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lunedì 8 gennaio 2018

Le abilità mentali si possono allenare?

Navigando nei siti di psicologia sportiva o nei gruppi facebook di psicologia sportiva la mia attenzione viene spesso colta dall'offerta dei servizi proposti. 

La logica che sostiene nell'offerta è semplice: individua le qualità mentali più importanti nello sport che pratichi o quelle in cui sei più carente, allenale aumentandone i livelli e ottieni quindi migliori risultati sportivi.

A primo acchito parrebbe che basta allenarsi qualche tempo con delle tecniche mentali ed il gioco è fatto.

L'offerta così posta sembra attraente, ma, a mio avviso sono presenti diversi bias di pensiero e tendo quindi a diffidare o storcere il naso.

Perchè? 

sabato 18 novembre 2017

Le riflessioni di uno psicologo che prepara la mezza maratona di Milano

Ho lasciato l'agonismo sportivo più di 15 anni fa. Avevo circa 19 anni e avevo voglia di godere a pieno delle serate con gli amici e dedicarmi all'università. Non è stata una vera e propria scelta, ma non avevo più il desiderio di fare sport in modo competitivo.

Non che fossi un grande atleta. Giocavo a calcio ad un livello medio. Avevo piedi da muratore che compensavo con grinta e intelligenza tattica, ma le mie qualità erano senza dubbio limitate. Mi impegnavo molto negli allenamenti e cercavo di dare il massimo per fare parte dell'undici titolare e per vincere le partite.

Come ho detto però ho lasciato e da allora ci sono state tante partite a calcetto, magari anche scommettendo il campo, e birre in compagnia a seguire. La forma era sparita, ma mi divertivo.

Alla soglia dei 30 anni ho scoperto la bici. La libertà che riusciva a comunicarmi era meravigliosa. Molti sono i ricordi legati alle due ruote. Alle elementari ero l'unico bambino che andava a scuola in bici. Tutti venivano accopagnati dai genitori, mentre io, solitario, entravo nel cortile retrostante la scuola a legare la mia bici.

Per me la bici è il simbolo della mia precoce indipendenza e forse per questa ragione la amo in modo così viscerale.