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lunedì 6 novembre 2017

New York City Marathon: onore all'Italia

Più di 3000 italiani al via della più grande e numerosa maratona al mondo. Tra le vie della grande mela una schiera di podisti ha tenuto alto il nome italiano. Tutti hanno sofferto, sudato, si sono divertiti e si sono conquistati il traguardo dei 42,195km.

Tra tutti i connazionali al via, alcuni più di altri hanno brillato. Sara Dossena nata a Clusone e residente a Gallarate ha messo la testa davanti al gruppo di testa, ha corso con intelligenza e consapevolezza e ha chiuso al 6° posto in 2h29:39.
Le telecamere si sono soffermate spesso su di lei e abbiamo potuto ammirare la sapienza nel gestire i rifornimenti. Spesso ha preso l'ultima borraccia disponibile evitando rischi di cadute e non spezzando il ritmo di corsa.

Francesco Puppi, guanzatese fresco vincitore del titolo mondiale di corsa in montagna sulle lunghe distanze, ha avuto l'onore di partire in prima fila e di rimanere in scia del gruppo di testa per il primo quarto di corsa. Chiude all'esordio in maratona come primo italiano, con il tempo di 2h25:35 e un 19° posto assoluto.

Massimiliano Milani responsabile marketing in una multinazionale chiude al 53° posto con il tempo di 2h33:15 e conquista la vittoria nella categoria MM45, ovvero dai 45 ai 49 anni di età. Partito dall'Italia nella giornata di sabato è a di ritorno dopo meno di 48 ore per dirigersi in Francia per lavoro.

Noi di Psichesport questi 3 campioni li abbiamo intervistati negli ultimi 2 anni. Non diteci che avete perso le loro interviste dove ci raccontano del loro approccio mentale allo sport! Se siete interessati basta cliccare sui loro nomi e potrete accedere alle loro interessanti interviste!




STRESS e PERFORMANCE ATLETICA

Edizioni: Psiconline
Autore: Cesare Picco - psicologo/psicoterapeuta e psicologo dello sport
Argomento: esistono 5 tipologie di motori mentali. Ognuno di essi ha bisogno e funziona al meglio con uno specifico livello di stress.
Conoscere il proprio motore mentale permette di comprendere cosa fare e come ottenere gli obiettivi sportivi che ci prefiggiamo.
Recensione: da The Running Pitt - sito di riferimento per podisti evoluti
Prezzo: 13,60 su Amazon
 





lunedì 24 aprile 2017

Dialogo col campione: Massimiliano "Massi" Milani

Massimiliano "Massi" Milani è padre, manager e forte runner.

Negli ultimi anni ha ottenuto una crescita costante, che gli ha permesso di inserirsi tra i più forti podisti italiani over 40.

Conosciuti e apprezzati sono gli articoli di approfondimento sportivo, da lui, curati per therunningpitt.com









Ciao Massi, so che sei stato prima un runner “tapascione” e ora sei a tutti gli effetti un “agonista”. In passato c'era già una parte di te agonista? C'è ancora, in te, una parte tapasciona?

Sai Cesare, la risposta è abbastanza semplice. Ho iniziato un'esperienza professionale fuori dall'Italia che mi ha portato molto spesso, se non quasi sempre, a mangiare al ristorante. Nei primi due anni sono ingrassato in maniera importante. L'essere in sovrappeso è stato l'evento scatenante per iniziare a correre.
Quasi da subito mi sono reso conto di avere la possibilità di migliorare molto rapidamente. Poi, leggendo il famoso libro del professore sudafricano Noakes “The Lore of Running”, ho compreso come il principale fattore limitante per un Runner fosse la velocità. Io, nonostante il sovrappeso, correvo già abbastanza forte. Per darti un'idea, dopo poche settimane, anche se solo per un minuto, correvo a 3'40 al km. Partendo da questo presupposto, il mio percorso è stato pianificato, non tanto per aumentare la velocità, ma la resistenza alla velocità. Nel corso di 7 anni sono riuscito ad aumentare il numero di km da correre a un dato ritmo e in parte anche a correre più rapidamente.
Quindi, per rispondere alla tua domanda, da una parte non credo di essere mai stato un tapascione. Mi sono sempre dato degli obiettivi di miglioramento, seppure connessi alle mie di prestazioni e meno al confronto con gli altri. Non mi è mai interessato vincere o arrivare sul podio in una competizione. Il mio desiderio è sentirmi bene dal punto di vista mentale e raggiungere determinati obiettivi cronometrici.
Dall'altra parte, in me c'è sempre una parte tapasciona. Il mio approccio agli allenamenti è Slow. Cerco costantemente di allenarmi lentamente. Con i viaggi, gli spostamenti, lo stress derivante dal mio essere manager, non posso spingere al massimo. Solo 1 o 2 giorni a settimana posso correre forte. Il resto dei giorni io sono un tapascione. Sono un tapascione per l'80% del tempo.