Floyd Landis ha scritto una pagina indelebile del ciclismo del nuovo millennio.
L’impresa dopo la crisi, la crisi dopo l’impresa. Tutto in 3 giorni.
Montagne russe d’emozioni nel Tour de France del 2006, l’anno nero per la corsa
francese. Tra doping tentato e imprese sfiorate, la vittoria della normalità.
Oscar Pereiro Sio vs. Floyd Landis.
18 Luglio. Caldo, sole e fughe da lontano. Frank Schleck e
Damiano Cunego a darsi battaglia sulla salita dell’Alpe d’Huez, mentre Floyd
staccava Oscar per andarsi a riprendere la maglia gialla. Da favorito, dopo
aver visto fuori gioco Armstrong (ritirato a fine 2005), Basso e Ullrich
(Operacion Puerto).
Una vittoria annunciata messa in discussione solo dallo spagnolo,
avvantaggiatosi in una fuga bidone a inizio Tour. Giorni di inseguimento
coronati all’arrivo, ancora uno statunitense in giallo. ‘Il sogno di una vita’,
‘Dai tempi di Lemond’ e ‘Ho imparato tanto da Lance’, frasi dette e ripetute
fino alla nausea.