Mi è capitato spesso di leggere in interviste o curiosità su atleti di ogni sport, trovare tra le musiche preferite gli U2. E in effetti, come dare torto? Sono stati tra i migliori gruppi degli anni '80, capaci di coniugare originalità e qualità ad accessibilità e vendite. Negli anni sono arrivati ad essere uno dei gruppi più importanti e famosi del mondo, passando tra momenti ancora ispirati ad altri di eccessiva retorica. Quello che è probabilmente il loro migliore album, "The Joshua Tree", del 1987, è anche ottimo da ascoltare durante un'attività fisica.
L'apertura dell'opera del gruppo irlandese è da storia del rock e non solo. L'organo etereo che lentamente cede il passo agli echi della chitarra di The Edge, e poi la batteria di Larry Mullen e il basso di Adamo Clayton a imporre il ritmo, primo dell'ingresso della voce unica di Bono Vox.
Eccola, "Where The Streets Have No Name". Testo e melodia epici, chitarra a svolgere compito di accompagnamento melodico e ritmico insieme, tutto perfetto per correrci sopra ad alti ritmi. La successiva "I Still Havent't Found What I Looking For" ha poco da invidiare, con Bono al suo meglio, e il gruppo a creare una meravigliosa atmosfera immaginifica, adatta comunque a mantenere una certa andatura.