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lunedì 19 febbraio 2018

La psicologia del maratoneta: seconda parte

Eccoci arrivati alla seconda puntata dei nostri articoli di approfondimento su psicologia e maratona (Link per accedere al primo articolo)

La quasi totalità della letteratura scientifica è concorde nell'affermare che la caratteristica maggiormente in grado di discriminare tra discrete, buone e ottime performance negli sport di resistenza coinvolga la capacità di percepire con minor intensità lo sforzo sostenuto. Se percepirò lo sforzo con un'intensità minore avrò la possibilità di optare per un passo più sostenuto.

Secondo il modello Socio-Cognitivo, la percezione dello sforzo è influenzata dai seguenti fattori:

martedì 13 febbraio 2018

Stress e maratona: il muro del trentesimo chilometro

Se analizziamo la disciplina della maratona da una prospettiva psicologica, converremo nell'affermare che uno dei maggiori fattori di stress è senza dubbio il muro del trentesimo chilometro. Le aspettative di molti maratoneti si sono infatti "scontrate" con questo ostacolo, normalmente posizionato tra il 29esimo e il 34esimo chilometro.

Tradizionalmente si è soliti connettere le difficoltà incontrate in questa fase di gara con l'esaurimento delle scorte di carboidrati. Se osservato da vicino ci accorgeremo che il muro della maratona è un fenomeno complesso che va oltre alla normale stanchezza, coinvolgendo più dimensioni::
  • Dimensione fisica: generale senso di stanchezza; gambe pesanti; affatticamento cardio-respiratorio;
  • Dimensione comportamentale: difficoltà a correre e riduzione del passo;
  • Dimensione affettiva: senso di frustrazione e forte scoraggiamento;
  • Dimensione cognitiva: difficoltà nel rimanere concentrati e innalzamento dei livelli di ansia;
  • Dimensione motivazionale: crollo motivazionale nel procedere e desiderio di camminare o interrompere la gara.

lunedì 6 novembre 2017

New York City Marathon: onore all'Italia

Più di 3000 italiani al via della più grande e numerosa maratona al mondo. Tra le vie della grande mela una schiera di podisti ha tenuto alto il nome italiano. Tutti hanno sofferto, sudato, si sono divertiti e si sono conquistati il traguardo dei 42,195km.

Tra tutti i connazionali al via, alcuni più di altri hanno brillato. Sara Dossena nata a Clusone e residente a Gallarate ha messo la testa davanti al gruppo di testa, ha corso con intelligenza e consapevolezza e ha chiuso al 6° posto in 2h29:39.
Le telecamere si sono soffermate spesso su di lei e abbiamo potuto ammirare la sapienza nel gestire i rifornimenti. Spesso ha preso l'ultima borraccia disponibile evitando rischi di cadute e non spezzando il ritmo di corsa.

Francesco Puppi, guanzatese fresco vincitore del titolo mondiale di corsa in montagna sulle lunghe distanze, ha avuto l'onore di partire in prima fila e di rimanere in scia del gruppo di testa per il primo quarto di corsa. Chiude all'esordio in maratona come primo italiano, con il tempo di 2h25:35 e un 19° posto assoluto.

Massimiliano Milani responsabile marketing in una multinazionale chiude al 53° posto con il tempo di 2h33:15 e conquista la vittoria nella categoria MM45, ovvero dai 45 ai 49 anni di età. Partito dall'Italia nella giornata di sabato è a di ritorno dopo meno di 48 ore per dirigersi in Francia per lavoro.

Noi di Psichesport questi 3 campioni li abbiamo intervistati negli ultimi 2 anni. Non diteci che avete perso le loro interviste dove ci raccontano del loro approccio mentale allo sport! Se siete interessati basta cliccare sui loro nomi e potrete accedere alle loro interessanti interviste!




STRESS e PERFORMANCE ATLETICA

Edizioni: Psiconline
Autore: Cesare Picco - psicologo/psicoterapeuta e psicologo dello sport
Argomento: esistono 5 tipologie di motori mentali. Ognuno di essi ha bisogno e funziona al meglio con uno specifico livello di stress.
Conoscere il proprio motore mentale permette di comprendere cosa fare e come ottenere gli obiettivi sportivi che ci prefiggiamo.
Recensione: da The Running Pitt - sito di riferimento per podisti evoluti
Prezzo: 13,60 su Amazon
 





venerdì 12 maggio 2017

Perchè spero non venga abbattuto il muro delle 2h in maratona

Sabato 6 Maggio alle 5.45 all'autodromo di Monza si è tenuto l'evento "Breaking2", organizzato dalla Nike, dove 3 atleti hanno provato ad abbattere il muro delle 2 ore in maratona. I protagonisti di questa sfida sono stati il keniano Eliud Kipchoge, l'etiope Lelisa Desisa e l'eritreo Zersenay Tedese.
 


