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venerdì 16 settembre 2016

Libreria dello Sport: Giorgio Calcaterra, Daniele Ottavi - Correre è la mia vita

Chi è l'autore: Giorgio Calcaterra, ultramaratoneta, 3 volte campione del mondo della 100 km; Daniele Ottavi, esperto di marketing e comunicazione, podista amatore.

Di cosa parla: Il libro è la "semplice" autobiografia di uno dei più grandi ultramaratoneti della storia. Scritto in modo semplice ma efficace, capace di trasmettere la grande passione che spinge Giorgio Calcaterra a correre, godendo del senso di libertà del semplice gesto atletico. Scorrevole, mai noioso, grazie anche all'ironia dei suoi autori.

A chi può interessare: A chi vuole conoscere meglio il personaggio Giorgio Calcaterra, cosa lo ha spinto ha correre, cosa lo spinge ancora oggi senza sentir meno la voglia di faticare.




lunedì 2 novembre 2015

Dialogo col campione - Giorgio Calcaterra

Giorgio Calcaterra è un runner italiano.

3 volte campione del mondo nella 100 km di ultra-maratona nel 2008-2011-2012.

 
Laureatosi 10 volte vincitore nella prestigiosa 100 km del passatore.

Giorgio Calacaterra è conosciuto soprattutto per le sue doti di resistenza e di recupero. Nel 2000 stabilisce il record mondiale, correndo 16 maratone sotto le 2 ore e 20.



Una delle doti che ti ha reso famoso è senza dubbio la resistenza. Ripensando alla tua vita, fin da quando eri bambino, c’è stato un momento o un’esperienza in cui ti sei accorto che eri portato per “la resistenza” e che la sensazione di superare la fatica ti poteva piacere?


Devo risponderti di no, il mio percorso è stato molto graduale. E' vivo in me il ricordo di quando avevo 18/19 anni e di come sia stato per me estremamente complicato superare le due ore di corsa. Vedevo le 2 ore di corsa come una distanza molto lunga.

Non mi sono mai ritenuto particolarmente resistente e non c'è stato un momento specifico in cui mi sono accorto di esserlo. Ho sempre corso tanto, perchè mi piaceva e perchè provavo piacere nel partecipare alle gare. Questo mi permetteva inoltre di passare del tempo con mio padre e di conoscere nuovi posti.

Facevo soltanto ciò che mi indicava il mio istinto e devo ammettere di non aver mai pensato di essere particolarmente resistente.