Kukoc e Harper, Pippen e Rodman. Phil Jackson in panchina a
guardare quel pallone e la sua parabola verso il canestro. Prima in alto, come
se volesse toccare il cielo, poi in basso, nell’abisso creato dalla paura di
perdere.
Pochi secondi prima aveva lasciato due mani. Non due mani qualunque. Michael
Jordan aveva appena scoccato quello che doveva essere il suo ultimo tiro da
giocatore di basket professionista.