Quando nel 2013 la statunitense Rory Bosio vinse l'Ultra Trail di Mont Blanc (UTMB), l'ultratrail più importante del mondo, fece una prestazione incredibile. Non solo dominò a livello femminile, dove abbatté il record del percorso, ma arrivò persino ad un fantastico settimo posto assoluto. Di lei si conosceva poco, essendo la sua prima grande corsa in Europa. Si cercò di conoscerla meglio nell'ambiente trail, per capire che tipo fosse, e se avesse un segreto. Si scoprì che era (ed è tutt'ora) una praticante di yoga, e si pensò che le avesse dato enormi vantaggi per la gara. Vero, ma si poteva notare un'altra cosa osservando le foto dell'UTMB: aveva le cuffie, ergo, ascoltava musica.
Cosa potrebbe dare una grossa carica per tenere duro durante i momenti di crisi in una gara di 170 km a piedi, o comunque, in una qualsiasi attività fisica? Qualcosa di giovanile, potente, intenso, energico, e magari americano? Possono andare i Foo Fighters? Direi di sì. Eccome!
Parliamo dell'album della loro definitiva consacrazione, "One by One", del 2002. A dire il vero, quasi ogni loro album è stato una consacrazione, ma questo, forse per il tormento che aveva sotto (tra problemi vari e rischio di scioglimento), a me sembra il più adatto da ascoltare facendo sport.
La partenza è subito una bomba: il riff che è una semplice nota tenuta a lungo, la sussurrante voce di Dave Grohl (leggenda vivente del rock), calma parente, ma presto si esplode in una trascinante cavalcata, "All My Life", dove le diverse anime del gruppo si fondono in un'unica grande canzone.