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mercoledì 13 aprile 2016

Musica in movimento: The Police - Reggatta de Blanc

Uno dei musicisti più conosciuti degli ultimi 40 anni è senza dubbio Sting, famoso anche per la sua prestanza fisica e per la presunta (auto dichiarata) capacità di lunghe sessioni di sesso tantrico. Vero o no che sia, è certo che i Police, gruppo di punta di fine anni '70 e inizio anni '80 di cui era leader, avevano con il loro reggae-rock una certa dose di ritmo perfettamente adatta come accompagnamento per sessioni sportive ad alto ritmo. Il loro migliore album è senza dubbio "Reggatta de Blanc" del 1979.

L'apertura è per l'immortale "Message In A Bottle", la loro canzone più famosa, un ritmo sempre incalzante e una melodia entrata nella storia. "Reggatta de Blanc" parte con funambolismi della batteria di Steward Copeland, mantenendo alte le dinamiche sonore nonostante la mancanza di un vero e proprio testo cantato.

mercoledì 2 dicembre 2015

Musica in movimento: The Strokes - Is This It

Qualche settimana fa ho letto un'intervista al ciclista Moreno Moser, in cui dichiarava di essere un grande amante di musica. Era tra i giovani più promettenti al suo passaggio tra i professionisti, per poi perdersi in difficoltà varie negli ultimi anni. Non ho capito bene quale genere di musica preferisse, ma pensando al ciclismo, ho pensato a qualcosa di ritmico, molto ritmico, adatto forse anche per sedute di spinning, o anche per la corsa, insomma, per ogni attività per la quale una base ritmica possa essere fondamentale. 

C'è un album, di soli 36 minuti di durata, adattissimo a questo ruolo. Si tratta di "Is This It" dei newyorkesi Strokes. L'album è del 2001 ed è stato a modo suo uno dei più importanti di inizio millennio. Gli Strokes possono essere amati o odiati, ma questo album è stato determinante per la storia del rock.

L'inizio è per il pezzo più morbido e lento, la title-track "Is This It", una specie di dolce e malinconica ninnananna, col basso di Nikolai Fraiture a dare ritmo sotto al cantato strascicato di Julian Casablancas. Passato il breve riscaldamento iniziale, con "The Modern Age" si entra nel vivo, con la ricetta che d'ora in poi sarà l'essenza della loro sonorità: la batteria pulsante di Fab Moretti a fare da metronomo costante, le chitarre di Albert Hammond Jr. e Nick Valensi a rincorrersi tra accordi semplici e insistenti e assolo freschi e mai auto compiacenti, e la voce di Casablancas passare tra un cantato da ubriaco ad urla post-punk.