Scorrendo Facebook, e leggendo le notifiche presenti sulla mia bacheca, ho percepito un notevole fermento sia tra gli appassionati di atletica, sia tra gli sportivi in generale. L'immaginario umano si è acceso per questa possibile impresa. L'uomo sarebbe stato capace ancora una volta di ridefinire i propri limiti? 

lunedì 24 aprile 2017

Dialogo col campione: Massimiliano "Massi" Milani

Massimiliano "Massi" Milani è padre, manager e forte runner.

Negli ultimi anni ha ottenuto una crescita costante, che gli ha permesso di inserirsi tra i più forti podisti italiani over 40.

Conosciuti e apprezzati sono gli articoli di approfondimento sportivo, da lui, curati per therunningpitt.com









Ciao Massi, so che sei stato prima un runner “tapascione” e ora sei a tutti gli effetti un “agonista”. In passato c'era già una parte di te agonista? C'è ancora, in te, una parte tapasciona?

Sai Cesare, la risposta è abbastanza semplice. Ho iniziato un'esperienza professionale fuori dall'Italia che mi ha portato molto spesso, se non quasi sempre, a mangiare al ristorante. Nei primi due anni sono ingrassato in maniera importante. L'essere in sovrappeso è stato l'evento scatenante per iniziare a correre.
Quasi da subito mi sono reso conto di avere la possibilità di migliorare molto rapidamente. Poi, leggendo il famoso libro del professore sudafricano Noakes “The Lore of Running”, ho compreso come il principale fattore limitante per un Runner fosse la velocità. Io, nonostante il sovrappeso, correvo già abbastanza forte. Per darti un'idea, dopo poche settimane, anche se solo per un minuto, correvo a 3'40 al km. Partendo da questo presupposto, il mio percorso è stato pianificato, non tanto per aumentare la velocità, ma la resistenza alla velocità. Nel corso di 7 anni sono riuscito ad aumentare il numero di km da correre a un dato ritmo e in parte anche a correre più rapidamente.
Quindi, per rispondere alla tua domanda, da una parte non credo di essere mai stato un tapascione. Mi sono sempre dato degli obiettivi di miglioramento, seppure connessi alle mie di prestazioni e meno al confronto con gli altri. Non mi è mai interessato vincere o arrivare sul podio in una competizione. Il mio desiderio è sentirmi bene dal punto di vista mentale e raggiungere determinati obiettivi cronometrici.
Dall'altra parte, in me c'è sempre una parte tapasciona. Il mio approccio agli allenamenti è Slow. Cerco costantemente di allenarmi lentamente. Con i viaggi, gli spostamenti, lo stress derivante dal mio essere manager, non posso spingere al massimo. Solo 1 o 2 giorni a settimana posso correre forte. Il resto dei giorni io sono un tapascione. Sono un tapascione per l'80% del tempo.

martedì 28 febbraio 2017

Stefano Baldini: 42,195 km per la storia

‘Un pazzo sul percorso. Sempre lui a rovinare i giochi olimpici.’

Partiamo da qui. Partiamo dall’invasore che ha placcato Vanderlei de Lima, mentre il brasiliano guidava la corsa. Gli inseguitori a 30”, il traguardo a circa 5 km. Atene in strada a guardare le gesta degli atleti, la partenza da Maratona, la storia da calpestare per 42,195 km. Come Filippide, il soldato ateniese che li percorse per annunciare la vittoria degli ateniesi sui persiani, per morire, eroicamente, al suo arrivo. Quale scenario migliore per un atleta?

lunedì 20 febbraio 2017

Dialogo col campione: Ivana Iozzia

Ivana Iozzia è una podista italiana, che si dedica principalmente alla specialità della maratona.

Ivana Iozzia si è laureata campionessa italiana di maratona per 3 volte, nel 2005, 2007 e 2012.














Ciao Ivana, per iniziare questa intervista vorrei domandarti quanto secondo te in percentuale conta l'aspetto mentale in una prestazione.

Ormai da qualche anno sono molto interessata all'aspetto mentale legato allo sport. Credo che un buon 40% della prestazione sia legato alla testa. Particolarmente importante è avere un atteggiamento positivo e propositivo in allenamento e in gara. Anche la fiducia in se stessi è una parte centrale.

Tu sei solita affiancare all'allenamento fisico, anche aspetti mentali?

