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martedì 12 luglio 2016

Poulidor, l'orgoglio della sconfitta



‘Perdente di successo’.

Questa espressione mi ha sempre affascinato, ho sempre trovato interessante l’accostamento tra due vocaboli così lontani, eppure così vicini. Due facce della stessa medaglia, perché in fondo non c’è vincitore senza uno sconfitto. 
Sfumature di un traguardo, un confine così labile.
‘Perdente di successo’. 
Quali immagini vi tornano in mente a sentire queste parole?
Personalmente se fosse un pittogramma immaginerei un sorriso coperto di lacrime. Se fosse una fotografia immaginerei un bambino con in mano un gelato alla frutta, ma con lo sguardo rivolto a quello al cioccolato. Se fosse un volto immaginerei quello di Raymond Poulidor. L’eterno secondo per eccellenza.
Ecco, se si facesse una classifica dei perdenti di successo Poulidor sarebbe sicuramente sul podio.
Anni 60. Nei caldi mesi di Luglio, sulle assolate strade francesi, due giganti delle due ruote si incontrano. Si scrutano. Si sfidano. E vince sempre lo stesso. Jacques Anquetil.