Se analizziamo la disciplina della maratona da una prospettiva psicologica, converremo nell'affermare che uno dei maggiori fattori di stress è senza dubbio il muro del trentesimo chilometro. Le aspettative di molti maratoneti si sono infatti "scontrate" con questo ostacolo, normalmente posizionato tra il 29esimo e il 34esimo chilometro.
Tradizionalmente si è soliti connettere le difficoltà incontrate in questa fase di gara con l'esaurimento delle scorte di carboidrati. Se osservato da vicino ci accorgeremo che il muro della maratona è un fenomeno complesso che va oltre alla normale stanchezza, coinvolgendo più dimensioni::
- Dimensione fisica: generale senso di stanchezza; gambe pesanti; affatticamento cardio-respiratorio;
- Dimensione comportamentale: difficoltà a correre e riduzione del passo;
- Dimensione affettiva: senso di frustrazione e forte scoraggiamento;
- Dimensione cognitiva: difficoltà nel rimanere concentrati e innalzamento dei livelli di ansia;
- Dimensione motivazionale: crollo motivazionale nel procedere e desiderio di camminare o interrompere la gara.