Sono solita associare l'allenamento mentale a quello fisico. Credo sia importante ricordarci di quanto sia fondamentale curare anche l'aspetto mentale. 
Ti faccio un esempio. Tempo fa ero nel mio Magic Moment e ho preso parte ad una gara a Besozzo. In quel momento dissi al mio allenatore che volevo partecipare anche alla seguente gara a Osimo, per tentare la qualificazione agli europei di cross.
Nella gara di Osimo mi sono fermata dopo il primo giro. Analizzando la prestazione nel dettaglio, mi sono accorta di come abbia sbagliato l'approccio mentale e di come l'approccio mentale ha influenzato l'andamento negativo della gara.
Non esisteva nessuna ragione concreta perchè io non ottenessi un buon risultato. Venivo da un momento positivo, ero in gran forma perchè venivo dall'allenamento fatto per la maratona, avevo ottenuto buoni risultati nelle settimane precedenti e mi sentivo carica. A fronte di questi dati è evidente come io abbia sbagliato l'approccio mentale.

giovedì 15 dicembre 2016

Libreria dello sport: Marco Patucchi - Maratoneti

Chi è l'autore: Marco Patucchi, giornalista economico, appassionato di corsa.


Di cosa parla: Il libro racconta storie di persone legate dal filo della maratona, dai grandi atleti come Zapotek o Gebrselassie, fino a Charlie Chaplin o il matematico Alan Turing, dimostrando, se ancora c'è ne fosse bisogno, che i 42 chilometri (e 195 metri) non sono soltanto un gesto sportivo, ma qualcosa che lega arte, cultura, storia, libertà.



A chi può interessare: a tutti gli appassionati di corsa e maratona, e a chi vuole conoscente aneddoti sorprendenti di corridori insospettabili.

martedì 5 luglio 2016

Roma-Etiopia in 42,195 km.


L’alba di un nuovo mondo, il sole che sorge sui paesi africani.
La Guerra è alle spalle, le Olimpiadi di Roma sono alle porte, mentre il pianeta si prepara agli anni 60.
Abebe Bikila, l’uomo di quelle Olimpiadi.
Ci sono immagini che rimangono nella memoria collettiva, persone che diventano, spesso senza rendersene conto, simboli della propria generazione.
Bikila è un simbolo, la sua immagine un’icona.
Olimpiadi di Roma del 1960.
L’Africa insorta ha appena cominciato a proclamare la propria indipendenza.
Nella prima metà di Agosto sono ben 5 le nazioni africane a iniziare un movimento di decolonizzazione.

giovedì 26 maggio 2016

Libreria dello sport: Mauro Covacich - A perdifiato

Chi è l'autore: Mauro Covacich, scrittore triestino con la passione per la corsa.

Di cosa parla: "A perdifiato" è un romanzo con lo sfondo della maratona. Dario Rensich è un ex maratoneta di buon livello, mandato in Ungheria dalla Federazione per allenare delle giovani mezzofondiste. Vicende famigliari, sentimentali e umane metteranno in crisi tutte le convinzioni del protagonista. Scritto in modo da rendere ben chiara l'idea della fuga, della difficoltà nel tenere sempre alto il ritmo, terreno dove però Covacich riesce piuttosto bene.

A chi può interessare: A chi vuole leggere un bel romanzo, in cui la corsa è solo un soggetto importante della storia.

lunedì 1 febbraio 2016

Dialogo col campione - Marco Bonfiglio

Marco Bonfiglio è un runner italiano specializzato nelle lunghe distanze.

Nel palmares di Marco Bonfiglio figurano i trofei di alcune delle gare più massacranti del panorama mondiale. Alcuni esempi sono la Atene-Sparta-Atene, gara lunga 490 km, e la Nove Colli.






Sappiamo che sei un amante di Vasco Rossi e quando puoi lo ascolti durante la corsa. Che effetto ha sulla tua performance? Di carica, rilassamento, distrazione, aiuto alla concentrazione...

Seppure ascolti un pò tutta la musica italiana, amo in particolar modo le canzoni di Vasco. Le trovo stupende e mi danno una grande carica. Correre ascoltando Vasco mi aiuta e soprattutto mi piace molto.

Ascolto musica tendenzialmente in allenamento, ma anche nelle gare in cui questo è permesso. Mi piace, mi rilassa e mi tiene compagnia nelle grandi distanze, dove per molto tempo si corre in solitaria.
Se in una gara non è consentito ascoltare musica, perchè viene ritenuto doping o per tutelare l'incolumità degli atleti e la sicurezza stradale, devo però ammettere che per me questo non diventa un problema. La musica è unicamente una compagnia, ma non è un aspetto per me fondamentale.