione” e ora sei a
tutti gli effetti un “agonista”. In passato c'era già una parte
di te agonista? C'è ancora, in te, una parte tapasciona?
Sai
Cesare, la risposta è abbastanza semplice. Ho iniziato un'esperienza
professionale fuori dall'Italia che mi ha portato molto spesso, se
non quasi sempre, a mangiare al ristorante. Nei primi due anni sono ingrassato in maniera importante. L'essere in sovrappeso è stato l'evento scatenante per iniziare a correre.
Quasi
da subito mi sono reso conto di avere la possibilità di migliorare
molto rapidamente. Poi, leggendo il famoso libro del professore
sudafricano Noakes “The Lore of Running”, ho compreso come il
principale fattore limitante per un Runner fosse la velocità. Io,
nonostante il sovrappeso, correvo già abbastanza forte. Per darti un'idea, dopo poche settimane, anche se solo per un minuto, correvo a 3'40
al km. Partendo da questo presupposto, il mio percorso è stato
pianificato, non tanto per aumentare la velocità, ma la resistenza
alla velocità. Nel corso di 7 anni sono riuscito ad aumentare il
numero di km da correre a un dato ritmo e in parte anche a correre
più rapidamente.
Quindi, per
rispondere alla tua domanda, da una parte non credo di essere mai
stato un tapascione. Mi sono sempre dato degli obiettivi di
miglioramento, seppure connessi alle mie di prestazioni e meno al
confronto con gli altri. Non mi è mai interessato vincere o arrivare
sul podio in una competizione. Il mio desiderio è sentirmi bene dal
punto di vista mentale e raggiungere determinati obiettivi
cronometrici.
Dall'altra
parte, in me c'è sempre una parte tapasciona. Il mio approccio agli
allenamenti è Slow. Cerco costantemente di allenarmi lentamente. Con i viaggi, gli spostamenti, lo stress derivante dal mio essere manager, non posso spingere al massimo. Solo 1 o 2 giorni a settimana posso correre forte. Il resto dei giorni io sono un tapascione. Sono un tapascione per l'80% del tempo.