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mercoledì 5 ottobre 2016

Musica in Movimento The Prodigy - The Fat Of The Land

Sabato, poco prima della partenza del Trail del Campo dei Fiori, tra varie canzoni rock, spunta fuori un pezzo dei Prodigy: esatto, quel gruppo techno/hardcore/big beat/elettronico che nel 1997 fece uscire dal circuito undergroung e dei rave party, quella musica apparentemente per fattoni. "The Fat Of The Land" fu un album epocale, un tassello in più rispetto al precedente (e pur pregevole) "Music For The Jilted Generation" - lavoro probabilmente più spontaneo, più vicino a quella nicchia di musica "da ballare" sotto effetti (spesso) di alcune sostanze - e senza dubbio quello più ascoltabile anche dai non esperti del settore. Ed è un album da far saltare la testa, e le gambe.

Si apre con uno dei successi del gruppo, "Smack My Bitch Up", ritmo che parte da subito alto, incessante, suoni che si rincorrono, voce ossessiva, e un intermezzo orientaleggiante: la perfetta summa dei nuovi Prodigy, o per meglio dire, del nuovo lavoro di Liam Howlett, la vera mente musicale del gruppo. Nella successiva "Breathe" si può notare il taglio techno/rock del nuovo sound, grazie al sottofondo pulsante del basso e la chitarra, con la voce roca del frontman Keith Flint (dall'acconciatura punk e dalle movenza da psicopatico).